Come il “modello vicentino” affronta l’autismo

a cura di Gruppo Provinciale Autismo di Vicenza
Esso prevede tra l'altro la presenza di "gruppi dedicati all'autismo" in ogni Azienda Sanitaria, di "presìdi" in singole scuole, di moduli specifici in alcuni Centri Educativi Occupazionali Diurni (CEOD) e ultimo, ma non certo ultimo, di un modello culturale condiviso. Per informare al meglio sui risultati ottenuti e anche per presentare una ricerca epidemiologia condotta sul territorio, si è tenuta, qualche mese fa, una giornata di studio a Vicenza

Primo piano di volto di bimboQualche tempo fa [il 16 settembre 2011, N.d.R.] si è tenuta a Vicenza la giornata di studio denominata Vicenza e autismo. Percorsi di condivisione tra servizi, grazie al contributo del Centro Servizi Volontariato della città berica [se ne legga la presentazione nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.].
Il titolo scelto deriva dalla convinzione che l’efficacia della presa in carico del soggetto affetto da autismo derivi da una rete di servizi integrati nell’ambito del sociale, del sanitario e dell’istruzione che, pur operando autonomamente nelle specifiche competenze, condividano nei fatti un progetto comune.
In questa prospettiva, contenuta nella premessa del convegno, la Provincia di Vicenza mira a porsi come polo di riferimento per la Regione Veneto, proprio grazie allo sforzo fatto per integrare i servizi non solo della singola Azienda, ma di tutto il territorio provinciale.

La giornata di studio del 16 settembre ha voluto ripercorrere la strada che ha portato a questi risultati, evidenziando come la matrice del modello di cura per i soggetti affetti da autismo possa essere riproposta anche per altre patologie croniche. Nel modello vicentino, infatti, la “matrice” prevede la presenza di gruppi “dedicati all’autismo” in ogni Azienda, di “presìdi” in singole scuole, di moduli specifici in alcuni CEOD [Centri Educativi Occupazionali Diurni, N.d.R.] e di un modello culturale condiviso.
La scelta di “ambulatori per l’autismo” in ogni Azienda è stata dettata dalla necessità di evitare la cosiddetta “migrazione diagnostica” e soprattutto terapeutica; la costituzione di “presìdi” nelle scuole ha portato poi alla riorganizzazione dei progetti educativi, sostenuti anche mediante uno Sportello Provinciale  per l’Autismo; il cambiamento, infine, ha contagiato anche i CEOD, che hanno differenziato alcune offerte e il collante culturale viene assicurato attraverso incontri mensili.
Questa ricchezza viene sostenuta da un gruppo di lavoro che si incontra mensilmente e che vede la fondamentale presenza della Fondazione Brunello e delle Associazioni ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e Autismo Triveneto.
Il Convegno è stato quindi l’occasione per fare una capillare informazione delle iniziative e delle attività condotte dal Gruppo Provinciale per l’Autismo di Vicenza e per rendere noti i risultati ricavati da una ricerca epidemiologica effettuata nel territorio.

Tale ricerca – la prima eseguita sul territorio omogeneo – ha permesso di analizzare la prevalenza del disturbo autistico, il tipo di assistenza che viene garantita – compresa quella scolastica – e il numero dei servizi impegnati nel progetto di vita.
Rispetto a quest’ultimo, si è voluto dar voce alle iniziative che cominciano a strutturarsi nel Vicentino e alle nuove e possibili prospettive di integrazione lavorative. Accanto poi all’aspetto divulgativo, si è voluto dare spazio al confronto con altre identità attive sul piano dell’intervento educativo e delle opportunità offerte all’associazionismo, confrontate con alcune esperienze condotte in Emilia Romagna e Lombardia.
La parte scientifica è stata sostenuta dal dottor Fitzgerald (Dublino, Irlanda), che ha trattato il tema Asperger e creatività.

Il cosiddetto “modello vicentino” è nato dal basso, su stimolo delle Associazioni, ed è stato fatto proprio dai Servizi, sostenuto dalla Fondazione (Brunello) e diffuso alla Scuola. La giornata di studio ha costituito pertanto anche una rinnovata occasione di confronto con le Istituzioni, verso le quali sono stati portati i principali nodi critici, vale a dire:
– la necessità di intervenire sull’intercettazione precoce che, come dimostrato dalla ricerca epidemiologica, non è soddisfacente, in quanto la prevalenza del disturbo nel territorio vicentino è inferiore rispetto all’atteso;
– l’obbligatorietà della definizione di un progetto di vita che permetta l’organizzazione dei Servizi in base ai bisogni e all’età della persona con autismo;
– la previsione di servizi dell’età adulta in grado di dare risposte coerenti con le caratteristiche del disturbo.
Alcuni  impegni in tal senso sono stati assunti, con il proposito di verificarli durante la prossima edizione dell’evento, un anno dopo il primo.

Grazie alla collaborazione del professor Carlo Hanau, oggi l’evento è anche disponibile on line, cliccando qui.
Per ulteriori informazioni: angsaveneto@libero.it.
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