Un grande problema per la certificazione ai fini del sostegno scolastico per il prossimo anno sta insorgendo nella Regione Lazio e mi scuso fin d’ora se quanto esporrò potrà non essere troppo comprensibile a quanti non risiedono in questa Regione, dove vi è un gran numero di Centri di Riabilitazione accreditati e una grande carenza di personale nei Servizi di Tutela della Salute Mentale e Riabilitazione in Età Evolutiva (TSMREE) territoriale delle Aziende Sanitarie Locali.
In sostanza, con la Circolare n. 212522 dell’8 aprile 2014 – firmata congiuntamente da Direzione Regionale Salute e Integrazione Sociosanitaria, Direzione Regionale Scuola e Università, Diritto allo Studio, Direzione Regionale Politiche Sociali, Autonomie, Sicurezza e Sport – la Regione Lazio ha modificato le norme per la certificazione necessaria per il sostegno scolastico.
La motivazione di questa modifica è derivata dal riscontro che gli alunni certificati nel Lazio costituiscono il 3,5% della popolazione scolastica contro il 2,6% della media nazionale.
In pratica, a partire dall’anno scolastico 2015-2016, tutte le certificazioni relative alla diagnosi di disabilità ai fini scolastici – compresa la Diagnosi Funzionale – dovranno essere effettuate esclusivamente dai Servizi TSMREE, e non più da centri accreditati e dalle strutture pubbliche ospedaliere. Questa certificazione, volta a ottenere il sostegno scolastico, dev’essere presentata al momento della domanda all’INPS, per ottenere i benefìci che la legge concede ai minori con disabilità
Per l’anno scolastico 2014-2015, la Circolare ha previsto un regime provvisorio: le certificazioni scolastiche già rilasciate sono state ritenute valide; quelle invece per alunni con disturbo generalizzato dello sviluppo di tipo autistico, disabilità intellettiva, gravi disabilità neuromotorie e neurosensoriali per cui non fosse stato ancora accertato il requisito di disabilità dall’apposita Commissione Medico-Legale, si intendevano automaticamente rinnovate in via provvisoria, in attesa del riconoscimento di disabilità ai sensi della Legge 104/92; quelle infine prive di data di scadenza, sarebbero dovute essere revisionate dal TSMREE.
Per l’anno scolastico 2015-2016, quindi, non varrà il regime provvisorio e le certificazioni dovranno essere presentate alle scuola all’atto della preiscrizione. Pertanto, tutti i bambini/ragazzi seguiti da ospedali pubblici, policlinici universitari, centri di riabilitazione accreditati hanno richiesto ai Servizi TSMREE del proprio territorio la certificazione, ma la certificazione per il sostegno scolastico – se fatta con tutti i crismi e non redigendo semplicemente un foglio di carta – necessita di una conoscenza del bambino che non può avvenire attraverso una sola visita di 30-45 minuti. Occorre infatti un’osservazione più prolungata. Questo ha fatto sì che si creassero lunghe liste di attesa, in alcuni casi di oltre sei mesi, dovute alla cronica e in alcuni casi drammatica carenza di personale di questi Servizi, come accennato all’inizio.
Il risultato finale è che numerose famiglie di alunni con disabilità non sono in grado di presentare la certificazione per il sostegno, con la domanda di preiscrizione all’anno scolastico 2015-2016 e c’è quindi il concretissimo rischio che nel prossimo anno scolastico vi siano alunni con disabilità che non potranno fruire delle misure e figure di sostegno previste dalla legge per mancanza di certificazione e che non saranno quindi messi nelle condizioni di frequentare la scuola e/o di poter godere del diritto allo studio su base di uguaglianza e non discriminazione.
