Come tutte le altre persone, anche quelle con disabilità gravissima a volte vanno in vacanza, “a volte” perché la situazione economica generale, e in particolare quella delle loro famiglie, pone serissimi problemi. Ma chi è abituato a lottare quotidianamente per la vita diviene spesso, suo malgrado, una “miniera” di astuzie e di tattiche e se si riesce a fronteggiare la “nera Signora con il falcetto in mano”, destreggiarsi tra aumenti, tasse e servizi evanescenti è un percorso di ordinaria amministrazione.
E così siamo pronti: sei giorni in Olanda, volo low cost, albergo nel centro di Amsterdam, già molto stanchi prima di partire, a causa della complessità dei preparativi.
Esistono alcune liste, tra loro sottilmente differenti, di cose da portare e sono appunto tali “sottili differenze” a vivacizzare i preparativi. Comunque alla fine, dopo alcuni giorni di lavoro, riusciamo a colmare inverosimilmente otto valigie (sette e mezza per Silvia, la restante mezza valigia – piccola – spartita tra gli altri tre) e un numero imprecisato di bagagli a mano.
L’imprevedibilità della salute di Silvia ci costringe a prenotare con scadenza assai breve: per il volo nessun problema (normativa antiterrorismo a parte), per l’albergo non è esattamente così. Comunque alla fine troviamo due – piccole – camere doppie per persone senza disabilità in un bel “formicaio gigante” (questo è l’aspetto esterno, ma noi siamo pratici di ogni tipo di catena di alberghi possibilmente economici e non temiamo neppure le formiche!), a fianco della stazione centrale di Amsterdam.
Quindi partiremo dal natio paesello ligure, faremo tappa notturna in un bell’alberghetto su un placido lago a venti minuti di strada dall’aeroporto e il giorno dopo, con olimpica calma, ci appresteremo all’imbarco.
Vista da occhi esterni, la soluzione di andare a dormire vicino all’aeroporto, quando casa nostra dista non più di tre-quattro ore di viaggio dal medesimo, può apparire come una stravaganza, ma la necessità di sdraiare Silvia frequentemente, la facilità di ingorgo delle autostrade liguri e lo stress da “volo perso” ci inducono alla prudenza.
Nelle otto suddette valigie è stato compresso il mondo di una persona con disabilità gravissima: medicinali, elettromedicali vari, materiale da medicazione, ausili, vestiario “tecnico” e vestiario frivolo, biancheria griffata, pannolini “da bimba grande” di regola introvabili all’estero, un set di attrezzi da riparazione che inesorabilmente scatena l’interesse dell’Antiterrorimo e altre cose indispensabili.
Dimenticavo! Due grossi imballi di polistirolo ognuno dei quali contenente dieci bottiglie di alimentazione. E tutti i medicinali e gli ausili, nonché l’alimentazione, debitamente elencati e firmati dal medico curante.
Abbiamo inoltre due carrozzine: una, più pesante e reclinabile, viene utilizzata per il viaggio in macchina, l’altra, leggera e pieghevole, seguirà Silvia in Olanda.
Oltre all’incognita del volo – speriamo che Silvia non abbia forti contrazioni nelle due ore circa di durata del tragitto, perché in un aereo di medie dimensioni utilizzato per voli low cost è praticamente impossibile sdraiarla – c’è quella del trasbordo sul trenino navetta e quello da quest’ultimo all’albergo: confidiamo nella cortesia degli olandesi e nell’accessibilità e fruibilità dei loro mezzi di trasporto.
Siamo dunque pronti a partire, mancano solo poche ore. A rileggerci! E la cronaca della vacanza? Beh, sarà una vacanza come quelle di tutti!
Articoli Correlati
- Amsterdam tranquilla, colorata e spesso accessibile Non sono "semplici" diari di viaggio quelli che intendiamo proporre in questa sezione del nostro sito. Certo, presenteremo di volta in volta anche cenni storici, culturali e aneddoti turistici, sempre…
- Quella stanza con le pareti di vetro Avevamo lasciato Giorgio Genta in partenza per l’Olanda, insieme alla sua famiglia e a quelle sette valigie e mezzo nelle quali è compresso tutto il mondo di una persona con…
- Qualità non fa ancora rima con accessibilità Doverosamente concediamo il diritto di replica (e successiva controreplica) all'albergo di Bellaria, sulla Riviera Romagnola, pesantemente chiamato in causa nei giorni scorsi da un nostro lettore, padre di un ragazzo…