«Per troppi alunni con disabilità il nuovo anno scolastico non è ancora iniziato!»: a questa conclusione è giunto il Consiglio Nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), svoltosi nei giorni scorsi, dopo i vari disagi e disservizi segnalati in precedenza dalle Associazioni federate e da altre organizzazioni impegnate nelle proprie Regioni, rispetto all’assegnazione degli insegnanti di sostegno, all’assenza del trasporto, alla carenza di servizi di assistenza educativa e personale.
«Chi si augurava che la lunga riflessione attorno alla cosiddetta Buona Scuola – dichiara a tal proposito Vincenzo Falabella, presidente della FISH – segnasse una svolta in positivo anche per la disabilità, raccoglie purtroppo ancora significative delusioni».
«Da parte nostra – aggiunge – abbiamo per tempo espresso le raccomandazioni più decise e accorate, ma evidentemente non è stato sufficiente rivolgersi alle cariche istituzionali più elevate. Riteniamo del resto che le responsabilità per la reale garanzia del diritto allo studio siano ampie e diffuse e non vadano solo attribuite al Ministero, ma anche alle Regioni e ai Comuni che hanno specifiche competenze».
Parole, quelle di Falabella, che trovano ampia conferma a livello locale, dalle segnalazioni delle famiglie, delle associazioni, della cronaca e anche, quasi quotidianamente, del nostro stesso giornale. Secondo la FISH, poi, «altrettanti casi rimangono silenti per una sorta di rassegnazione dei diretti interessati».
«Dal nostro Consiglio Nazionale – sottolinea poi il Presidente della FISH – e più in generale dall’intero movimento delle persone con disabilità e delle loro famiglie, è emersa per altro una preoccupazione che va anche oltre i ritardi nell’assegnazione del sostegno, dell’assistenza educativa, dei trasporti, rifacendosi necessariamente a una visione più ampia, riguardante il reale perseguimento della qualità dell’inclusione scolastica. Infatti, non è solo imprescindibile garantire l’accesso e la frequenza delle persone con disabilità, ma è necessario che l’inclusione sia reale, produca effetti positivi e costruttivi, costituisca un percorso di reale crescita individuale e collettiva».
«In altre parole – conclude Falabella – la scuola non dev’essere un parcheggio per gli alunni con disabilità, né l’occasione di nuove forme di isolamento, di confinamento o di aule speciali. E tutto ciò richiede condivisione, preparazione e aggiornamento in tutti gli attori coinvolti. Una determinazione che non può che giovare alla scuola nella sua interezza».
In tal senso, quindi, la FISH è impegnata in questi giorni – anche in àmbito regionale – da una parte a fronteggiare le emergenze, sostenendo le famiglie in giudizio, se del caso, dall’altra a rilanciare le ormai note istanze per una reale qualità dell’inclusione. (S.B.)
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