Umbria: non nascondersi più dietro al meschino slogan «Non ci sono risorse»!

di Raffaele Goretti*
«Ripartiamo dai diritti e costruiamo un nuovo modello di welfare», è l'appello lanciato dal vicepresidente della FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), nel prendere atto dei continui tagli riguardanti i servizi destinati alle persone con disabilità e alle loro famiglie. E ricorda che «non si può continuare a tagliare indiscriminatamente con il solo intento di "risparmiare", perché non si può risparmiare (quattro spiccioli) sui diritti sanciti dalle leggi, né si possono sottrarre risorse senza valutarne l'impatto sociale e le ricadute sulla qualità della vita di persone già a rischio di esclusione sociale, con gravi pericoli anche per le loro famiglie: chi lo fa se ne assume una gravissima responsabilità di fronte all'Opinione Pubblica»

In primo piano dito puntato. Sullo sfondo viso sfuocato di un uomoI tagli ad  alcuni servi sociali attuati dal Comune di Perugia interessano, tanto per non cambiare, le persone con disabilità! Già recentemente la FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) aveva denunciato il rischio di vedere letteralmente “sparire” i fondi dedicati all’inclusione sociale e in particolare quelli dedicati alle persone con disabilità [se ne legga nel nostro sito cliccando qui e qui, N.d.R.].
Sappiamo bene che il Governo Berlusconi, prima della sua fine, ha praticamente azzerato il fondo dedicato alle politiche sociali, portandolo da circa 2 milioni di euro praticamente a zero, in due anni di politiche di smantellamento del welfare e di attacco indiscriminato alle persone con disabilità e alle loro famiglie. A fronte di queste dissennate pratiche, non si è a tutt’oggi avuto il coraggio politico di mettere mano a una riorganizzazione seria dei servizi e delle attività che costituiscono complessivamente le attività del welfare.

Senza un’attenta valutazione dei bisogni e delle necessità che esprimono le persone con disabilità e le loro famiglie, si rischia di vedere tagliati indiscriminatamente servizi importanti, che di fatto costituiscono uno dei pochi strumenti per una reale azione di inclusione sociale, ciò che sta succedendo ad esempio per le borse lavoro rivolte alle persone in situazioni di svantaggio sociale. Tagliare questi strumenti, infatti, significa di fatto cancellare ogni possibilità di reinserimento e di recupero dell’autonomia, significa, in ultima analisi, contraddire le azioni fin li intraprese per restituire alla persona la dignità, l’autonomia e l’autostima.
Non si può continuare a far pagare il prezzo della crisi economico-finanziaria alle persone più esposte al rischio di emarginazione, né alle loro famiglie, già duramente provate dall’emergenza sociale.
Qualsiasi Amministrazione – sia di destra di sinistra o di centro – dev’essere impegnata a tutelare i valori intangibili della dignità della persona, a maggior ragione se questa persona esprime una disabilità. Lo ha ricordato anche il presidente Napolitano: «Prima di tutto politiche di sostegno alle persone più deboli…».
Non si può insomma continuare a tagliare indiscriminatamente con il solo intento di “risparmiare”, perché non si può risparmiare (quattro spiccioli) sui diritti sanciti dalle leggi, né si possono sottrarre risorse senza valutarne l’impatto sociale e le ricadute sulla qualità della vita di persone già a rischio di esclusione sociale, con gravi pericoli anche per le loro famiglie: chi lo fa se ne assume una gravissima responsabilità di fronte all’Opinione Pubblica.

La FISH Umbria è impegnata fortemente per tutelare e promuovere il rispetto dei diritti sanciti a sostegno delle persone con disabilità e le loro famiglie, affinché tutte le Amministrazioni rispettino gli indirizzi legislativi e si impegnino a sostenere ciò che le norme prevedono, senza nascondersi meschinamente dietro allo slogan «Non ci sono risorse». 
Riteniamo che  solo in questo modo responsabile e serio, la politica possa riscattarsi nei confronti dei Cittadini e restituire fiducia e speranza a chi ogni giorno è chiamato a fare sacrifici, partendo anche da condizioni di svantaggio sociale, ma che tiene ben salda la sua dignità e la sua autonomia di persona: ripartiamo dai diritti e costruiamo un nuovo modello di welfare.

*Vice presidente della FISH Umbria (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Share the Post: