E sono già sette gli episodi prodotti nell’àmbito della quarta stagione di AD MAIORA – Storie di Resilienza, progetto di cui abbiamo il piacere di essere media partner, nato nel 2020, in piena pandemia, da un’idea della giornalista Deborah Annolino, un’opera di cinematografia sociale e una digital serie del genere docufiction, già vincitrice di premi sia a livello nazionale che internazionale, per la regia di Stefano Foglia e la sceneggiatura di Federico Feliziani.
«Vivere storie di resilienza, per compiere un viaggio attraverso le emozioni e le storie più autentiche»: questo il messaggio comune ad ogni stagione di AD Maiora, il tutto traendo costantemente ispirazione da alcuni tra gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030.
Nelle scorse settimane abbiamo dato spazio ai primi sei episodi della serie (Più che vicini, storia di rinascita e di riscatto sociale; La meraviglia, viaggio alla scoperta di splendidi luoghi artistici e monumentali; Un attimo di noi, centrato sulla disabilità e sull’importanza dell’accessibile; C’era una volta Lei, su una villa divenuta un Room and Breakfast che sorge all’interno di un bene confiscato alla mafia, con la gestione dell’Associazione MondoDonna; Tutti giù per terra, riguardante il mondo del sitting volley; Nutrire l’anima, ambientato nel cuore dell’Antoniano di Bologna), oggi quindi ci occupiamo del settimo (disponibile a questo link), che si intitola Quello che c’è e che si rivolge al mondo creativo del teatro, o meglio ancora alla bellezza di questo mezzo espressivo, in cui ciascuno può esprimere se stesso ed essere accolto per ciò che è.
Protagonista del nuovo docufilm è Teatro di Camelot, compagnia integrata in cui lavorano e collaborano attori professionisti con e senza disabilità, sperimentando diverse forme di linguaggio.
«Fondata più di venticinque anni fa dal regista Alberto Canepa e dall’attrice Elisa Caldironi – spiegano i promotori di AD MAIORA – Storie di Resilienza – Teatro di Camelot coinvolge persone con disabilità con il desiderio di approcciare l’arte teatrale. Un esempio di integrazione fisica, artistica, intellettuale e linguistica che porta in teatro occasioni di riflessione su tematiche sociali e civili. E anche un bell’esempio di resilienza che insegna quanto la passione sia fondamentale per superare ostacoli e momenti di crisi».
In queste settimane, tra l’altro, la compagnia è impegnata nel riallestimento di uno spettacolo dedicato alla Costituzione italiana (Siamo uomini o caporali? Raccontiamo la Costituzione italiana a teatro), che andrà in scena nella serata del 22 maggio al Teatro Comunale di Sasso Marconi (Bologna). (S.B.)
Per ogni informazione e approfondimento: d.annolino@adcommunications.it (Deborah Annolino).