Bambini e ragazzi con disabilità: capire quando è discriminazione

Si basa su sette esempi di situazioni verosimili, il vademecum denominato “Mi riconosci? Esempi quotidiani di discriminazione ai danni di bambini e ragazzi con disabilità”, curato dal Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della Federazione lombarda LEDHA, in collaborazione con il Comitato Regionale Lombardo del CSI (Centro Sportivo Italiano), una pubblicazione che spiega appunto, con un linguaggio semplice e accessibile, come riconoscere alcune situazioni discriminatorie
Realizzazione grafica dedicata alla discriminazione
Una realizzazione grafica dedicata alla discriminazione e allo stigma

«Quelli qui descritti sono comportamenti vietati dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, e tuttavia siamo consapevoli del fatto che riconoscerne il carattere discriminatorio non sia facile, nemmeno per le persone con disabilità che li subiscono: per questo la sensibilizzazione e le informazioni sono fondamentali per tutelare i diritti delle persone con disabilità»: così Laura Abet, legale e responsabile del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA (la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH-Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), parla dei sette esempi di situazioni verosimili, contenuti nel vademecum denominato Mi riconosci? Esempi quotidiani di discriminazione ai danni di bambini e ragazzi con disabilità (disponibile a questo link), pubblicazione curata dallo stesso Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi, in collaborazione con il Comitato Regionale Lombardo del CSI (Centro Sportivo Italiano), che spiega appunto, con un linguaggio semplice e accessibile, come riconoscere alcune situazioni discriminatorie.

«Il bambino con disabilità che non può andare in gita con i compagni – spiegano dalla LEDHA -, il ragazzo a cui viene richiesto il pagamento di una retta più elevata per frequentare il centro estivo comunale, la ragazza che non può salire sull’autobus perché il mezzo è inaccessibile, il giovane appassionato di sport che si sposta in carrozzina elettrica e che non può fare il tifo per la sua squadra del cuore perché gli spalti del palazzetto non hanno una rampa d’accesso, ma soltanto gradini: sono solo alcune delle molte situazioni di discriminazione che bambini, bambine, ragazzi e ragazze con disabilità possono subire: le nostre città, i nostri servizi pubblici e privati, i mezzi di trasporto, le scuole e i luoghi del tempo libero sono infatti segnati dalla presenza di barriere ambientali e comportamentali che ne limitano la libertà».
Il vademecum realizzato dal Centro Bomprezzi della LEDHA insieme al CSI Lombardia si rivolge dunque ad allenatori, educatori, genitori, assistenti e a tutti coloro che, in un modo o nell’altro, si relazionano con i più giovani. Inoltre, grazie alla collaborazione con lo stesso CSI Lombardia, si cercherà di favorire una maggiore attenzione e consapevolezza sociale sulle condizioni di vita delle persone con disabilità e sulle situazioni di rischio di discriminazione all’interno di tutto l’àmbito sportivo.

«Il CSI – dichiara Paolo Fasani, presidente del CSI Lombardia – pone particolare attenzione, sin dalla sua nascita, allo sport come strumento di inclusione sociale e di attenzione verso i più fragili, tra i quali anche le persone con disabilità. Grazie alla competenza della LEDHA possiamo offrire strumenti concreti che possono aiutare gli operatori delle società sportive a riconoscere, intervenire e segnalare situazioni di discriminazione. Partiamo da un vademecum in formato elettronico, che distribuiremo via mail alle oltre 3.200 società sportive lombarde a noi affiliate, ma che renderemo anche disponibile nel nostro sito al fine di poter avere la maggiore diffusione possibile. Questo è solo un punto di partenza, cui seguiranno altre iniziative che costruiremo anche in base alle esigenze del territorio».
«Il nostro auspicio – afferma dal c anto suo Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA – è di raggiungere un numero sempre maggiore di persone, soprattutto tra coloro che non sono direttamente coinvolti all’interno del mondo associativo, per sensibilizzarle sui temi della discriminazione ai danni delle persone con disabilità. E invitiamo chiunque si trovi di fronte a una situazione come quelle descritte nel vademecum a contattare il nostro Centro antidiscriminazione».

Il vademecum, ricordiamo in conclusione, rientra tra le attività promosse da LEDHA e CSI Lombardia nell’àmbito dell’accordo di collaborazione sottoscritto lo scorso anno (se ne legga anche sulle nostre pagine), finalizzato a favorire una maggiore attenzione e consapevolezza sociale sulle condizioni di vita delle persone con disabilità in Lombardia, nonché sulle situazioni di rischio di discriminazione nella partecipazione alla vita sociale e alla possibilità di svolgere attività sportive. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it; csi.lombardia@csi.lombardia.it.

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