In occasione dell’imminente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre, invitiamo tutti i partiti politici dell’Unione Europea a selezionare e a sostenere i candidati con disabilità interessati a presentarsi alle Elezioni Europee del 2024. Chiediamo inoltre all’Unione Europea e ai Governi Nazionali di garantire alle persone con disabilità un sostegno adeguato per la campagna elettorale e per consentir loro di essere elette su un piano di parità con tutti gli altri candidati.
Quando Jamie Bolling è entrata in politica in Svezia, ha dovuto sostenere “costi doppi” per partecipare alle consultazioni elettorali. Jamie, infatti, è una persona con disabilità in carrozzina che vive in una società ancora in gran parte inaccessibile, il che significa che deve pagare di più per arrivare dove vuole e deve essere. Nonostante tale esempio, però, non vi è stato nessuno Stato Membro dell’Unione Europea che abbia proposto un sostegno specifico per i candidati con disabilità.
Ma c’è di peggio: la maggior parte dei Paesi, infatti, tranne nove, pone specifiche restrizioni legali alle persone con disabilità, impedendo loro di candidarsi.
A tal proposito, il nostro Rapporto sui Diritti Umani 2022 sulla Partecipazione politica delle persone con disabilità conferma che la situazione è praticamente disastrosa: da tale documento, infatti, emerge che le persone con disabilità rimangono pesantemente sottorappresentate come funzionari eletti, nonostante costituiscano il 15% della popolazione. Meno del 5% degli attuali membri del Parlamento Europeo si identifica come persona con disabilità.
Alle restrizioni di cui detto, vanno aggiunte altre sfide frequenti che devono affrontare i candidati appartenenti a gruppi minoritari e che rappresentano identità emarginate. Sono sfide comuni che includono l’essere bersaglio di discorsi di odio e di molestie e il dover affrontare stereotipi e pregiudizi dovuti alla propria identità. Ciò è ancora più grave per i candidati e le candidate con identità multiple in situazione di “intersezionalità”, come le donne con disabilità, le persone con disabilità vittime anche di atti di razzismo e le persone LGBTQIA+ con disabilità.
Le donne, per altro, sono già una minoranza nelle posizioni di leadership politica e le donne con disabilità sono una “minoranza all’interno della minoranza” di donne che ricoprono cariche elettive. Questi gruppi, quindi, necessitano di azioni di sostegno particolarmente mirate.
Si è parlato finora di barriere culturali create spesso dai partiti politici e dagli stessi Stati, che sono in aperto contrasto con l’impegno dei vari Paesi nei confronti della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, in particolare con l’articolo 29 di essa (Partecipazione alla vita politica e pubblica).
Tra sette mesi gli elettori avranno la possibilità di far sì che le Istituzioni dell’Unione Europea rappresentino davvero le tante differenze presenti nell’Unione, ma questo potrà realmente avvenire solo se i partiti politici, i Governi Nazionali e le Istituzioni Europee si faranno avanti e sosterranno concretamente le persone con disabilità.
Oggi, a due giorni dalla Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, chiediamo ai partiti politici di agire! Chiediamo all’Unione Europea e agli Stati Membri di essa di agire!
Una di queste azioni potrebbe essere ad esempio un “Fondo per l’accesso alle cariche elettive” che sostenga finanziariamente i candidati con disabilità in modo che essi possano svolgere la propria campagna elettorale su base di parità con tutti gli altri.
Nel dettaglio, quindi, chiediamo ai partiti politici di:
° Avvicinarsi in modo proattivo alle persone con disabilità e di includerle tra i propri candidati.
° Fornire ulteriore sostegno e attuare misure per una maggiore partecipazione delle donne con disabilità quali candidate.
° Garantire che i candidati con disabilità possano fare campagna elettorale su base paritaria con gli altri, fornendo un sostegno aggiuntivo per superare le barriere legate all’accessibilità o per coprire i costi in più legati alla disabilità.
° Assicurare che i processi, le informazioni, le riunioni, gli eventi e i locali siano completamente accessibili alle persone con disabilità.
All’Unione Europea e agli Stati Membri di essa chiediamo invece di:
° Mettere in atto programmi e risorse per sostenere i candidati e le candidate con disabilità.
° Adottare una nuova Legge Elettorale dell’Unione Europea e Leggi Nazionali che consentano alle persone con disabilità di votare liberamente e di candidarsi alle elezioni, indipendentemente dal loro stato di capacità giuridica.
° Garantire lo stesso livello di diritti ai cittadini con disabilità in mobilità nell’Unione Europea.
° Assicurare l’accessibilità delle consultazioni elezioni, comprese particolari azioni rilevanti per i candidati e le candidate con disabilità.
° Fissare obblighi di accessibilità per i partiti politici europei e nazionali.
° Fornire ulteriore sostegno e attuare misure per una maggiore partecipazione delle donne con disabilità al processo politico.
° Stabilire regole utili a combattere le molestie nei confronti dei candidati, comprese le molestie e le violenze tramite il web. Queste regole devono garantire la protezione delle donne con disabilità e delle persone con disabilità con altre identità in situazione di “intersezionalità”.
È importante inoltre che tutti gli attori sostengano adeguatamente le donne con disabilità che desiderano candidarsi, anche attraverso un sostegno finanziario e la creazione di reti specifiche e programmi di tutoraggio.
E sempre rivolgendoci a tutti gli attori, chiediamo di coinvolgere e consultare proattivamente le persone con disabilità – attraverso le loro organizzazioni rappresentative – per garantire che ogni azione intrapresa a questo proposito sia appropriata ed efficiente.
Concludiamo con le parole del presidente del Forum Europeo sulla Disabilità Yannis Vardakastanis, che sintetizza il senso stesso di questo nostro appello: «Il percorso per diventare candidati o candidate alle elezioni europee è ancora disseminato di barriere legali e ostacoli per le persone con disabilità. I partiti politici, quindi, le Istituzioni europee e quelle nazionali devono smettere di ignorare le persone con disabilità e devono sostenerle nella loro candidatura».