La Commissione Bilancio del Senato ha dunque concluso i propri lavori ignorando gli appelli delle persone con disabilità e confermando – in un silenzio pressoché generale – i 40 miliardi di tagli previsti dalla cosiddetta “riforma” assistenziale e fiscale, sancita dalle due Manovre Finanziarie di luglio e agosto (4 miliardi nel 2012, 16 nel 2013 e 20 nel 2014).
Nei giorni scorsi, sulla questione, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità) – ovvero le organizzazioni cui fa riferimento la stragrande maggioranza delle associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie nel nostro Paese – avevano lanciato una mobilitazione in internet – denominata No al taglio dell’assistenza! Fermiamoli con una firma!, ripresa anche dal nostro sito (se ne legga cliccando qui) – che ha già portato oltre quindicimila persone a sottoscrivere e a inviare ai Capigruppo del Senato e alla stessa Commissione Bilancio un appello «a sganciare la “riforma” assistenziale da ogni automatico vincolo pregiudiziale di cassa».
«La Commissione Bilancio e le forze politiche – è l’amaro commento di Pietro Barbieri e Giovanni Pagano, presidenti di FISH e FAND – si sono sforzate di trovare soluzioni per non sopprimere le Province, per non imporre una tassa di solidarietà, per non incidere sui grandi redditi e patrimoni, ma non hanno attuato nessuna marcia indietro sull’assistenza e quindi sulle mire che colpiranno le persone con disabilità, i bambini, i non autosufficienti, le famiglie».
A questo punto, però, l’invio di messaggi, nell’ambito della citata mobilitazione telematica, non si ferma di certo, aumentando anzi di ora in ora, così come l’adesione a qualsiasi forma e iniziativa di lotta che contrasti questa Manovra e renda evidenti le sperequazioni che genera nella società, nel mondo del lavoro e, soprattutto, nell’assistenza e nei servizi alle persone.
«La Manovra – dichiarano ancora Barberi e Pagano – è stata già bocciata dai mercati, rigettata dai Sindaci per i pesanti tagli ai trasferimenti agli Enti Locali, portatrice di fortissime tensioni nel mondo del lavoro, condannata dalla Chiesa stessa per i molti aspetti di forte disequità, lontanissima dalle reali esigenze, istanze e aspettative del nostro Paese. Essa sarà causa di ancor maggiore esclusione, confinamento, impoverimento di milioni di persone».
«Da queste persone – concludono i presidenti delle due Federazioni – si alza sempre più forte un appello, per ora, inascoltato. L’assistenza dev’essere potenziata, non oggetto di tagli e compressioni di spesa. Si sganci dunque la riforma del settore dai vincoli di cassa!». (S.B.)
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