Non buttate via la vita in un secondo

Lo ha detto Emiliano Malagoli, motociclista con disabilità e presidente dell’Associazione Di.Di - che nel 2013 ha dato vita al primo campionato motociclistico “Di.Di-Diversamente Disabili” - a un centinaio di studenti, incontrati per parlare di sicurezza stradale sulle due ruote e anche dell’importanza di non arrendersi mai. E solo alla fine dell’incontro quegli studenti hanno saputo che il “disabile” annunciato dagli insegnanti era proprio lui!
Emiliano Malagoli incontra gli studenti dell'Istituto Mastroianni di Roma
L’incontro di Emiliano Malagoli con gli studenti dell’Istituto Comprensivo Mastroianni di Roma

«Cos’è secondo voi la cosa più importante nella vita?». «Se tutti conoscono le regole della strada, perché accadono tanti incidenti?». «Sapete quanti metri al secondo si percorrono quando si viaggia a 50 all’ora?».
Con queste e altre domande Emiliano Malagoli, motociclista con disabilità, presidente dell’Associazione Di.Di-Diversamente Disabili, ha suscitato la curiosità dei suoi “allievi”, oltre un centinaio di studenti fra gli 11 e i 14 anni dell’Istituto Comprensivo Mastroianni di Roma. Il pilota toscano, infatti – amputato alla gamba destra per un incidente di moto e che con la propria ONLUS ha dato vita lo scorso anno al Trofeo Di.Di-Diversamente Disabili, prima competizione motociclistica a schierare soltanto piloti portatori di protesi o artolesi, seguìta passo dopo passo anche sulle pagine di questo giornale – ha avviato nella Capitale una serie di incontri con gli studenti delle scuole medie e superiori, per portare in classe la propria esperienza di motociclista-utente della strada e per incentivare i ragazzi a reagire con energia davanti alle difficoltà.

«L’obiettivo – spiega lo stesso Malagoli – è quello di sensibilizzare i ragazzi fin da giovani, e credo che raccontare la mia storia possa essere utile. Spesso, infatti, le lezioni più importanti nella vita sono quelle che si vivono in prima persona. Immagino che parlare direttamente con persone che portano addosso le conseguenze permanenti di un incidente, come nel mio caso, possa essere per gli studenti un incontro indelebile ed educativo. E comunque, voglio diffondere anche energia positiva e dimostrare che nella vita non ci si deve mai abbattere, qualunque cosa succeda».
Grande interesse ha suscitato dunque l’intervento di Emiliano, che ha esordito con un video sulla sicurezza stradale, incentrato sulla testimonianza del pluricampione del mondo Mick Doohan, nel quale si vedono i piloti della MotoGP correre in una pista circondata da ostacoli (alberi, panchine ecc.), per dimostrare che in caso di scivolata in città, questi ultimi si potrebbero rivelare fatali anche per i campionissimi.
In particolare, Malagoli ha fatto riflettere i ragazzi su alcuni dati. «Viaggiando a una velocità di 50 chilometri all’ora, che a voi sembra bassa, si percorrono – ha detto – quasi 14 metri in un secondo. E un secondo è circa il tempo di reazione che può avere ciascuno di noi. A volte non ci sono 14 metri liberi a disposizione davanti a noi perché la strada non è una pista… Sarebbe come buttarsi dal terzo piano: anche con il casco e le protezioni da pista non lo fareste mai… Quindi, pensateci bene prima di rischiare e di buttar via la vostra vita in un secondo».

È stata poi portata in classe la tuta da gara messa a disposizione dal pilota del motomondiale Alex De Angelis, per illustrare ai ragazzi l’importanza delle protezioni, nonché guanti, paraschiena e alcuni caschi, per sensibilizzare i ragazzi alla scelta di uno integrale rispetto ad uno aperto.
Malagoli ha quindi mostrato un proprio video, con le sue immagini di gara e nei box, dalle quali i ragazzi, solo verso la fine della “lezione”, hanno appreso che il loro istruttore era privo di una gamba. Soltanto negli ultimi minuti, infatti, il presidente dell’Associazione Di.Di. ha rivelato agli studenti che il “disabile” che i loro insegnanti avevano annunciato, era proprio la persona che li stava intrattenendo da oltre un’ora, suscitando enorme sorpresa e ammirazione nella giovane platea.
Positivo anche il riscontro degli insegnanti: «Il messaggio ricevuto è stato molto penetrante – ha dichiarato ad esempio Susanna Mazzarini, professoressa di italiano dell’Istituto Mastroianni -, nonostante la delicatezza con cui è stato condotto il discorso. I ragazzi della mia classe sono stati molto contenti di avere avuto quest’occasione perché la concretezza delle esperienze dirette è sempre migliore di tanti discorsi educativi astratti. Erano davvero commossi». «È stato significativo – ha concluso – anche il senso generale del non arrendersi mai di fronte a niente; ce n’è bisogno perché oggi le difficoltà familiari e relazionali in generale sono tante e varie». (Fiammetta La Guidara)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@diversamentedisabili.it.

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