Andrà in scena domenica 27 novembre a Roma (Teatro Elsa Morante, Piazzale Elsa Morante, ore 17) lo spettacolo di teatro-danza SMania di vivere e una parte del ricavato verrà devoluta alle attività di informazione e aggregazione del “Gruppo Giovani” dell’AISM di Roma, Sezione capitolina dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla, che ha promosso l’iniziativa.
È uno spettacolo particolare, SMania di vivere – con la S e la M maiuscola a indicare la sclerosi multipla – tutto incentrato sui turbamenti, le ansie e i timori di chi vive quotidianamente con questa malattia gravemente invalidante e, al contempo, sul messaggio di speranza lanciato attraverso un atteggiamento positivo e tenace.
Ma è anche uno spettacolo di assoluto valore artistico, che ha per protagonista Erica Brindisi, la danzatrice che lo ha ideato «per mettere in scena la mia malattia, facendone arte e per dimostrare che la sclerosi multipla si può battere», come ha lei stessa raccontato e come dimostra, continuando, nonostante tutto, a danzare, per non rinunciare alla sua grande passione.
Le parti in cui è diviso lo spettacolo sono idealmente tre, accompagnate da musica, danza, videoproiezioni e brani recitati. La prima di esse è dedicata alla scoperta della sclerosi multipla e alla sensazione di vuoto e smarrimento che la caratterizza. La seconda, più riflessiva e introspettiva, è dominata dall’accettazione del proprio stato e dalla convinzione di poter riuscire a convivere con la malattia. La terza e ultima parte parla della “vittoria” sulla patologia, intesa non ovviamente come guarigione, ma come consapevolezza del poter riuscire ad esprimersi in modo incondizionato, nonostante i limiti che la malattia stessa porta o porterà.
«La sclerosi multipla può toglierti due gambe, ma non la razionalità – ha dichiarato Erica Brindisi in un’intervista di qualche tempo fa – e portare in scena la mia storia credo possa essere un bel messaggio di speranza per chi si trova nella mia stessa situazione».
A comporre i brani musicali di SMania di vivere, oltre a curare i testi e la regìa, è Giuse Rossetti, con il quale – per i testi – ha collaborato Margherita Gargiulo. La voce narrante, invece, è quella di Federica Giglio. (S.B.)