Il libro Cinema e disabilità. Il film come strumento di analisi e di partecipazione cerca di colmare un vuoto di conoscenza e anche di consapevolezza sull’influenza che il modo in cui la disabilità viene rappresentata nei film ha sulla vita reale delle persone. La speranza è che non rimanga un “caso isolato”, ma che sia da sprone per suscitare nuove riflessioni, analisi e pubblicazioni sullo stesso tema.
Se è vero che il cinema ha sempre “parlato” di disabilità, non si può non notare come negli ultimi anni questo racconto sia diventato più intenso e – in una certa misura – più consapevole e ragionato. Nonostante questo, la discussione su questo tema, anche all’interno della cerchia degli “addetti ai lavori”, è rarefatta, quasi assente.
La scoperta della disabilità, come tema a sé, da parte del cinema, ha radici lontane: radici che sono state sostenute e coltivate anche dal mondo associativo. LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), in questo, ha fatto certamente la sua parte. Le persone che fondarono LEDHA, che alla sua nascita si chiamava “Lega per i diritti degli handicappati”, ebbero (tra gli altri) il merito di affermare che la lotta per i diritti delle persone con disabilità non poteva passare solo dalla rappresentazione politica e dalla tutela legale.
L’intuizione di questo gruppo di pionieri, tra i quali non possiamo non menzionare Pico Merzagora ed Edoardo Cernuschi, è che accanto al resto, fosse necessario occuparsi anche del modo in cui le persone con disabilità venivano e vengono percepite e rappresentate a livello sociale, perché questo ha un peso determinante nella vita di ognuno, anche nel definire lo spazio di relazione tra le persone.
Lo Sguardo degli altri è la storica rassegna che LEDHA ha promosso e organizzato negli Anni Ottanta e Novanta e che ha determinato un’intensa attività culturale che continua fino ai giorni nostri, grazie al lavoro della Mediateca Biblioteca multimediale, di cui Matteo Schianchi è presidente.
Sono passati più di quarant’anni e molte sono le dimensioni della vita che sono mutate. La stessa azione della nostra rete associativa non è più la stessa di un tempo. LEDHA è cresciuta, trasformandosi da rete sostanzialmente milanese a federazione regionale delle associazioni delle persone con disabilità in Lombardia e rafforzando, con la partecipazione a FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), l’azione delle Associazioni delle persone con disabilità in Italia. Inoltre, i campi di intervento si sono allargati e moltiplicati così come la stessa visione della disabilità, tanto che ormai da vent’anni LEDHA ha assunto il nome di Lega per i diritti delle persone con disabilità.
Rimane ferma però la natura di LEDHA di essere lo strumento di azione comune dell’intera rete associativa, quando è in gioco la difesa dei diritti fondamentali delle persone con disabilità, secondo il principio che quando un diritto umano di una persona non viene rispettato, questo non è un problema solo per quella persona ma per tutta la comunità.
Rimane ferma anche la convinzione che la difesa e la promozione dei diritti umani di tutte le persone con disabilità sia anche una questione di carattere culturale, che attiene anche al modo in cui la disabilità viene raccontata, rappresentata e percepita, e che evidenzia l’importanza della nostra presenza nei media, sui social e nel mondo del cinema.
Per questo motivo, la nostra Mediateca non è un capriccio, un lusso o un optional, ma una stretta necessità: ed è per questo che, come LEDHA, abbiamo fatto nostra la proposta e il progetto di Matteo Schianchi di pubblicare questo volume.