Già preannunciata con un primo anticipo nel marzo scorso, in occasione del Dantedì, Giornata Nazionale dedicata a Dante Alighieri, come avevamo segnalato anche sulle nostre pagine, verrà inaugurata nel pomeriggio di domani, venerdì 25 novembre, e sarà poi visitabile sino al 19 dicembre a Palazzo Montereale Mantica di Pordenone (Corso Vittorio Emanuele), la mostra a mosaico dedicata alla Divina Commedia, nuova realizzazione (Mosaicamente 15) dell’Officina dell’Arte della Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone, il centro lavorativo per persone con autismo adulte di cui seguiamo da tempo l’attività.
«Solitamente – spiegano dalla Fondazione Bambini e Autismo – le creazioni a mosaico della nostra Officina dell’Arte ruotano intorno ad omaggi ad artisti del Novecento, ma per i settecento anni dalla morte di Dante si è pensato di creare delle opere musive che prendessero spunti da personaggi e luoghi che Dante stesso descrive in versi nella Commedia, all’interno del suo viaggio ultramondano. Quindi, pur essendo l’Alighieri il padre della lingua italiana e l’autore di un poema che non ha uguali nel mondo, lo sforzo che la mostra concretamente rappresenta è stato quello di trasformare le parole in immagini, ovvero in quel canale comunicativo molto più consono alle persone con autismo. In tal senso, nell’esposizione che inaugureremo domani non ci sono quei versi della Commedia che l’hanno resa famosa, ma immagini che più di altre hanno colpito la fantasia degli speciali mosaicisti che hanno realizzato le opere».
«In questa chiave – aggiungono dalla Fondazione di Pordenone – sono state attuate delle operazioni di semplificazione che permettono anche al visitatore il quale non conosca o abbia un vago ricordo dell’opera, di districarsi nelle immagini: le opere a sfondo nero, infatti, raffigurano vicende e personaggi dell’Inferno, quelle a sfondo grigio personaggi e fatti del Purgatorio e quelle con lo sfondo oro fatti e personaggi del Paradiso».
«Ulteriore aspetto – concludono – è che come fonte di ispirazione, soprattutto per l’Inferno, sono stati utilizzati gli affreschi trecenteschi dell’Abbazia di Sesto al Reghena vicino a Pordenone e che il tempo ha molto rovinato. Tuttavia la fantasia degli autori di quell’epoca, nel raffigurare diavoli e pene, era stata molto libera e suggestiva e a sua volta ha mosso la fantasia dei mosaicisti. Da segnalare infine anche le raffigurazioni in chiave Pop Art del noto profilo di Dante realizzato da Botticelli». (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: relazioniesterne@bambinieautismo.org.
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