Contusa e felice!

Intervista a Cinzia Chiarini*
Si descrive così - parafrasando una nota canzone con grande autoironia - Cinzia Chiarini, paraplegica a causa di un incidente, donna che cerca di gustare la vita "a pieni morsi", urlando la propria femminilità e utilizzando tutta la sua creatività, per sensibilizzare a tematiche sociali importanti, attraverso la realizzazione di progetti grafici e teatrali. Nel dicembre scorso ha anche sfilato all'interno della prima edizione di "Modelle & Rotelle", concorso-evento organizzato da Vertical - Fondazione per la cura della paralisi, per raccogliere fondi e per sensibilizzare sul tema della disabilità al femminile

Cinzia ChiariniSi descrive parafrasando il titolo di una nota canzone di Carmen Consoli (Confusa e felice, che automaticamente diventa “contusa e felice”) la vulcanica creativa Cinzia Chiarini di Pontedera (Pisa), paraplegica a causa di un incidente. Cinzia – che nel ’98 realizzò anche il calendario Toglietemi tutto, ma non la mia carrozzina – è una donna che morde la vita gustandola a pieni morsi, urlando la sua femminilità e utilizzando tutta la sua creatività, per sensibilizzare a tematiche sociali importanti, attraverso la realizzazione di progetti grafici e teatrali molto interessanti.
Nel dicembre scorso ha anche sfilato sulla passerella del Crystal Club di Roma, per la prima edizione di Modelle & Rotelle, concorso-evento organizzato da Vertical – Fondazione per la cura della paralisi, per raccogliere fondi e per sensibilizzare al tema della disabilità al femminile [di tale evento si legga nel nostro sito cliccando qui e qui, N.d.R.]. (Annalisa Benedetti)

Com’è andata, Cinzia, a Modelle & Rotelle?
«Una bella manifestazione, un bell’impatto con il pubblico che si è integrato molto bene e ha risposto con entusiasmo all’evento. La mia sensazione è stata quella di una cosa molto positiva. Ho provato una grande emozione come sempre provo quando vado in scena. Il posto non era male, il corridoio un po’ piccolo, ma questo ha contribuito ad amalgamarci meglio con il pubblico che stava direttamente ai lati, acclamandoci senza mai smettere di battere le mani. Ai VIP non ho fatto caso».

In quante eravate a sfilare?
«Trenta ragazze in tutto e io avevo il numero 29».

Chi ha studiato il tuo look? Rispecchiava la tua personalità? Valorizzava la tua femminilità?
«Diversi stilisti con le loro collezioni si sono resi disponibili e hanno messo a disposizione la loro esperienza. Ci hanno vestito rispettando la nostra personalità e le nostre esigenze. Il vestito che ho indossato mi rispecchiava e valorizzava la mia personalità, diciamo che mi ci sentivo bene dentro».

Questa è stata la prima volta che hai partecipato a una manifestazione simile? Che cosa ti ha spinto ha parteciparvi? E come ci sei arrivata?
«Non è la prima volta che sfilo. Lo avevo già fatto nel 2000 a Roma, all’EUR, durante un’iniziativa organizzata da Ileana Argentin [oggi deputata, N.d.R.]. Eravamo sedici ragazze tutte in carrozzina e poi ho ripetuto l’esperienza in qualche sfilata locale nella zona dove abito, ma dove l’unica a sfilare in carrozzina ero io.
A partecipare a Modelle & Rotelle mi ha spinto quella punta del mio sano ego a cui piace sempre mettersi in mostra. E la convinzione che una ragazza, nel mio caso una donna, debba avere pari opportunità da vivere indipendentemente se su un “trono” a ruote o meno. Il mondo non è solo di chi sta in piedi. Su questa terra ci dev’essere posto per tutti e tutti devono avere gli stessi diritti e le stesse opportunità, ognuno rispettando i propri doveri.
Alla sfilata sono arrivata in macchina… ahahahahahah… scherzo!!! Conosco Fabrizio Bartoccioni, fondatore e presidente di Vertical da sedici anni, e come si dice in Toscana, siamo “compagni di merende”. Eravamo in ospedale insieme al Centro Traumatologico Ortopedico di Firenze. Mi ha chiesto lui se volevo partecipare».

