Sarà un incontro molto particolare, quello di sabato 17 marzo all’Auditorium del Liceo Classico Minghetti di Bologna (ore 10.15), dove Fulvio De Nigris – dialogando con Anna Bassi, consigliere dell’Associazione dei Minghettiani, che ha promosso l’iniziativa – presenterà il suo libro Sento che ci sei. Dal silenzio del coma alla scoperta della vita, uscito nel 2011 (Rizzoli, Collana “I libri della speranza”) e del quale il nostro sito si è già ampiamente occupato (se ne legga cliccando qui).
Il Liceo Minghetti, infatti, era stato frequentato da Luca, al quale oggi è stata dedicata anche un’aula, il figlio perso da Fulvio De Nigris e da Maria Vaccari, dopo un lungo coma durato duecentoquaranta giorni, che il padre ha rifiutato di subire passivamente e che ha vissuto ora per ora, accompagnando Luca in un difficile cammino e sentendolo vicino nell’apparente lontananza dello stato vegetativo.
Sento che ci sei racconta appunto l’esperienza del coma vissuta come “rinascita”, come un dialogo silenzioso che si trasforma in un intenso richiamo alla vita, nell’affrontare il dolore e la malattia di una persona cara, esperienze che possono portare chi le affronta a rimettere in discussione le proprie certezze e a cercare nuove forme di comunicazione e di relazione.
Nel libro, naturalmente, si parla anche delle realizzazioni concrete attuate da De Nigris, vale a dire l’Associazione degli Amici di Luca e la Casa dei Risvegli Luca De Nigris, innovativa struttura dell’Ospedale Bellaria di Bologna.
Come scrive nella prefazione l’attore Alessandro Bergonzoni, testimonial “storico” degli Amici di Luca, «Sento che ci sei punta al risveglio dei non coinvolti, dei sani cronici, dei fortunati, dei bene-stanti, perché sono quelli che hanno gli organi dell’immedesimazione atrofizzati».
Ma il libro vuole anche essere un momento di aiuto, appellandosi alla risorsa che ognuno ha nel proprio intimo: se stesso. Ed è per questo che un’appendice importante di esso è costituita dalle testimonianze di altri familiari che accudiscono un proprio caro, mettendo in atto giorno per giorno gli strumenti di una nuova comunicazione in un nuovo stile di vita, ripetendosi le parole «sento che ci sei!».
«Io vi ho detto quello che ho provato, che ho imparato – scrive De Nigris nelle conclusioni del volume – quello che conosco e ve l’ho donato, essendo il tramite di quello che Luca è stato e ancora è. Ora tocca a voi. Ditelo, scrivetelo, agitelo. Che abbiate perduto un figlio o una persona cara, che ancora stiate vivendo il percorso di una disabilità, del coma e dello stato vegetativo, siate portavoci della vostra storia non per un fine narcisistico, ma per cambiare qualcosa». (S.B.)
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