Mentre l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, continua a battersi affinché la sterilizzazione forzata delle persone con disabilità venga criminalizzata in tutti i Paesi dell’Unione Europea (se ne legga anche recentemente su queste stesse pagine), fuori dell’Europa ci sono Paesi, come il Giappone, che continuano a fare i conti con gli strascichi della propria Legge sull’Eugenetica (Eugenic Protection Law), rimasta in vigore dal 1948 al 1996, che impegnava autorità e medici a impedire la procreazione a persone con disabilità fisiche, intellettive o psichiche.
Abbiamo già avuto modo di occuparci della situazione giapponese nel 2020, con il testo, a firma di Stefano Borgato, Sterilizzazione forzata e disabilità: una questione sempre aperta. Torniamo ora a farlo, a seguito di un aggiornamento sul tema pubblicato dal portale Spazio 50.
In un articolo a firma di Leonardo Guzzo si parla di un rapporto di ricerca di 1.400 pagine attraverso il quale il Parlamento nipponico avrebbe documentato come siano circa 25.000 le persone interessate da una qualche malattia o da una disabilità intellettiva sottoposte a stilizzazione forzata nel periodo in cui la Legge sull’Eugenetica era in vigore. Di queste, i due terzi subirono tale intervento senza esprimere alcun consenso, mentre anche i consensi effettivamente espressi risulterebbero viziati da un’informazione insufficiente.
La sterilizzazione forzata, è bene ricordarlo, è un intervento sanitario irreversibile, che comporta una diminuzione permanente dell’integrità fisica della persona, e preclude a chi vi è sottoposto/a la possibilità di avere figli. Oltre agli strascichi per la salute, come i persistenti dolori post-operatori, nel rapporto sono documentate le discriminazioni subite a livello sociale e relazionale connesse alla disabilità riproduttiva acquisita. Tuttavia il rapporto non riesce a spiegare come sia stato possibile che la Legge sull’Eugenetica sia potuta rimanere in vigore per quasi mezzo secolo.
Nel 2019 una Legge del Parlamento di Tokyo ha disposto un risarcimento pari 3,2 milioni di yen (circa 26.200 euro) per ciascuna vittima di sterilizzazione. Il problema è che il termine ultimo per presentare la richiesta di risarcimento, fissato al mese di aprile del 2024, si avvicina, ma ad oggi solo 1.000 persone hanno fatto domanda in tal senso. Dunque le Organizzazioni impegnate per la tutela dei diritti umani, anche al fine di intensificare la campagna informativa, stanno chiedendo una proroga di tale termine.
Il Centro Informare un’h, di cui chi scrive è responsabile, si è occupato in molte occasioni di sterilizzazione forzata delle persone con disabilità che, è necessario ribadirlo, colpisce in modo sporzionato le donne, evidenziando come anche la situazione dell’Italia sia poco trasparente (se ne legga anche a questo link). In un recente repertorio sono raccolte le principali notizie pubblicate da Informare un’h su questo fenomeno e sulle altre forme di coercizione riproduttiva. Com’è ovvio, ci sono molti contributi dedicati all’Europa, dove la sterilizzazione risulta ancora ammessa per legge in quattordici Paesi (Austria, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Malta, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), due al Giappone, uno agli Stati Uniti (da cui risulta che la sterilizzazione forzata è legale in 31 Stati degli USA).
Scorrendo i diversi testi viene da pensare che riguardo a questo fenomeno “tutto il mondo è paese”, un pensiero che fa letteralmente gelare il sangue. (Simona Lancioni)
Per approfondire ulteriormente i temi trattati nel presente contributo (già apparso nel sito di Informare un’h-Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli di Peccioli, in provincia di Pisa e qui ripreso, con alcuni riadattamenti dovuti al diverso contenitore, per gentile concessione), si può fare riferimento, sempre nel sito di Informare un’h, al repertorio Donne con disabilità: sterilizzazione forzata e altre forme di coercizione riproduttiva – 2023, nonché alle sezioni Donne con disabilità: diritti sessuali e riproduttivi, La violenza nei confronti delle donne con disabilità e più in generale Donne con disabilità.