«Chiediamo alla Regione Marche, all’Azienda Sanitaria Unica Regionale (ASUR), ai Comuni e agli Ambiti Territoriali Sociali che, secondo le rispettive competenze, operino per:
– l’assicurazione e la garanzia di tutti i servizi e prestazioni previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza Sociosanitaria;
– una corretta applicazione della normativa sui Livelli Essenziali, con l’assunzione degli oneri di competenza al settore sanitario e a quello sociale;
– il rispetto della vigente normativa sulle modalità di compartecipazione degli utenti;
– lo sviluppo e il potenziamento di servizi basati su modelli di tipo comunitario;
– l’effettivo potenziamento degli interventi a sostegno della domiciliarità;
– il rispetto effettivo della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, in particolare in riferimento all’articolo 19 (Vita indipendente ed inclusione nella comunità);
– il potenziamento dei servizi di valutazione e presa in carico;
– il recupero di una prassi di partecipazione di tutti gli attori dei servizi;
– la ri-definizione del concetto di sostenibilità e compatibilità, avendo cura di leggerlo nella prospettiva delle persone».
Sono questi i punti qualificanti della mozione finale – disponibile anche in versione integrale – approvata al termine del convegno regionale tenutosi nei giorni scorsi ad Ancona e intitolato Esigenze e diritti delle persone non autosufficienti. Garanzia dei servizi e qualità delle risposte. Contro ogni forma di istituzionalizzazione (se ne legga la presentazione su queste stesse pagine).
A organizzare tale incontro, al quale hanno partecipato oltre centosettanta persone, tra operatori, utenti, familiari e volontari, erano stati, lo ricordiamo, i componenti della Campagna Trasparenza e diritti, iniziativa lanciata nel giugno del 2012 da decine e decine di Associazioni, Cooperative e anche Enti Locali delle Marche, da tempo in prima fila anche contro quelle due contestatissime Delibere di Giunta (1011/13 e 1195/13), ancora non applicate, tramite le quali erano stati ridefiniti gli standard assistenziali, le capacità recettive, i criteri tariffari e la definizione delle quote a carico della sanità e del sociale (utente e Comune), rispetto ai servizi sociosanitari diurni e residenziali.
Su tali provvedimenti, dure prese di posizione erano arrivate anche dal di fuori delle Marche stesse, ad esempio con la FISH Nazionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ed ENIL Italia (European Network on Independent Living), che avevano accusato le Istituzioni di tale Regione di voler tornare all’istituzionalizzazione delle persone non autosufficienti.
Ebbene, è segnatamente a quelle due Delibere che si riferisce la mozione approvata in occasione del convegno dei giorni scorsi, ove si chiede appunto alla Regione Marche «di ripensare alla radice il modello di servizio cui si ispira la Delibera 1011 e di modificare, nel rispetto della vigente normativa sui Livelli Essenziali di Assistenza, la Delibera 1195», impegnandosi «a diffondere e promuovere, in tutto il territorio regionale, lo sviluppo di pratiche di welfare inclusive, ispirate al pieno rispetto delle esigenze e dei diritti delle persone che necessitano temporaneamente o permanentemente di interventi e servizi». (S.B.)
Ricordiamo ancora che è disponibile il testo integrale della mozione approvata al termine del convegno di Ancona di cui si parla nella presente nota e anche la relazione introduttiva, entrambe curate dalla Campagna Trasparenza e diritti.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: trasparenzaediritti@gmail.com.