Avevamo segnalato a suo tempo che si sarebbe avuta a inizio novembre la messa in scena frutto delle attività laboratoriali promosse nell’àmbito del progetto torinese ACT – ACcessible Theatre e così accadrà, sabato 7 novembre, con la rappresentazione di In fondo agli occhi (Scuola Madre Mazzarello di Torino, Via Cumiana, 2, ore 18).
Ci siamo già occupati ampiamente di ACT – ACcessible Theatre, laboratorio professionale di lettura accessibile per il teatro e di tecniche attoriali, rivolto a non vedenti e ipovedenti, lanciato nella primavera scorsa a Torino.
A promuoverlo – in collaborazione con la Fondazione TPE (Teatro Piemonte Europa) e il sostegno della Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino) – è stata la Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili), organizzazione non profit che si occupa del libro e della lettura in tutte le sue forme, tradizionali e digitali, e che partendo dall’idea che la lettura non sia solo uno strumento di piacere e conoscenza, ne ha affidato la direzione artistica a Gianfranco Berardi, giovane, ma già assai apprezzato attore non vedente.
Tra i principali obiettivi, vi è quello di formare aspiranti attori non vedenti e ipovedenti sull’utilizzo consapevole delle nuove tecnologie e dei formati disponibili per la lettura digitale, diffondendo la cultura dell’accessibilità mediante l’attività teatrale, offrendo la possibilità di sfruttare le potenzialità delle nuove tecnologie digitali e promuovendo il diritto alla partecipazione attiva del cittadino alla vita culturale del territorio.
In fondo agli occhi affronta la tematica della cecità come metafora di una condizione che ammorba il Paese e come malattia reale. Durante la performance, le persone non vedenti e ipovedenti che hanno partecipato ai laboratori e gli allievi attori vedenti sperimenteranno, “giocheranno al teatro”, realizzando una microstoria fatta di umanità e poesia.
«Per un attore – ha dichiarato Gianfranco Berardi, autore insieme a Gabriella Casolari del testo di In fondo agli occhi – leggere rappresenta un’attività fondamentale per la propria formazione e per la propria professione. L’incontro con LIA e con le nuove tecnologie mi ha aperto la possibilità di leggere quello che leggono tutti, con gli stessi tempi e le stesse modalità». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@fondazionelia.org (Pia Ferrara).