I diritti dei disabili non sono pizze capricciose!

A chi infatti gli ha contestato un atteggiamento discriminatorio, per avere scritto ai genitori degli alunni, «sconsigliando la partecipazione alla settimana bianca a chi non è sufficientemente atletico», quel dirigente scolastico avrebbe risposto che è «assurdo insinuare una discriminazione mia e della scuola nei confronti di alcuni alunni, perché è come quando si va in pizzeria: c'è una varietà di scelta e chi magari ha lo stomaco più delicato chiede una pizza con meno ingredienti»...

Uomo con le mani suglio occhi ed espressione disperataStride alquanto, nello stesso giorno in cui il nostro sito pubblica un testo riguardante l’articolo 2 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (quello che vieta ogni tipo di discriminazione), doverci occupare di quanto abbiamo letto il 25 novembre scorso, in alcuni quotidiani nazionali, rispetto a un dirigente scolastico di Pozzallo (Ragusa). Ma si tratta di situazioni e comportamenti che crediamo non debbano mai essere lasciati cadere nel silenzio perché, come è stato saggiamente scritto, «raccontare come stanno le cose vuol dire non subirle».

In sostanza sembra proprio che il professor Orazio Caschetto, dirigente dell’Istituto Comprensivo “Giuseppe Rogasi” di Pozzallo, in vista di una settimana bianca dei propri studenti in Trentino, abbia scritto testualmente ai genitori degli alunni una lettera di questo tipo: «Occorre essere atletici perché diversamente si rischia di rovinare la gita per sé e per il gruppo. Esempio: in una gara di matematica non ci va chi ha insufficienza grave».
Non è poi del tutto chiaro – dai resoconti della «Repubblica», del «Corriere della Sera» e del «Giornale» – se il preside Caschetto abbia anche espressamente sconsigliato la gita ai bambini «obesi o disabili», ma a giudicare dai titoli di queste testate (Disabili e grassi, niente gita, nel «Corriere», Sei poco atletico o disabile? Non ti portano in gita sulla neve, nel «Giornale»), sembra proprio di sì.
Come si è difeso allora il dirigente di fronte all’indignazione espressa da alcune famiglie e anche da tre Consiglieri Comunali («è inaudito che un dirigente scolastico, educatore per definizione, possa permettersi di scrivere certe cose. Tutti hanno il diritto di partecipare ad una gita scolastica, a prescindere dal proprio fisico, estrazione sociale, colore della pelle e capacità») e dallo stesso sindaco di Pozzallo Giuseppe Sulsenti («Neanche al tempo dei balilla succedevano certe cose. Abbiamo già scritto a vari enti, compreso il ministero, affinché questo signore per incompatibilità ambientale venga al più presto allontanato»)?
Ebbene, il professor Caschetto avrebbe innanzitutto precisato che «il suo consiglio ai genitori non avrebbe nulla di perentorio» e che «abbiamo semplicemente raccomandato di partecipare se si è abbastanza atletici», concludendo come sia «assurdo insinuare una discriminazione mia e della scuola nei confronti di alcuni alunni, perché è come quando si va in pizzeria: c’è una varietà di scelta e chi magari ha lo stomaco più delicato chiede una pizza con meno ingredienti»… Ecco, l’accostamento è sin troppo facile: il diritto alle pari opportunità che diventa come una pizza capricciosa o quattro stagioni!
Va aggiunto poi – anche per far capire meglio le ragioni di un’azione così forte, come l’allontanamento del Dirigente Scolastico, richiesto dal Sindaco – che qualche tempo fa nella stessa scuola sembra non avesse “trovato posto” un alunno con disabilità.

Cosa aggiungere di più? Forse il commento del network Hub School Sport, che ringraziamo per averci segnalato la notizia e secondo i cui responsabili, «una persona di quella “stazza culturale” non la farebbero avvicinare se non a cento metri da una scuola»!
Da parte nostra, anche a costo di essere ripetitivi, crediamo sia giusto riprendere una volta ancora quanto scrive il secondo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani («Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione»), per capire quanto siano le vere le parole pronunciate qualche giorno fa dagli esponenti della Tavola della Pace, ovvero quanto «quei diritti continuino a essere violati in tante parti del mondo e anche nel nostro Paese». (Stefano Borgato)

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