È stato pubblicato nel novembre scorso, dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Secondo Rapporto sulla Non Autosufficienza in Italia. Assistenza territoriale e cure domiciliari, in cui si prosegue l’analisi avviata nella precedente edizione, sui temi appunto dell’assistenza territoriale, delle cure domiciliari e della sostenibilità dei modelli di welfare.
Il duplice obiettivo del testo, curato da Angelo Lino Del Favero, è quello di fotografare la situazione attuale rispetto alla non autosufficienza nel nostro Paese e di avanzare alcune proposte correttive.
«La centralità della persona e il principio di sussidiarietà costituiscono i binari sui quali condurre il rinnovamento del nostro sistema di welfare, per superare le resistenze culturali che ancora troppo spesso si annidano nella nostra società – e soprattutto nelle burocrazie – e colmare il divario tra Nord e Sud del Paese in termini di efficienza e qualità dei processi erogativi», scriveva nella prefazione del Rapporto l'”allora” ministro Sacconi.
Nell’ultimissimo periodo, poi, con il nuovo Governo Monti, le prospettive sono cambiate, ma gli orientamenti che venivano proposti tramite dei focus specifici e la presentazione di buone prassi già attivate in alcune realtà territoriali restano, ci auguriamo, delle linee-guida.
Ecco nel dettaglio di che cosa si tratta:
– rafforzamento del Distretto Socio-Sanitario come “cabina di regia” sussidiaria della rete dei servizi territoriali, punto d’incontro degli attori istituzionali, professionali e del terzo settore;
– attuazione dei processi di deospedalizzazione a favore di una maggiore dotazione di servizi residenziali, semiresidenziali e domiciliari. Nello specifico, modifica dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), con trasferimento di funzioni e risorse dall’ambito ospedaliero al territorio, alle non autosufficienze, alla domiciliarietà, nel rispetto dei costi standard dei macro livelli assistenziali [si legga cliccando qui, nel nostro stesso sito, un testo riguardante le aperture del nuovo ministro della Salute Renato Bertuzzi sui LEA, N.d.R.];
– sviluppo dei fondi integrativi, principalmente attraverso la contrattazione collettiva e l’incentivazione fiscale, e disciplina della compartecipazione alla spesa al fine di allargare la platea dei beneficiari;
– revisione dell’attuale assetto dell’indennità di accompagnamento, trasferendo le competenze dal livello centrale a quello regionale, promuovendo una gestione integrata delle risorse sociali e introducendo una correlazione tra l’accesso alla prestazione e le condizioni economiche del beneficiario.
*Presso la sede del Centro per l’Autonomia Umbro vi è anche la sede della FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
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