«Le procedure adottate quest’anno dall’Ufficio Scolastico Regionale fanno registrare qualche modesto segnale di maggiore flessibilità, ma anche la riconferma di rigidi meccanismi e, purtroppo, anche di nuovi adempimenti burocratici a carico delle famiglie».
Lo si legge in una nota del Gruppo Scuola della FISH Veneto (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che “parte da lontano”, ovvero dal documento redatto all’inizio di quest’anno dallo stesso Gruppo Scuola – di cui anche il nostro giornale si era ampiamente occupato a suo tempo – dal quale emergeva come il Veneto fosse la Regione d’Italia con il minor numero di insegnanti di sostegno in rapporto agli alunni con disabilità, «uno svantaggio – secondo la FISH Regionale – determinato dal criterio particolarmente rigido utilizzato per l’assegnazione dei docenti esclusivamente dall’Ufficio Scolastico Regionale».
In vista dunque delle assegnazioni per il prossimo anno scolastico, il Gruppo Scuola della Federazione ha rilevato appunto qualche progresso, ma ancora numerosi problemi, a partire da quella che appare chiaramente come una “svalutazione” dei GLHO (Gruppi di Lavoro Handicap Operativi), che com’è noto dovrebbero essere gli unici soggetti competenti nel merito della richiesta di ore di sostegno e nei quali sono presenti sia la componente strettamente sanitaria, sia la famiglia, sia i docenti dello studente con disabilità, vale a dire, come sottolineano dalla FISH Veneto, «quelle figure che fattivamente progettano e attuano il PEI (Piano Educativo Individualizzato) ».
Nel box in calce diamo spazio integrale ai rilievi di dettaglio sottolineati dalla Federazione.
«Il Gruppo Scuola della FISH – conclude la nota – invita le famiglie a segnalare con puntualità le situazioni di criticità, in particolare quelle che per la carenza di ore di sostegno assegnate determinino da parte delle scuole una richiesta di orario ridotto per lo studente con disabilità. Questa infatti sembra essere una soluzione praticata con una certa frequenza, nonostante si configuri manifestamente come atto discriminatorio e gravemente lesivo del diritto allo studio delle persone con disabilità. Il nostro Gruppo seguirà altresì con attenzione l’applicazione delle indicazioni dell’Ufficio Scolastico Regionale e degli Uffici delle diverse Province e le implicazioni che determineranno nelle realtà scolastiche». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: fishveneto@libero.it.
Il Gruppo Scuola della FISH Veneto sulle procedure
dell’Ufficio Scolastico Regionale, in vista del prossimo anno scolastico
° Nella Circolare n. 5134 dell’Ufficio Scolastico Regionale (“Disposizioni normative sulla formazione delle classi”), nelle parti relative al numero di studenti per classe in presenza di alunni con disabilità, finalmente scompare ogni riferimento alla gravità secondo l’art. 3 comma 3 della L. 104, si parla invece di «particolare gravità dal punto di vista scolastico».
Rispetto a questa scelta, il Gruppo Scuola della FISH Veneto esprime la propria cauta soddisfazione. Ricordiamo che la definizione di gravità della L. 104 è basata sui bisogni di assistenza e su criteri che non possono essere sbrigativamente identificati con le esigenze educative e didattiche per la quantificazione delle risorse di sostegno da assegnare.
° Nelle Circolari degli Uffici Scolastici di Ambito, come ad esempio quella del 31/05/16 dell’Ufficio I per Venezia (documenti sostanzialmente analoghi hanno emesso anche gli altri Uffici della Regione) ai Dirigenti Scolastici, vengono fornite le indicazioni per la richiesta delle ore di sostegno. Si ribadisce che le richieste di ore di sostegno in rapporto 1/1 potranno essere valutate solo in presenza di «[…] una certificazione di disabilità che sia stata riconosciuta con carattere di particolare gravità dal punto di vista scolastico». Tuttavia tale carattere di particolare gravità deve essere accertato dall’U.V.M.D. [Unità di Valutazione Multidimensionale, N.d.R.].
La vigente normativa, diversamente da queste indicazioni, indica come soggetto riconosciuto competente nel merito della richiesta di ore di sostegno il G.L.H.O [Gruppo di Lavoro Handicap Operativo, N.d.R.]. Com’è noto, in esso è presente sia la componente strettamente sanitaria, sia la famiglia, sia i docenti dello studente con disabilità, cioè quelle figure che fattivamente progettano ed attuano il P.E.I. – progetto di vita dello studente.
° Nella Circolare del 17/06/16 dell’Ufficio I sede di Mestre (anche in questo caso si riscontrano provvedimenti molto simili nelle altre Province) nella «richiesta dati provinciali su indicazione dell’U.S.R.V. per l’adeguamento alla situazione di fatto posti di sostegno a.s. 2016/17» ai Dirigenti Scolastici della Provincia si chiede di integrare i dati per richiedere posti di sostegno inserendo, tra gli studenti senza gravità (art. 3 comma 1, L. 104), per i quali erano state richieste precedentemente un numero di ore maggiore rispetto al normale rapporto 1/4, solo ed esclusivamente «quelli che presentano gravi e comprovate difficoltà nella gestione della classe in quanto alunni con disturbi di comportamento oggettivamente gravi la cui diagnosi principale rientra nei codici ICD 10 da F90 a F93 e da F84 a F84.9».
A parte l’arbitraria individuazione di questi particolari codici diagnostici, come se solo essi comportassero difficoltà nella gestione della classe, si rileva come anche in questo caso l’interpretazione forzata che viene fornita dall’Ufficio relativamente alla «situazione di particolare gravità dal punto di vista scolastico» sia esclusivamente ristretta all’esplicitazione di un determinato quadro diagnostico a cura dell’U.V.M.D, e non del G.L.H.O.
° Per tutti gli altri studenti con certificazione di disabilità definita non grave, permane l’indicazione ai dirigenti di richiedere un numero di ore pari a 5.5 settimanali alla scuola primaria e 4.5 alla scuola secondaria.
Come già più volte denunciato dalle Associazioni e dal Gruppo Scuola della FISH Veneto, questo rapporto non garantisce neppure lontanamente un intervento efficace per lo sviluppo e l’inclusione degli studenti con disabilità, e la nostra Regione è l’unica che lo pratica in maniera così rigida.