«In attesa di conoscere i termini precisi del recente accordo raggiunto dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) sulle nuove terapie per l’epatite C, e in particolare i criteri d’inclusione alle terapie stesse e il prezzo di rimborso, l’accordo ci sembra un primo passo in avanti per il diritto alla salute dei cittadini e per la loro qualità di vita».
È questo il commento “a caldo” di Tonino Aceti, coordinatore Nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, dopo l’accordo del 30 settembre scorso raggiunto tra l’AIFA e il Gruppo Farmaceutico Gilead Sciences, per la rimborsabilità di un farmaco determinante (Sovaldi – sofosbuvir) per il trattamento dei pazienti affetti da epatite cronica C, malattia che vede l’Italia tra i Paesi europei con il più alto numero di persone affette, e che causa oltre diecimila decessi dovuti a cirrosi e tumori epatici. Un “fronte” aperto da molto tempo, questo, per il Tribunale dei Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, che vi è impegnato da sempre.
«Poter guarire da questa malattia – aggiunge Aceti – è certamente un fatto epocale, ma non deve trasformarsi in un diritto solo per alcuni. Siamo chiaramente consapevoli dell’impatto di queste terapie sulla finanza pubblica, ma il diritto deve progressivamente e in tempi certi essere garantito a tutti i malati, anche agendo ulteriormente sul prezzo e percorrendo nuove forme di rimborso. In questo momento, infatti, tutti sono chiamati alle proprie responsabilità e a fare uno sforzo in più, anche le aziende produttrici».
«Chiediamo dunque al ministro della Salute Lorenzin e all’AIFA – conclude l’esponente di Cittadinanzattiva – la garanzia di tempi brevi per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della relativa Determina AIFA e soprattutto un impegno specifico a garantire tempestivamente e uniformemente in tutte le Regioni l’accesso reale ai cittadini a queste terapie, per evitare i noti problemi di accesso regionali e cioè enormi ritardi, ostacoli amministrativi, criteri aggiuntivi rispetto a quelli nazionali e tanto altro. Dal canto nostro monitoreremo costantemente il processo, al fine di superare eventuali criticità e garantire uguali diritti a tutti i cittadini affetti da epatite C». (S.B.)
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