Un'altra bella immagine di Cinzia ChiariniC’era anche una giuria che al termine della serata avrebbe decretato “Miss Vertical 2012”, ovvero scelto colei che, per un anno, nelle occasioni ufficiali rappresenterà la Fondazione Vertical. Che clima si respirava dietro le quinte per questo? C’era competizione?
«Competizione? Io non l’ho avvertita. C’era solo un grande entusiasmo da parte di tutti per l’evento. Personalmente sono molto felice per Francesca Lazzaro che ha vinto».

Hai stretto legami particolari in questa occasione? Hai trovato spunti creativi da riproporre per le tue attività?
«Diciamo che per ora ho allargato la cerchia delle mie amicizie. Bello sarebbe poter organizzare eventi di questo genere, ma purtroppo con i tempi che corrono è dura reperire fondi per tutto, non solo per questo!».

Credo sia venuto il momento di conoscere la Cinzia di tutti i giorni, ora. Chi è? Che cosa fa?
«Cinzia di tutti i giorni è una donna che viaggia a ruota libera. Una testa e uno spirito libero che sogna, che ama, vive da sola in campagna circondata da bellissime colline toscane. Una donna che ha costruito la sua indipendenza organizzandosi in funzione dei suoi limiti. Guida la macchina, si muove indipendentemente, va in piscina, fa laboratorio teatrale, organizza laboratori sul riciclaggio nelle scuole e crea oggetti con materiali riciclati, recuperando ciò che comunemente viene buttato… Una creativa, direi! Inoltre legge, scrive, ascolta musica e le piace il cinema, una donna che vive intensamente la sua vita, circondata da persone che le vogliono bene».

Ci racconti, a modo tuo, il passaggio dal mondo “normale” a quello di Oz [Il mondo di Oz è un’associazione di cui Cinzia Chiarini è tra i fondatori. Se ne parlerà successivamente, in questa stessa intervista, N.d.R.]?
«Una sera di settembre lo scontro con un albero ha cambiato il percorso della mia vita in un nano secondo. Improvvisamente, mi son trovata catapultata in un mondo a me sconosciuto, quello dell’handicap. Impatto duro, ma che non ha intaccato la mia voglia di vivere e di credere nella vita. Ho solo messo un punto e da qui sono ripartita. Certo, non è stato facile ripartire e niente mi è stato regalato. Ho pianto, sofferto e lottato per riorganizzare la mia vita, sapevo che avevo dentro di me la forza e l’energia per farlo. Dovevo raggiungere un mio equilibrio e ci son riuscita. Oggi mi sento una donna pienamente soddisfatta di sé – contusa e felice – con ancora tante cose da fare, scoprire e soprattutto da imparare.

Contusa e felice… Colgo una forte autoironia. Lo sei diventata, autoironica, o lo sei sempre stata?
«Sono sempre stata una persona molto ironica, mi piace ridere e far ridere. Il mio spirito toscano contribuisce alla mia ironia».

Il mondo delle donne e quello delle donne con disabilità spesso corrono su due binari paralleli. Perché?
«Perché spesso una donna con disabilità viene identificata come la “poverina che niente può”. Niente storie d’amore, né storie di sesso, né storie di moda, di sfilate, di lavoro… Una donna disabile viene identificata solo come tale, invece noi donne disabili siamo e ci sentiamo donne e a tutti gli effetti, nonostante i nostri limiti, ma purtroppo esistono ancora molti pregiudizi e vizi di pensiero a riguardo. C’è ancora tanto da fare per sconfiggere queste barriere mentali».

Vuoi parlarci del Mondo di Oz?
«Il mondo di Oz è un’associazione culturale che vuole mettere in evidenza e sensibilizzare le persone sull’handicap e i disagi della società odierna, attraverso la cultura e le sue principali discipline artistiche: pittura, musica, video installazioni, performance, teatro, narrativa, fumetto, scultura, fotografia, design.
Progetti per adesso non ce ne sono, perché mancano i fondi per sostenerli. Per il momento stiamo gestendo le nostre due collettive di quadri a riguardo dell’argomento».

