«21 mondi fra me e te, 21 figli per ogni mano / Se avessi un fiume te lo darei / E questa pietra sarebbe grano / In nome dell’amore, oh dell’amore».
Mi viene da “garrire” questo bel successo di Antonello Venditti, dal titolo 21 modi per dirti ti amo, molto ascoltato verso la fine degli Anni Ottanta, perché dovete sapere che il ventuno per me è un numero magico.
Innanzitutto, il 21 marzo inizia la primavera, quel periodo dell’anno in cui io e tante mie compagne e sorelle rondini ci sentiamo libere di esprimerci, cinguettare e volare alte nel cielo blu.
E a proposito di rondini, sicuramente conoscerete quel detto che dice: «Una rondine non fa primavera!». Ma ne siamo proprio sicuri?
A primavera respiriamo la vita, e quanta bellezza possiamo ammirare intorno a noi! I colori e i profumi sono vividi, ci si risveglia dal torpore dell’inverno, le giornate sono lunghe e luminose, e anche le nostre abitudini cambiano!
Ma il 21 è un numero significativo anche per altre ragioni: ad esempio, il 21 marzo è stata la Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down, evento riconosciuto dall’ONU perché cade nel ventunesimo giorno del terzo mese dell’anno, per sottolineare il concetto di “triplicazione del ventunesimo cromosoma” che porta a questa condizione.
Io rondine, che a dispetto di quel detto un po’ bizzarro, “faccio primavera” (eccome!), mi sento parecchio “in sintonia” con le persone con sindrome di Down, perché come me sono portatrici di una sorta di “risveglio delle coscienze”.
In che senso? Vi starete domandando… Dunque, io in quanto rondine sono emblema del più bel periodo dell’anno, e posso così preannunciare il cosiddetto “cambio di stagione!”.
Anche le persone con sindrome di Down possono essere protagoniste di un cambiamento, in questo caso culturale, di un’inversione di tendenza che porta tutte e tutti a considerare la diversità come parte integrante della propria vita.
È indubbiamente un processo lungo e complesso, ma non impossibile, che parte da un percorso di accettazione di sé.
Esempi concreti di questo cambiamento culturale si possono trovare, ad esempio, nel territorio emiliano e mi riferisco in particolare ad alcune realtà dove le persone con sindrome di Down sono artefici del proprio progetto di vita.
Siete mai stati a Cento in provincia di Ferrara? Molte volte ho sorvolato le viuzze di questo bel paese, e mi sono fermata un minuto sul tavolino di un posto molto carino che si chiama Da Tè – Sala da tè solidale: un progetto promosso dall’Associazione Oltre-Tutto che si pone come obiettivo non solo l’apertura alla relazione con la vita comunitaria della città, ma anche una diversa visione del lavoro come strumento di inclusione lavorativa e valorizzazione personale di ben sette ragazzi con sindrome di Down, di età compresa tra i 20 e i 30 anni.
Da Tè è un locale curato molto bene, dove la gente può fare due chiacchiere tranquillamente, sorseggiando un buon tè assieme ai dolci. Io ho spiluccato alcune briciole (devo dire proprio niente male!).
Poi sono volata via verso le “due torri”, a Bologna, dove ho avuto modo di conoscere Associazione d’Idee, un’altra importante realtà che si occupa di numerosi progetti di inclusione sociale, indipendenza e autonomia.
In particolare, Casa delle Idee è il fiore all’occhiello tra i vari progetti e – come si legge sul sito dell’Associazione – «intende consolidare ed approfondire il percorso verso le autonomie possibili che mirano allo sviluppo, al potenziamento e al consolidamento di competenze per l’autonomia personale, cognitiva, emotiva e socio-relazionale di giovani adulti con disabilità».
In tal senso, questo percorso si articola in due forme differenti: Laboratorio chiavi delle idee, ossia un percorso per giovani adulti con sindrome di Down, e Laboratorio prime autonomie, un progetto per ragazzi dai 14 ai 20 anni con disabilità intellettive.
Direi di avervi illustrato quelli che, a parer mio, sono due contesti grazie ai quali di primavere ne avremo da ammirare ancora certamente!
E voi quante “rondini che fanno primavera” avete avuto modo di conoscere?
Scrivete a claudio@accaparlante.it oppure sulle mie pagine Facebook e Instagram.
Pensiero Imprudente
Dallo scorso mese di dicembre Claudio Imprudente è divenuto una “firma” costante del nostro giornale, con questa sua rubrica che abbiamo concordato assieme di chiamare Pensiero Imprudente, grazie alla quale ha già incominciato a impreziosire le nostre pagine, condividendo con Lettori e Lettrici il proprio sguardo sull’attualità.
Persona già assai nota a chi si occupa di disabilità e di tutto quanto ruota attorno a tale tema, Claudio Imprudente è giornalista, scrittore ed educatore, presidente onorario del CDH di Bologna (Centro Documentazione Handicap) e tra i fondatori della Comunità di Famiglie per l’Accoglienza Maranà-tha. All’interno del CDH ha ideato, insieme a un’équipe di educatori e formatori specializzati, il Progetto Calamaio, che da tantissimi anni propone percorsi formativi sulla diversità e l’handicap al mondo della scuola e del lavoro. Attraverso di esso ha realizzato, dal 1986 a oggi, più di diecimila incontri con gli studenti e le studentesse delle scuole italiane. In qualità di formatore, poi, è stato invitato a numerosi convegni e ha partecipato a trasmissioni televisive e radiofoniche.
Già direttore di una testata “storica” come «Hp-Accaparlante», ha pubblicato libri per adulti e ragazzi, dalle fiabe ai saggi, tra cui Una vita imprudente. Percorsi di un diversabile in un contesto di fiducia e il più recente Da geranio a educatore. Frammenti di un percorso possibile, entrambi editi da Erickson. Ha collaborato e collabora con varie riviste e testate, come il «Messaggero di Sant’Antonio», per cui cura da anni la rubrica “DiversaMente”. Il 18 Maggio 2011 è stato insignito della laurea ad honorem dall’Università di Bologna, in Formazione e Cooperazione.
Nella colonnina qui a fianco (Articoli correlati), i contributi che abbiamo finora pubblicato, nell’àmbito di Pensiero Imprudente.
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