«È stato un anno intenso nel quale abbiamo parlato di argomenti difficili. La politica non aiuta con l’uso di parole complicate e con toni che fanno venire voglia di cambiare canale. Lavorando in questo documentario ho capito che è mio dovere partecipare alla vita politica del mio Paese!».
Lo ha detto Paolo Baraldi, persona con sindrome di Down dell’AIPD di Mantova (Associazione Italiana Persone Down), sul palco dell’Auletta dei Gruppi della Camera dei Deputati, quando ha partecipato – a fianco di alcuni Parlamentari e dei responsabili dell’AIPD Nazionale – al dibattito seguito alla proiezione del documentario Diritto ai Diritti, diretto da Christian Angeli e realizzato appunto dall’AIPD Nazionale. In esso si racconta il percorso dell’omonimo progetto di tale Associazione, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e da quello della Salute, da noi seguito puntualmente passo dopo passo.
L’iniziativa, lo ricordiamo, è stata voluta allo scopo di mettere a disposizione delle persone adulte con sindrome di Down gli strumenti utili a comprendere cosa sia la cittadinanza e cosa possano fare per agire come cittadini attivi, esercitando i propri diritti ed esprimendo liberamente le proprie scelte. Perché «essere cittadini attivi, consapevoli dei propri diritti e delle proprie responsabilità – come era stato sottolineato da Carlotta Leonori, responsabile del progetto – è il modo migliore per dimostrare che anche una persona con sindrome di Down può diventare adulta».
Il filmato racconta sostanzialmente le vicende di quattro giovani adulti con sindrome di Down partecipanti al progetto – il già citato Paolo, insieme a Claudia, Renata e Leonardo – e del loro incontro con alcuni rappresentanti del mondo politico, in cui danno voce ai desideri e ai bisogni delle persone con disabilità intellettiva, che sono poi i desideri di ogni persona adulta: lavoro, casa e partecipazione.
Va segnalato infine come nei vari momenti di Diritti ai Diritti siano stati coinvolti in totale trentaquattro cittadini con sindrome di Down, afferenti alle Sezioni AIPD di Arezzo, Bari, Belluno, Caserta, Catanzaro, Latina, Mantova, Messina, Oristano, Pisa, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Termini Imerese, Treviso, Venezia e Versilia.
Insieme a Paolo Baraldi, hanno partecipato al dibattito tenutosi alla Camera, la vicepresidente della stessa Marina Sereni, i deputati Walter Rizzetto, Andrea Romano e Matteo Dall’Osso (che ha parlato anche a nome della collega di partito Giulia Di Vita). Erano poi presenti Paolo Virigilio Grillo e Anna Contardi, presidente e coordinatrice nazionale dell’AIPD e la già citata Carlotta Leonori.
«Siamo tutti uguali, ma diversi, ma certamente abbiamo tutti gli stessi diritti ed è compito dello Stato rimuovere gli ostacoli che impediscono a tutti di esercitarli»: così ha esordito Sereni, seguita da Grillo, che ha affermato: «La nostra attività ha come obiettivo quello di lavorare per dare alle persone con sindrome Down più opportunità e diritti. In tal senso questo progetto ha aiutato le persone ad avere una maggiore consapevolezza dei propri diritti».
«Girando il documentario con i ragazzi con sindrome di Down – ha sottolineato dal canto suo Rizzetto – mi ha colpito il loro desiderio di vivere una vita autonoma, di andare fuori di casa, uscire dalla potestà genitoriale per avere una vita con un lavoro e dei propri affetti: questo è un desiderio di tutti gli italiani e che tutti senza distinzione desiderano per se stessi. Qualunque Parlamentare abbia il desiderio di fare buona politica ha il dovere di lavorare perché queste giuste aspirazioni abbiano la possibilità di venire realizzate».
«Questo documentario – ha concluso Romano – ci fa capire come ci sia una forte richiesta di sicurezza rispetto a un futuro autonomo. A questo bisogno la politica ha cercato di rispondere con la Legge sul “Dopo di Noi” [Legge 112/16, N.d.R.], realizzando dal punto di vista legislativo un passo in avanti notevole rispetto a solo dieci anni fa, quando questo tipo di esigenza non veniva ascoltata». (S.B.)
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