Va sottolineato inoltre come quella stessa Circolare n. 212522 delinei una serie di situazioni realmente paradossali:
– l’aumentato carico di lavoro legato alle certificazioni ha determinato, in diversi Servizi TSMREE, un’ulteriore perdita di capacità di erogare prestazioni diagnostiche, terapeutiche e di presenziare ai GLH [Gruppi di Lavoro Handicap, N.d.R.];
– la certificazione rilasciata dagli ospedali pubblici ha valore per l’INPS ai fini del riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, della pensione d’invalidità ecc., ma non ha alcun valore per quanto riguarda il sostegno scolastico;
– si escludono dalla certificazione strutture pubbliche ospedaliere ed enti accreditati, ma la certificazione stessa viene affidata in molti casi a neuropsichiatri dei Servizi TSMREE, che non sono dipendenti diretti del Servizio Sanitario Nazionale, ma convenzionati (SUMAI-Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana e Professionalità dell’Area Sanitaria);
– la Circolare inoltre recita che «la Diagnosi Funzionale viene redatta dall’équipe multidisciplinare del Servizio TSMREE della ASL di residenza, […]. Il TSMREE di residenza dell’alunno può redigere la Certificazione per l’integrazione scolastica, qualora ne ricorrano i presupposti, anche sulla base della Diagnosi Funzionale elaborata dal Centro di riabilitazione presso cui l’alunno è in trattamento, […] o dal Centro specialistico di Aziende ospedaliere, universitarie, IRCCS presso cui è in trattamento diagnostico e/o riabilitativo». Cosa vuol dire quando ne esistono le condizioni? Può uno specialista pubblico produrre una certificazione sulla base di un certificato redatto da un altro centro, cioè sostanzialmente senza visitare il bambino o il ragazzo? È legalmente e deontologicamente corretto questo comportamento? Può una Circolare di un’Istituzione pubblica suggerire questo comportamento? E questa precisazione non sta forse a significare che gli estensori della Circolare erano consapevoli che il carico di lavoro sarebbe stato non facilmente gestibile dai Servizi TSRMEE?
Insomma, a parere di chi scrive, si è pensato di risolvere il problema del presunto eccesso di alunni con certificazioni per sostegno scolastico nella Regione Lazio, non migliorando i controlli, ma di fatto creando ostacoli di natura burocratica alla certificazione.
E in realtà il problema è ancora più complesso: come infatti ha dimostrato a suo tempo un’indagine in un Municipio di Roma (Panocchia e altri, in «L’Integrazione scolastica e sociale», 2008, 7/1, pp. 83-95, Trento, Erickson), si era rilevato come la categoria più numerosa di alunni con ore di sostegno fosse quella degli alunni con DSA (Disturbi Specifici di Apprendimento), non certificati ai sensi della Legge 104/92. Questo era possibile grazie alla suddivisione che la scuola operava (opera?) delle ore di sostegno attribuite ad alunni con certificazione.
Un altro problema è poi quello di avere nelle Commissioni INPS personale specializzato nelle problematiche dell’età evolutiva.
In ogni caso credo che se esiste un problema nelle certificazioni – e questo andrebbe dimostrato non solo sulla comparazione delle medie regionali e nazionale, quanto verificando l’appropriatezza delle certificazioni – ciò non va certo fatto ricadere sugli alunni con disabilità né può ledere il loro diritto allo studio.
Al di là quindi di tutte le chiacchiere su semplificazioni, centralità dell’utente ecc., la percezione sempre più forte è che le grida, di manzoniana memoria, siano vive e lottino insieme a (contro di) noi.
Genitore.
Articoli Correlati
- Certificazioni per l’inclusione nel Lazio: questioni aperte Nonostante le Circolari successive e anche una serie di riunioni con i vari Dirigenti Scolastici, ci sono ancora alcuni dubbi interpretativi e restano dei quesiti aperti, rispetto alle procedure di…
- La complessità del "Dopo di Noi" e la logica dei diritti «Può esserci ancora la possibilità di abbandonare l’attuale sistema organizzativo dei servizi e, approfittando dell’occasione di attuare la Legge 112/16 sul “Dopo di Noi”, iniziare con coraggio un processo di…
- L'integrazione scolastica oggi "Una scuola, tante disabilità: dall'inserimento all'integrazione scolastica degli alunni con disabilità". Questo il titolo dell'approfondita analisi prodotta da Filippo Furioso - docente e giudice onorario del Tribunale dei Minorenni piemontese…