Terminiamo con un gioco. Immaginiamo che il 21 dicembre prossimo finisca davvero il mondo. Abbiamo però la possibilità di traslocare su un altro pianeta e possiamo portare solo tre esemplari di film, libri, persone, oggetti e alimenti…
«Per i film Il fantastico mondo di Amelie, Il cielo sopra Berlino e un film di Pedro Almodovar; per i libri Il piccolo principe di Antoine Saint-Exupéry, Vivere, amare, capirsi! di Leo Buscaglia e Undici minuti di Paulo Coelho; per le persone, “l’omo della mia vita”, un amico/a e un familiare; per gli oggetti il mio “trono a ruote”, il computer e i cateteri; per gli alimenti, la pasta, il pane e la nutella… che pianeta sarebbe senza nutella!?!».

Il video dell’evento Modelle & Rotelle, del quale si parla nell’intervista, è disponibile in YouTube, cliccando qui.

*Intervista curata da Annalisa Benedetti e già apparsa nel sito del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), con il titolo Contusa e felice. Intervista a Cinzia Chiarini. Viene qui ripresa, con alcuni riadattamenti al contesto, per gentile concessione.

Il Gruppo Donne UILDM
13 eventi e altrettante pubblicazioni della collana Donna e disabilità, un centinaio tra articoli, interviste, recensioni, adesioni a campagne ecc., organizzati per temi, circa 80 segnalazioni di film attinenti alle donne disabili, più di 450 segnalazioni bibliografiche e circa 600 risorse internet schedate: parlano da sole le cifre del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), che costituisce certamente una delle esperienze più vive e interessanti – nel campo della documentazione riguardante la disabilità – avviata nel 1998 in modo informale.
Gli obiettivi originari erano da una parte quello di raggiungere le pari opportunità per le donne con disabilità, attraverso una maggiore consapevolezza di sé e dei propri diritti, dall’altra cogliere la “diversità nella diversità”, riconoscendo la specificità della situazione delle donne disabili.
Poi, nel corso degli anni, il Gruppo ha cambiato in parte il proprio ambito d’interesse, oltre a non essere più composto da sole donne e a non occuparsi esclusivamente di questioni femminili. La stessa disabilità è diventata uno dei tanti elementi in un percorso di integrazione e di apertura su più fronti.
Nel 2008, per festeggiare il suo decimo “compleanno”, il Coordinamento del Gruppo Donne (composto attualmente da Francesca ArcaduAnnalisa Benedetti, Valentina Boscolo, Oriana Fioccone, Simona Lancioni, Francesca Penno, Anna Petrone, Fulvia Reggiani e Gaia Valmarin) ha deciso di investire di più in informazione e in documentazione, recuperando i suoi obiettivi originari, senza rinunciare all’apertura quale tratto distintivo. E così – come in un laboratorio – è iniziato un lavoro finalizzato a organizzare e rendere fruibili, attraverso il proprio spazio internet, le informazioni che circolano all’interno del Coordinamento stesso.
Un importante, ulteriore salto di qualità, infine, si è avuto con la creazione di un repertorio (VRD – Virtual Reference Desk), che raggruppa le varie risorse fruibili in internet (in lingua italiana) di e su donne con disabilità (il nostro sito se n’è occupato con l’articolo disponibile cliccando qui).
Recentemente il Gruppo Donne UILDM ha anche ricevuto da Decima Musa Caravaggio (Associazione Culturale Europea-Compagnia Teatrale) il Premio Decima Musa «per il valore di un’attività finalizzata al raggiungimento delle pari opportunità, che sottolinea e affronta il problema specifico e la situazione delle donne disabili» (se ne legga nel nostro sito cliccando qui).

L’indirizzo del Gruppo Donne UILDM è www.uildm.org/gruppodonne. Al repertorio di cui si è detto, si accede cliccando qui. Il Gruppo Donne UILDM è anche su Facebook (cliccare qui).

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