«La logocromia – come ha scritto Giuseppe Gitti, fondatore e direttore del CRO di Firenze (Centro di Rieducazione Ortofonica), nel suo libro sordo o Sordo? (FrancoAngeli, seconda edizione, 2013) – è il metodo impiegato al CRO di Firenze con adulti sordi profondi immigrati con i quali è impossibile utilizzare il protocollo protesico/abilitativo/educativo. Esso viene proposto in una prospettiva sociolinguistica tesa a dare ai “sordomuti” immigrati una competenza verbale sufficiente a soddisfare i bisogni quotidiani. Il problema è di grande attualità e comporta spesso insormontabili difficoltà di integrazione sia per l’assenza della lingua sia, spesso, per la difficoltà a contattare i soggetti per motivi di privacy o per gli spostamenti delle famiglie sia per la sottovalutazione del problema sia per motivi culturali».
A tali temi sarà dedicato il corso-incontro intitolato appunto La logocromia per i “nuovi sordomuti”, in programma sabato 20 febbraio presso il CRO di Firenze (Piazzale della Porta al Prato, 34, ore 9) e aperto dalla pedagogista Cristina Morozzi (I sordi immigrati: aspetti socio-culturali), seguita da Benedetta Bianchi, audiologa dell’Ospedale Meyer di Firenze (Diagnosi e protesizzazione dei sordi immigrati) e da Giuseppe Gitti (L’abilitazione/educazione del sordo ieri e oggi – Competenza verbale e competenza linguistica).
La seconda parte, invece, sarà aperta dallo stesso Gitti (Possibilità e limiti della lettura labiale e dell’articolazione), con i successivi interventi della logopedista Serenella Cicchi (La logocromia: un linguaggio “morfematico”), di Morozzi (La semplificazione), ancora di Gitti (LIS, perché, per chi, quando, dove) e di Cicchi e Nadia Macrì, logopedista (Prove pratiche ed esperienze con ragazzi sordi). (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: cro_segreteria@libero.it.
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