A rischio l’assistenza educativa nelle scuole superiori lombarde

Lo denuncia la LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap), sottolineando ancora una volta - dopo i problemi analoghi registrati all'inizio del presente anno scolastico - che la differente interpretazione della norma nazionale viene enfatizzata dai Comuni e dalle Province, per "mascherare" la ragione reale di questo rimpallo di responsabilità, vale a dire «un semplice problema di risorse»

Ragazzo con disabilità a scuolaE così, come viene denunciato dalla LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) – la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che più volte in passato aveva già evidenziato il pericolo -, con l’inizio del prossimo anno scolastico i ragazzi con disabilità che frequentano le scuole superiori nellla Regione rischieranno realmente di trovarsi senza il servizio di assistenza educativa.
«Già ora – dichiara infatti Fulvio Santagostini, presidente della LEDHA – ci arrivano segnalazioni di diverse famiglie a cui i Comuni hanno preannunciato l’intenzione di non proseguire il servizio. D’altra parte le Province continuano ad affermare la loro non competenza a riguardo. Rischia così di riproporsi una situazione di incertezza che mette a rischio il diritto allo studio di molti ragazzi con disabilità».

Che del resto il rimpallo di responsabilità tra Comuni e Province vada avanti da tempo, la LEDHA – come accennato – non aveva certo macato di sottolinearlo nemmeno all’inizio del presente anno scolastico, di fronte alle gravi difficoltà incontrate dai ragazzi e dalle loro famiglie (se ne legga nel nostro sito, al testo intitolato Alunni come «vasi di coccio» tra Comuni e Province, cliccando qui).
In quella fase la situazione si era risolta solo dopo alcuni mesi e grazie all’intervento dei Comuni lombardi che, ancora una volta, avevano deciso di garantire questo fondamentale servizio agli alunni con disabilità.
«La causa principale del problema – secondo Santagostini – è una differente interpretazione della norma nazionale [articolo 139 del Decreto Legislativo 112/98, N.d.R.], che viene enfatizzata, a nostro avviso, per un semplice problema di risorse». Da ricordare, in tal senso, che il servizio erogato dai Comuni ha un costo complessivo di 15 milioni di euro.

La LEDHA ha scritto quindi una lettera a tutti i soggetti interessati e a Valentina Aprea, assessore all’Istruzione della Regione Lombardia, per chiedere che si trovi, entro la fine dell’anno scolastico, una soluzione che consenta di guardare con tranquillità all’apertura delle scuole dopo la pausa estiva. E che possa vedere garantito senza ritardi e disagi il pieno diritto allo studio per tutti i ragazzi con disabilità che frequentano le scuole superiori della Regione. (S.B.)

La lettera della LEDHA ai soggetti istituzionali, di cui si parla nel presente testo, è disponibile cliccando qui. Sui contenuti qui trattati, suggeriamo anche la lettura – sempre nel nostro sito – di: L’assistente all’autonomia e alla comunicazione: adempimenti e funzioni (di Francesco Marcellino, cliccare qui); Autonomia e comunicazione: due diritti fondamentali (a cura di Salvatore Nocera, cliccare qui); Alunni come «vasi di coccio» tra Comuni e Province (a cura della LEDHA, cliccare qui).
Per ulteriori informazioni: ufficiostampa@ledha.it, giovanni.merlo@ledha.it (Giovanni Merlo).
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