Anche per l’ONU il 21 marzo diventa la Giornata sulla sindrome di Down

di Federico De Cesare Viola*
Il 1° novembre scorso, infatti, le Nazioni Unite hanno adottato una Risoluzione che ha sancito ufficialmente il 21 marzo come Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, assecondando in tal senso la volontà dei promotori di una petizione internazionale, cui avevano aderito anche le associazioni italiane di questo ambito. Si tratta di un riconoscimento di grande importanza e di un ulteriore passo in avanti nel lavoro di tutela e salvaguardia dei diritti e della dignità della persone con sindrome di Down in tutto il mondo

Bimba con sindrome di DownDa diversi anni, in Italia e in molti Paesi del mondo, il 21 marzo si celebra il World Down Syndrome Day, ovvero la Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, un importante appuntamento per informare, sensibilizzare e promuovere la collaborazione tra le diverse associazioni mondiali che si occupano di tutelare i diritti delle persone con sindrome di Down.
Ma perché è stata scelta proprio questa data? Perché il 21 è il numero della coppia cromosomica che caratterizza la sindrome di Down e marzo è il terzo mese dell’anno, proprio come il terzo cromosoma in più – tre invece di due – all’interno della coppia stessa.

Ebbene, lo scorso ottobre l’organizzazione DSI (Down Syndrome International – Improving Life for People with Down Syndrome),  nata in Gran Bretagna nel 1993, aveva lanciato una petizione internazionale, sostenuta anche dalle associazioni italiane, per spingere le Nazioni Unite a riconoscere il 21 marzo come Giornata Mondiale di Consapevolezza sulla Sindrome di Down [se ne legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.].
E finalmente, lo scorso 1° novembre, l’ONU ha adottato la Risoluzione A/C.3/66/L.27/Rev.1, che sancisce ufficialmente il 21 marzo come Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, un riconoscimento di grande importanza e un ulteriore passo in avanti nel lavoro di tutela e salvaguardia dei diritti e della dignità della persone con sindrome di Down in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi in Via di Sviluppo, dove sono davvero in troppi ad essere discriminati, vittime di pregiudizi o, nei casi peggiori, relegati all’interno di istituti, senza la possibilità di condurre una vita piena, autonoma e dignitosa.

La Risoluzione – firmata da ventisette Paesi (Argentina, Australia, Bangladesh, Bielorussia, Bolivia, Brasile, Egitto, Georgia, Germania, Giamaica, Guatemala, Iraq, Irlanda, Israele, Malta, Panama, Perù, Polonia, Portogallo, Repubblica Dominicana, Singapore, Siria, Slovenia, Stati Uniti, Thailandia, Turchia e Uruguay) – richiama in particolare – oltre al World Summit Outcome del 2005 [Risultati del Summit di New York del 14-16 settembre 2005, N.d.R.]  e alla United Nations Millennium Declaration [la Dichiarazione delle Nazioni Unite dell’8 settembre 2000, che ha aperto il progetto degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, N.d.R.] – la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, secondo cui «le persone con disabilità devono poter vivere una vita piena e dignitosa, in condizioni che assicurino dignità, che promuovano fiducia in sé e che facilitino la partecipazione attiva alla comunità e il godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali nello stesso modo delle altre persone».

Questo la traduzione del testo della Risoluzione:
«Nell’affermare che assicurare e promuovere la piena realizzazione dei diritti umani e delle fondamentali libertà per ogni persona con disabilità è un aspetto critico nel raggiungimento degli obiettivi concordati di sviluppo internazionale,
Consapevoli che la sindrome di Down è un adattamento cromosomico naturale che ha sempre fatto parte della condizione umana, che esiste in ogni regione del pianeta e che ha effetti comuni variabili nella capacità di apprendimento, nelle caratteristiche fisiche e nelle condizioni di salute,
Ricordando che l’accesso adeguato alle cure mediche, a programmi di intervento preventivo e di educazione inclusiva, così come ricerche appropriate sono indispensabili per la crescita e lo sviluppo dell’individuo,
Riconoscendo la dignità, il valore e il significativo contributo delle persone con disabilità intellettive nel promuovere il benessere e la diversità della loro comunità, e l’importanza della loro autonomia individuale e indipendenza, includendo la libertà di poter fare le proprie scelte,

1) Decide di designare il 21 marzo come Giornata Mondiale sulla sindrome di Down, che dovrà essere osservata ogni anno a partire dal 2012;
2) Invita tutti gli Stati Membri, tutte le principali organizzazioni delle Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali, così come la società civile, incluse le organizzazioni non governative e il settore privato, a osservare la Giornata Mondiale sulla sindrome di Down nella maniera appropriata, allo scopo di promuovere la pubblica consapevolezza della sindrome di Down;
3) Incoraggia gli Stati Membri a prendere iniziative per promuovere la consapevolezza dentro la società, comprese quelle in ambito familiare, a riguardo delle persone con sindrome di Down;
4) Chiede al Segretario Generale di portare la Risoluzione all’attenzione degli Stati Membri e dell’organizzazione delle Nazioni Unite».

*Ufficio Stampa CoorDown ONLUS (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down).

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa CoorDown ONLUS, tel. 339 5390620 (Federico De Cesare Viola), ufficiostampa@coordown.it.
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