L’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità ha espresso vera e propria costernazione per i commenti delle dottoresse Ghada Hatem e Catherine Rey-Quinio in merito alla sterilizzazione delle donne con disabilità senza il loro consenso, nel servizio intitolato Il dilemma del consenso: perché la Francia sta lottando per porre fine alla sterilizzazione forzata delle donne con disabilità, recentemente pubblicato dalla testata di notizie internazionali «Euronews»*.
«Denunciamo con forza le loro supposizioni paternalistiche e infantilizzanti secondo cui le donne con disabilità intellettive non sono idonee ad avere figli – si legge in una nota diramata dal Forum –. Devono essere previsti supporti per garantire che tutte le donne con disabilità possano godere della propria autonomia corporea ed avere figli se lo desiderano».
«In qualità di componenti dei Comitati di esperti che valutano questa decisione – argomenta ancora l’EDF –, entrambe le esperte devono garantire che tutte le donne, comprese le donne con disabilità, godano del loro pieno diritto all’autonomia corporea. I Comitati devono seguire il paradigma dei diritti umani della disabilità incarnato dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che la Francia ha ratificato [il 18 febbraio 2010, N.d.R.]. Questo paradigma include il rispetto per la dignità intrinseca e l’autonomia individuale delle persone con disabilità, inclusa la libertà di fare le proprie scelte. Chiediamo al Governo francese di garantire che gli esperti dei Comitati che decidono sulla sterilizzazione e tutti gli attori coinvolti siano consapevoli degli obblighi della Francia ai sensi di questa Convenzione».
La presidente del Comitato delle Donne dell’EDF Pirkko Mahlamäki ha dichiarato: «I commenti delle componenti dei Comitati [interpellate] nel servizio mostrano la persistente convinzione paternalistica, infantilizzante e patriarcale che mina il diritto delle donne con disabilità all’autonomia corporea. Questi commenti sono contrari ai diritti di cui tutte le donne devono godere. Né gli Stati né i medici devono prevalere sulle donne quando si tratta del loro diritto all’autonomia e all’integrità del corpo: questa è, come sappiamo, una richiesta essenziale del movimento per i diritti delle donne, sia che si tratti di mutilazione genitale, di praticare un aborto oppure no, o di sterilizzazione forzata. Esortiamo lo Stato francese e i membri del Comitato di esperti a seguire un modello di diritti umani e a garantire che ogni donna abbia il diritto di prendere le proprie decisioni riguardo al proprio corpo».
In conclusione è opportuno ricordare che, come denunciato sempre dall’EDF nel Rapporto di ricerca Sterilizzazione forzata delle persone con disabilità nell’Unione Europea, pubblicato lo scorso anno, sono ben quattordici i Paesi membri dell’Unione nei quali la sterilizzazione forzata delle persone con disabilità è ancora consentita per legge, vale a dire Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Malta, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria. Tre di questi – il Portogallo, la Repubblica Ceca e l’Ungheria – ammettono questa pratica anche sui minori, mentre in altri Stati, pur non indicati pocanzi (Belgio e Francia), insieme all’Ungheria, è prassi inserirla come requisito per l’ammissione alle strutture residenziali.
Un vero e proprio “elenco della vergogna”, lo definì per l’occasione l’EDF (se ne legga già ampiamente anche su queste pagine). (Simona Lancioni)
*In particolare, interpellata sul tema delle sterilizzazioni delle donne con disabilità effettuate in Francia, Ghada Hatem, ginecologa della Maison des Femmes de Saint Denis a Parigi, che lavora per il Comitato di esperti che valutano ogni richiesta di sterilizzazione, ha dichiarato: «Dobbiamo essere realistici. Quando la disabilità mentale è grave, le donne non capiscono quello che diciamo, non parlano, a volte si muovono anche pochissimo, quindi sappiamo benissimo che non possono avere voce in capitolo». Per questo «chiediamo ai genitori o ai tutori [di praticarla] quando ci sembra ragionevole», ammette.
Sebbene il parere della commissione – composta da ginecologi, psichiatri e organizzazioni – non sia vincolante, Hatem afferma che il giudice non va quasi mai contro il loro consiglio. Prima della sterilizzazione, gli esperti devono assicurarsi che possa essere adottato qualsiasi altro metodo contraccettivo. Tuttavia, la ginecologa confuta questo argomento. «Che senso avrebbe fare qualcosa che non è irreversibile? Se sapessimo che in cinque anni la sua disabilità sarebbe guarita e lei sarebbe stata in grado di prendersi cura di suo figlio in modo autonomo. Ma questo non è vero, allora che senso ha scegliere qualcosa che deve essere rinnovato periodicamente?», sostiene.
«Non possiamo sognare», concorda Catherine Rey-Quinio, consulente medica dell’Agenzia Sanitaria Regionale dell’Île-de-France. La decisione medica in questi casi si basa su «quello che consideriamo il beneficio-rischio dell’intervento per il paziente».
Per approfondire ulteriormente i temi trattati nel presente contributo (già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli, in provincia di Pisa e qui ripreso, con alcuni riadattamenti dovuti al diverso contenitore, per gentile concessione), si può fare riferimento, sempre nel sito di Informare un’h, alle sezioni Donne con disabilità: diritti sessuali e riproduttivi, La violenza nei confronti delle donne con disabilità e più in generale Donne con disabilità.
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