«Con la tenacia, il coraggio e la passione siamo riusciti a riunire tutte le energie e gli entusiasmi che servivano per arrivare a questo grande risultato. Le modalità di raccolta del denaro per il ricorso, la grande partecipazione dei genitori di bambini diciamo “a norma” ha finalmente spezzato quel cerchio di isolamento e solitudine che ingabbiava le famiglie delle persone con disabilità e che rappresentava anche uno splendido alibi per chi continuava cinicamente a tagliare insegnanti e ore di sostegno. Non era normale, non era giusto, non era civile e questo ricorso, voluto da Cittadini in favore di altri Cittadini, l’ha dimostrato. Dobbiamo perseverare in nome della legalità e della democrazia, per una scuola pubblica davvero adeguata ai nostri figli».
Così uno dei genitori coinvolti nel ricorso collettivo promosso nei confronti del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio, dal Coordinamento Scuole Elementari di Roma, tramite una raccolta fondi, ha commentato la Sentenza n. 2199, depositata il 5 marzo dallo stesso TAR di Lazio, che ha dato ragione alle tredici famiglie che avevano chiesto di ottenere il rapporto di 1 a 1 – tra alunno e insegnante di sostegno – nei casi di grave disabilità certificata (su tale provvedimento si legga anche l’ampia analisi, nel nostro sito, elaborata da Salvatore Nocera, cliccando qui).
Dal canto suo, il Coordinamento sottolinea che «Il ricorso ha avuto il grande merito di coinvolgere anche coloro che non ne erano direttamente interessati e di fare emergere il tema dell’inclusione scolastica, troppo spesso disattesa». Non un semplice ricorso, quindi, ma «un grande e significativo momento di partecipazione, di tante famiglie e scuole, con un esito positivo che non riguarda solamente le tredici famiglie ricorrenti, ma che assume una valenza sociale e di civiltà del Paese, in linea con i principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione».
Oggi, però, il Coordinamento intende anche evidenziare che «i ricorsi da soli non possono costituire la soluzione di un problema che riguarda decine di migliaia di alunni, di famiglie e la scuola pubblica». Per questo, «attraverso la condivisione di un’idea di scuola pubblica i cui princìpi siano la partecipazione, la comunità, l’uguaglianza e la diversità come risorsa», è stato promosso un presidio per giovedì 22 marzo a Roma (ore 16.30), davanti al Ministero dell’Istruzione (Viale Trastevere, 76), ove una delegazione chiederà di essere ricevuta, per «pretendere che il diritto alle pari opportunità e al successo formativo sia pienamente garantito a tutte e a tutti».
Un’iniziativa che intende coinvolgere proprio tutte le componenti che ruotano attorno al mondo della scuola (bambini, genitori, nonni, insegnanti, personale ATA) e ogni altro Cittadino, per ricordare, come dichiarano i componenti del Coordinamento, rifacendosi alla Sentenza 80/10 della Corte Costuzionale, che «i diritti all’istruzione, all’educazione e all’integrazione scolastica della persona con disabilità sono diritti pieni, non suscettibili di affievolimento neanche a fronte di carenze di organico ovvero di stringenti esigenze di bilancio, costituendo essi “un nucleo indefettibile di garanzie per gli interessati”». (S.B.)
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