La Food and Drug Administration si pronuncia su CCSVI e sclerosi multipla

Un recente comunicato di sicurezza - prodotto infatti dal noto ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione in materia di salute - intende informare sullo stato delle conoscenze riguardanti i legami tra CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e sclerosi multipla, oltreché sui rischi associati ai relativi trattamenti. In particolare l'FDA evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per una migliore comprensione del rapporto tra CCSVI e sclerosi multipla, per poter guidare con maggiore certezza le scelte dei pazienti e del personale medico. Il documento riprende sostanzialmente i contenuti espressi nel 2011 dal Consiglio Superiore di Sanità del nostro Ministero della Salute e due mesi fa in Gran Bretagna dalle Linee Guida dell'Istituto Nazionale per la Salute e l'Eccellenza Clinica

Ombra di ricercatore al lavoro al microscopio su sfondo verdeAnche il nostro sito si è a suo tempo occupato della questione riguardante il rapporto tra la CCSVI (insufficienza venosa cerebro-spinale cronica) e la sclerosi multipla, tuttora al centro di una serie di ricerche e sperimentazioni (se ne legga cliccando qui).
Un importante documento arriva ora dalla U.S. Food and Drug Administration (FDA), il noto ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione in materia di salute, che il 10 maggio scorso ha diramato un comunicato di sicurezza (disponibile integralmente in inglese cliccando qui), relativo appunto al trattamento della CCSVI nelle persone con sclerosi multipla e indirizzato alle persone stesse, alle loro famiglie e agli assistenti di cura, ma anche ai neurologi, agli interventisti (radiologi, chirurghi vascolari e neurochirurghi), ai ricercatori clinici, ai Comitati Etici e a tutti gli operatori professionali coinvolti nella cura di questa grave malattia del sistema nervoso centrale, cronica, imprevedibile e progressivamente invalidante, che riguarda circa 63.000 persone in Italia, soprattutto i giovani tra i 20 e i 30 anni e le donne in un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini.

«Scopo del comunicato dell’FDA  – come viene spiegato dall’AISM, l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla impegnata a propria volta con la sua Fondazione FISM e con altre associazioni internazionali, a sostenere ricerche che diano certezze sul legame tra CCSVI e sclerosi multipla (ad esempio lo studio epidemiologico e multicentrico CoSMo) – è informare le persone con sclerosi multipla sullo stato delle conoscenze in materia di CCSVI e sclerosi multipla e sui rischi associati al trattamento in oggetto. In particolare l’FDA evidenzia la necessità di ulteriori ricerche per una migliore comprensione del rapporto tra CCSVI e sclerosi multipla, che possa guidare con maggiore certezza le scelte dei pazienti e del personale medico».

I contenuti della comunicazione prodotta dall’FDA – va ricordato infine – sono in linea con quelli diffusi sulla questione dal Consiglio Superiore di Sanità del nostro Ministero della Salute, con la Circolare inviata il 4 marzo 2011 a tutti gli Assessori Regionali alla Sanità e con quelli evidenziati il 28 marzo di quest’anno nelle Linee Guida prodotte in Gran Bretagna dal NICE, l’Istituto Nazionale per la Salute e l’Eccellenza Clinica (si vedano entrambi i documenti – il secondo in inglese – cliccando qui e qui). (S.B.)

Oltre che dei nostri testi intitolati Sclerosi multipla e CCSVI: un po’ di chiarezza grazie all’AISM (cliccare qui) e Perché la FISM ha deciso di non finanziare quel progetto (cliccare qui), suggeriamo anche la lettura del dossier prodotto dall’AISM in ambito di CCSVI, cliccando qui.
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