«Quest’uomo, invalido al cento per cento, è stato in coma e dopo esserne uscito, nel gennaio del 2011, aveva inoltrato domanda all’INPS per il riconoscimento della Legge 104, a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. Ebbene, solo il 24 gennaio scorso – ovvero più di un anno dopo la sua domanda – ha ricevuto la comunicazione che sarebbe stato visitato il 22 febbraio. Ma in quella data nessuno specialista si è presentato, né ha comunicato lo spostamento della visita. Successivamente l’ASL ha informato che “le notifiche dell’INPS sono puramente simboliche” e che la persona verrà probabilmente visitata verso marzo. Quell’uomo, dunque, se tutto andrà bene, avrà il riconoscimento della Legge 104 circa un anno e mezzo dopo la sua domanda, ma fino a quel momento non potrà rivendicare alcun diritto civile, né permessi per l’assistenza o agevolazioni fiscali».
Non meritano ulteriori commenti le parole usate da Claudio Ferrante – il presidente dell’associazione abruzzese Carrozzine Determinate*, già ben nota ai nostri Lettori per le sue battaglie contro le barriere architettoniche – rispetto a quanto accaduto a un Cittadino con disabilità di Montesilvano (Pescara), affetto da cardiopatia e da diabete.
A questo punto, però, non può non tornare alla mente quanto scriveva su queste stesse pagine, circa un anno fa, Carlo Giacobini e che Ferrante ha fatto bene a riprendere quasi testualmente nella sua denuncia della vicenda al quotidiano abruzzese «Il Centro».
Citiamo dal nostro articolo dell’11 febbraio 2011, intitolato I ritardi dell’INPS e la pazienza sempre più scarsa dei Cittadini (disponibile integralmente cliccando qui): «Nell’ottobre del 2009 […] una Determinazione del presidente e commissario straordinario dell’INPS Antonio Mastrapasqua (n. 189 del 20 ottobre 2009) fissava le Linee Guida – poi perfezionate e diffuse con la Circolare INPS n. 131 del 28 dicembre 2009 – volte a stabilire una serie di nuovi procedimenti per il riconoscimento dell’invalidità civile. Una rivoluzione copernicana, doveva essere. Anche il Cittadino ne sentiva il bisogno: in moltissime realtà i tempi di attesa e la macchinosità dei procedimenti erano ormai insostenibili, disagi che diventavano insopportabili, notando come, invece, in alcune ASL i tempi di attesa fossero decisamente più contenuti. L’intento dell’INPS era sì quello indicato dal Legislatore, ispirato a logiche di maggior controllo e trasparenza, ma forse ne poteva sortire qualcosa di positivo anche per i diretti interessati. Con l’articolo 20 della Legge 102/09 (3 agosto 2009), erano state poi affidate nuove competenze all’INPS, che ora è titolare di quasi tutte le fasi: raccogliere le domande; partecipare alla valutazione assieme alle Commissioni ASL con i propri medici; verificare e convalidare i verbali; inviarli agli interessati; erogare le eventuali provvidenze economiche. E resistere in giudizio in caso di contenziosi».
«Dal primo gennaio 2010 – proseguiva Giacobini – l’INPS doveva pertanto avviare una procedura rivoluzionaria. Tutto doveva transitare su piattaforma informatica e telematica, con la possente, qualificata e centralizzata gestione dell’Istituto stesso. Tutto gestito online: la domanda di accertamento, la convocazione, il verbale di visita, la documentazione sanitaria, la validazione e la concessione delle eventuali provvidenze economiche. I passaggi dovevano essere, negli intenti, molto più veloci, tanto che, nella citata Circolare n. 131 del 2009, si prevedeva che le convocazioni a visita fossero di norma effettuate entro 30 giorni (15 nei casi gravi), che la validazione da parte dell’INPS si concludesse al massimo entro 30 giorni dalla visita e che l’erogazione delle provvidenze avvenisse al massimo entro 120 giorni dalla data di presentazione di domanda. Una “vera pacchia” a confronto dei tempi di attesa precedenti (spesso si attendeva ben oltre un anno per ottenere le provvidenze economiche). E poi la trasparenza: ogni Cittadino, o il patronato che lo assiste, può verificare online lo stato della sua pratica. Insomma, al momento della presentazione delle nuove procedure, sembrava di avere spiccato un salto in avanti di dieci anni, nel giro di pochi mesi. E i mugugni di qualche ASL apparivano fuori luogo di fronte a una prospettiva così allettante».
«Ebbene – si concludeva -, a distanza di sedici mesi da quella prima Determinazione, il sistema si sta dimostrando tragicamente fallimentare, almeno per i Cittadini».
Che cosa aggiungere di più, se non che ora siamo nel febbraio del 2012? (S.B.)
*carrozzinedeterminate@hotmail.com.
Articoli Correlati
- Gravi cerebrolesioni acquisite: associazionismo e alleanza terapeutica Un modo di assistere diverso, con il mantenimento dell'ambiente familiare e delle relazioni affettive, dei ritmi e dei riti della vita quotidiana, un modello da attuare però in un contesto…
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…
- Sordocecità, la rivoluzione inclusiva delle donne Julia Brace, Laura Bridgman, Helen Keller, Sabina Santilli. E poi Anne Sullivan. Le prime quattro erano donne sordocieche, la quinta era “soltanto” quasi completamente cieca, ma non si può parlare…