Esiste ancora, talvolta, un senso civico che lascia senza fiato

di Francesca Bellafemina*
E quando succede, è doveroso segnalare nome e cognome di quei proprietari d'albergo che di fronte al rilievo mosso da una persona con disabilità, si affrettano a provvedere seduta stante e a sistemare le cose nel modo giusto. È accaduto a Madonna di Campiglio (Trento), alla vicepresidente della Consulta Regionale dell'Handicap della Regione Lazio, a dimostrazione che un corretto comportamento anche su questi aspetti è la migliore pubblicità per la propria attività imprenditoriale

Il laghetto artificiale di Madonna di Campiglio (Trento) (foto di M. Fostini, ©Peer, per gentile concessione)Nonostante la legislazione italiana sia una delle più avanzate in materia di abbattimento delle barriere architettoniche e il Legislatore abbia fissato regole precise per rendere accessibili a tutti i Cittadini le strutture pubbliche o aperte al pubblico, spesso – frequentando soprattutto gli alberghi – ci si accorge ancora che le prescrizioni sono rispettate solo formalmente.
Mi è capitato ad esempio di andare in alberghi dove purtroppo il bagno per disabili non era accessibile (il water era altissimo e lo sciacquone posizionato talmente in alto, che per spingere il bottone di scarico bisognava avere delle “mani allungabili”).
Per non parlare poi dell’ubicazione delle stanze riservate ai portatori di handicap, quasi sempre situate o al piano mansarda (sottotetti su strada, molto rumorosi e con poca aereazione) o nei punti peggiori dell’albergo (ad esempio con affaccio su muri interni ecc. ecc.).
Mi è anche capitato – come ho avuto modo di riferire su queste stesse pagine [se ne legga cliccando qui, N.d.R.] – che in Trentino (Val di Fassa) la stanza per disabili fosse buona, ma, ahimè, non fosse disponibile perché destinata a clienti abitudinari, non disabili, che sceglievano proprio quella stanza lì!

Questo premesso, mi sento ancor più in dovere di segnalare quanto avvenuto nel mese di luglio scorso a Madonna di Campiglio (Trento), presso l’Albergo Fontanella della famiglia Bonapace (Via Dolomiti del Brenta, 125).
La stanza era stata prenotata via internet e mi era stato assicurato che l’albergo, appena ristrutturato, era a norma per quanto riguarda le barriere architettoniche.
Effettivamente era tutto vero, l’unico inconveniente riguardava la mancanza dei maniglioni di appoggio nel bagno. Il giorno successivo, quindi, ne ho parlato con i proprietari, facendo presente l’importanza di tali ausili.
Sinceramente non credevo di sortire alcun effetto e invece, con mia grandissima sorpresa, il giorno successivo hanno chiamato l’idraulico e posizionato gli appoggi nei punti giusti.
Che dire, non siamo più abituati a tale senso civico. Consiglio pertanto a tutti quell’albergo, sia per la vista sulle Dolomiti che lascia senza fiato, ma soprattutto per la disponibilità e la cortesia del signor Marco Bonapace e della sua giovane moglie, che dimostrano come un corretto comportamento sia il miglior biglietto da visita e la migliore pubblicità per la propria attività imprenditoriale.

*Vicepresidente della Consulta Regionale dell’Handicap della Regione Lazio.

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