«Nello sport le barriere non esistono ed è l’inclusione che vince sempre. Lo hanno dimostrato, in questi giorni, gli atleti con sindrome di Down, tornati carichi di medaglie dai Trisome Games 2024, in un’edizione molto partecipata, con 450 atleti provenienti da 32 diversi Paesi»: lo dicono dall’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), a proposito di quella che è una sorta di Olimpiade per atleti e atlete con sindrome di Down, svoltasi ad Antalya, in Turchia.
Della splendida vittoria della Nazionale Italiana di Basket, abbiamo già riferito in altra parte del giornale, ma particolarmente significativo è anche il bilancio complessivo della squadra azzurra FISDIR (Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali), tornata dalla Turchia con ben 78 medaglie (26 ori, 27 argenti e 25 bronzi).
«Tutti gli atleti e le atlete – sottolinea Gianfranco Salbini, presidente nazionale dell’AIPD , medagliati e non, hanno dimostrato un’incredibile determinazione e un grandissimo talento. Un plauso speciale va alla staffetta 4×100, che ha stabilito un nuovo primato mondiale, un vero trionfo per lo sport italiano e per gli atleti con sindrome di Down. Grazie dunque per avere portato così in alto il nome dell’Italia e per avere ispirato tutti con il vostro straordinario impegno e successo sportivo».
«Questi successi – aggiunge Salbini – dimostrano una volta ancora l’inestimabile valore dello sport come strumento non solo di inclusione, ma prima ancora di costruzione della propria personalità e della conquista di quella fiducia in se stessi che serve per trovare e coltivare il proprio ruolo nella società. Ricordo che, in base alla ricerca svolta lo scorso anno dalla nostra Associazione insieme al Censis, la vita sociale degli adulti con sindrome di Down è tuttora molto limitata e poche sono le occasioni e i contesti per la socialità e l’espressione delle proprie potenzialità: il 50% degli intervistati, infatti, non riceve amici in casa, il 60% non esce in compagnia. Per fortuna, ci sono le attività sportive, a cui invece partecipa il 90% delle persone con sindrome di Down interpellate dai ricercatori. Segno di quanto sia preziosa e vitale questa esperienza, che dev’essere incoraggiata e sostenuta: lo sport è inclusione, lo sport è emancipazione». (S.B.)
Per ulteriori informazioni: ufficiostampaaipd@gmail.com.
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