Siamo Docenti Collocati Fuori Ruolo temporanei o permanenti (d’ora avanti CFR) con inidoneità relativa, ovvero con riduzione della capacità lavorativa accertata da una Commissione di Verifica Medico Collegiale sulla base delle condizioni cliniche, invalidità e/o disabilità acquisite, aggravate o, più recentemente, legate agli eventi pandemici.
L’inidoneità relativa prevede l’opportunità di essere utilizzati proficuamente «[…] ricercando le forme più appropriate per favorire l’incontro tra competenze e aspirazioni dei singoli lavoratori, con le esigenze della scuola» (articolo1 del Contratto Collettivo Nazionale Integrativo 2008, concernente i criteri di utilizzazione del personale dichiarato inidoneo alla sua funzione per motivi di salute).
Questo enunciato, per i motivi che vedremo, è rimasto fondamentalmente disatteso e ci siamo mobilitati per portare a conoscenza delle autorità e dell’opinione pubblica l’insostenibile situazione professionale e umana che stiamo sperimentando ormai da troppi anni.
Abbiamo scritto al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, allo staff di segreteria e ai Capi Dipartimento del Ministero, alla ministra per le Disabilità Erika Stefani, nonché ai referenti dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità. Abbiamo invitato tutti loro ad adottare opportune misure legislative per impedire il proseguimento delle discriminazioni in atto e promuovere disposizioni organizzative favorevoli, atte a sanare consolidate prassi di demansionamento e dequalificazione.
Rivolgiamo quindi il nostro appello a tutti coloro che, trasversalmente e a vario titolo, credono in una scuola inclusiva. Una scuola cioè che tuteli e promuova le risorse di ciascuno (bambino o adulto che sia), con adattamenti ambientali, buon senso, responsabilità civica, lungimiranza economica e rispetto per le condizioni individuali di ciascuno.
I docenti CFR con inidoneità relativa dovrebbero beneficiare dell’applicazione delle favorevoli normative e disposizioni nazionali e internazionali tra le quali:
° gli enunciati della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che impegnano gli Stati Parti a garantire il diritto al lavoro per tutti, prendendo appropriate iniziative – compresi gli interventi legislativi – affinché siano forniti, in particolare, gli accomodamenti ragionevoli nei luoghi di lavoro;
° le disposizioni del Decreto Legislativo 81/08 sulle “misure di prevenzione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, disposizioni fondamentali per chi fa un lavoro usurante come l’insegnamento e altrettanto fondamentali per qualsiasi cittadino che si ritrovi in condizione di vulnerabilità psicofisica per malattie in forma cronica o subacuta, malattie che inevitabilmente si aggravano in assenza, o scarsa attenzione, per il “benessere organizzativo” del contesto professionale (su questo ultimo punto si veda anche: Occupabilità, lavoro e tutele delle persone con malattie croniche, a cura di Michele Tiraboschi, Collana e-bBook series n. 36 di ADAPT – Scuola di alta formazione in relazioni industriali e di lavoro).
In àmbito scolastico – applicando gli impegni che pure sono espressi nella pagina del Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni del Ministero dell’Istruzione – occorrerebbe limitare il ricorso al Collocamento Fuori Ruolo, istituito dai Decreti Delegati del 1974 (articoli 112-113), attraverso il riconoscimento dell’«idoneità al servizio, fatte salve le prescrizioni del medico competente in medicina del lavoro» (Circolare n. 981 del 2018 del Ministero dell’Economia e della Finanza). Nel concreto questo può tradursi in attività per piccoli gruppi o in riduzione del tempo dedicato alla classe intera, a favore di osservazione, verifica degli apprendimenti, documentazione, cura, predisposizione, catalogazione di materiali e sussidi didattici ad alta e bassa tecnologia, supporto e/o organizzazione di progetti e formazione ai colleghi coinvolti full time. Questo porterebbe, per altro, ad un consistente risparmio di spesa dell’erario pubblico, perché costituendo un’onere meno gravoso della sostituzione integrale del Docente CFR.
Nella prassi, invece, chi non può più sostenere l’usurante lavoro con la classe, entra traumaticamente in un sistema caratterizzato da interpretazioni restrittive di alcuni enunciati o vere e proprie normative penalizzanti, come la perdita della flessibilità e un monte orario paritario alla classe di concorso di appartenenza, oltre alla scarsa attenzione per postazioni di lavoro salubri, strumentazione e altro che sia funzionale ai bisogni, alle condizioni cliniche accertate ecc.
A seguito degli eventi pandemici, si è riusciti a beneficiare di alcune disposizioni favorevoli, come il lavoro agile; si spera pertanto che esse vengano migliorate e consolidate, pur restando gravi e irrisolte tutte le disposizioni che:
° negano le opportunità di concorrere, a pari titolo, all’implementazione e all’ottimizzazione di tutto quello che ruota intorno alla complessa organizzazione dell’offerta educativa, pedagogica, didattica e tecnico/strumentale della o delle discipline di appartenenza;
° precludono incarichi attinenti formazione, titoli, esperienza maturata, attitudini, interessi, necessità dettate dal decorso o condizione clinica che ha portato al CFR;
° attribuiscono mansioni più complesse di quelle che il dipendente riesce a sostenere;
° alimentano o acuiscono discrezionalità nel consentire percorsi di formazione, partecipazione agli organi collegiali ecc.
° prefigurano la mobilità intercompartimentale in caso di reiterato rifiuto a transitare nei ruoli degli ATA (Assistenti Tecnico Amministrativi), con relativo declassamento e screditamento professionale.
Un danno notevole, dunque, alla Comunità Scolastica (per dispendio di risorse umane, di efficienza e di investimenti progettuali in tutte le discipline e ordini di scuola) e all’Erario Pubblico Nazionale, per rendimento ridotto da sintomi di burnout e per aumento delle spese sanitarie o previdenziali finalizzate a tamponare i peggioramenti clinici, frequentemente anche gravi, dello “Stress da Lavoro correlato”.
Ci auguriamo quindi di ottenere presto un favorevole riscontro, rimandando, per ulteriori dettagli all’Appello di sintesi (a questo link) e a un approfondimento su Motivazioni – Richieste – Ricostruzione di alcuni accadimenti – Evoluzione delle normative – Ricadute economiche e organizzative (a quest’altro link).
Per il Coordinamento Docenti Collocati Fuori Ruolo (coord.docenticfr@gmail.com).
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