«Struttura deputata ad accogliere e a trattare pazienti con diagnosi di lesione midollare postraumatica e non traumatica, l’Unità Spinale di Ancona attiverà un approccio multispecialistico e multiprofessionale in un’ottica di integrazione, per rispondere maggiormente ai bisogni di cura. Questo incontro, dunque, è stato utile per ricordare da dove si era partiti, per arrivare oggi ad avere nelle Marche una delle strutture più accreditate alla presa in carico globale della persona con lesione midollare nel nostro Paese, evidenziando le criticità ancora da risolvere, ma anche e soprattutto le opportunità per consolidare l’enorme lavoro svolto in questi lunghi anni da parte di tutti i professionisti della struttura stessa»: lo ha dichiarato Vincenzo Falabella, presidente della FAIP (Federazione Associazioni Italiane di Persone con Lesione al Midollo Spinale), a margine di un incontro avuto ad Ancona con Maria Antonietta Recchioni, responsabile della SOSD (Struttura Operativa Semplice Dipartimentale) Unità Spinale di Ancona, e con il team multidisciplinare del reparto.
Erano presenti per l’occasione anche Armando Marco Gozzini, direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche e il direttore sanitario Claudio Martini, oltre a Primo Sprecacè e Carmen Mattei, presidente e vicepresidente dell’APM (Associazione Paratetraplegici delle Marche), con un’ulteriore rappresentanza del Direttivo di tale organizzazione che nel tempo ha avuto in Roberto Zazzetti uno tra i componenti maggiormente impegnati. E ancora, sono intervenuti anche Anna Menghi, consigliera regionale delle Marche e Paolo Balercia, direttore del Dipartimento di Scienze Neurologiche cui l’Unità Spinale afferisce.
«È stato un importante punto di partenza – annota ancora Falabella, a proposito dell’incontro di Ancona – per potenziare l’Unità Spinale Unipolare, rendendola sempre più rispondente ai bisogni delle persone con lesione midollare, a partire dalla pianificazione di un aumento dei posti letto, nonché dalla disponibilità di personale adeguato alle esigenze sempre più specifiche di chi dovrà ricevere specifiche cure riabilitative, idonee al pieno reinserimento nella vita sociale». (S.B.)
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