Curato nell’àmbito dell’omonimo progetto dall’Associazione A Buon Diritto – nata nel 2001 allo scopo di promuovere alcune questioni di grande rilievo pubblico, relative all’esercizio di diritti riconosciuti dal nostro ordinamento, ma non adeguatamente tutelati, o il cui riconoscimento viene messo in mora o contrastato o ritardato nei fatti – il nuovo Rapporto sullo stato dei dirittti in Italia, presentato nei giorni scorsi e realizzato con il contributo dell’otto per mille della Chiesa Valdese, contiene anche un ampio capitolo dedicato al tema Persona e Disabilità (raggiungibile a questo link), ripartito nei seguenti paragrafi: Verso un mondo post Covid-19 inclusivo, accessibile e sostenibile?, L’impatto sproporzionato del Covid-19 sulle persone con disabilità, Covid-19 e residenze ristrette, I Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), Il Progetto Individuale e Abilismo, discriminazioni e violenze.
Ad occuparsene sono stati il ricercatore Andrea De Giorgio e Domenico Massano, pedagogista, formatore ed educatore, “firma” spesso presente anche sulle nostre pagine, noto anche per essere stato il curatore, insieme a Simona Piera Franzino, della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità in CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa).
«Dal Rapporto sullo stato dei diritti – ha scritto qualche giorno fa in “la Repubblica” Luigi Manconi, sociologo, fondatore e presidente di A buon diritto – emerge un dato inequivocabile: le diverse famiglie di diritti (individuali e collettivi, soggettivi e sociali, di prima generazione, come la libertà di parola, o di ultima, come la privacy) sono strettamente connesse e interdipendenti tra loro».
E ha aggiunto: «Una maggiore protezione delle tutele sociali e dei diritti collettivi – come nel caso delle persone con disabilità – non solo non ostacola, ma rafforza il riconoscimento dei diritti soggettivi e le istanze di autonomia individuale». (S.B.)