«Oggi, 31 maggio, in Europa si celebra il Siblings Day, la giornata dedicata ai fratelli e alle sorelle, che per alcuni ha un ulteriore significato: in Italia esistono centinaia di migliaia di sibling, ovvero i fratelli e le sorelle di persone con disabilità o affette da patologie gravi e/o croniche. La parola siblings, infatti, che in inglese significa genericamente “fratelli/sorelle”, in Italia ha assunto questo specifico significato»: lo dicono dalla Fondazione Paideia, soffermandosi poi su questa condizione «che comporta sfide, paure, difficoltà, responsabilità e risorse uniche. Consapevoli infatti delle fatiche dei genitori e dei fratelli con disabilità, i sibling rischiano di essere bambini/bambine “non visti/e” e possono mettere in secondo piano i loro bisogni e desideri. Quando si cresce, poi, si vive un’altra fase complessa: quella di immaginare un percorso di vita indipendente che possa conciliarsi con il proprio ruolo di caregiver del fratello o della sorella. Per queste ragioni i sibling possono essere più a rischio di sviluppare difficoltà psicosociali».
Sono più di trent’anni che Paideia si dedica a sostenere le famiglie con bambini o bambine con disabilità, riconoscendo l’importanza di offrire supporto specifico ai sibling, tramite interventi diretti (colloqui individuali e percorsi di gruppo differenziati per età) o anche indiretti (colloqui di consulenza ai genitori, operatori e insegnanti), per affiancare i genitori nel loro compito di cura ed educazione dei figli con e senza disabilità.
Lo scorso anno, inoltre, presso le sedi della Fondazione di Torino e Milano, sono state realizzate attività che hanno coinvolto 12 gruppi e un totale di 93 sibling, con percorsi specifici per ciascuna fascia di età, volti alla condivisione di esperienze simili.
“I bisogni dei sibling – sottolinea Andrea Dondi, coordinatore per l’accoglienza e il sostegno della famiglie presso la sede di Paideia a Milano e già autore di Siblings. Crescere fratelli e sorelle di bambini con disabilità [presentato anche su queste pagine, N.d.R.] – sono legati alla loro condizione, che è diversa da quella degli altri bambini. Comporta – e questo è il primo tema da tenere presente – delle sfide diverse da quelle degli altri. E la nostra idea è di occuparci di queste sfide, in un’ottica di prevenzione e accompagnamento dei bambini che si trovano ad affrontarle».
«Come Paideia – aggiunge – portiamo avanti da anni attività di supporto e alcuni fratelli o sorelle oggi più grandi fanno i facilitatori di gruppi per altri fratelli o sorelle. Questo mi sembra un segnale molto evidente di un percorso interiore di consapevolezza e di maturazione. Molti sibling che hanno la possibilità di ricevere supporto, inoltre, arrivano all’età adulta con una visione più chiara di quello che è il loro percorso di vita e, ci auguriamo, anche la possibilità di fare scelte per sé e per i loro fratelli più rispettose di un equilibrio tra le proprie esigenze e quelle dei loro fratelli e sorelle».
Da segnalare infine che di recente Paideia ha promosso uno spazio di sensibilizzazione e incontro tra sibling adulti, online e gratuito, un’occasione per ascoltare il racconto degli altri, ma anche per riflettere sulla propria esperienza personale. Proprio nella serata di oggi, 30 maggio (ore 19-20.30), è previsto un incontro in tale àmbito (Il ruolo del sibling adulto tra indipendenza e caregiving), mentre i successivi (sempre dalle 19 alle 20.30) si avranno il 24 settembre (La comunicazione in famiglia (per un progetto condiviso)) e il 29 ottobre (La vita affettiva del sibling adulto: socialità, amore, genitorialità). (S.B.)
La partecipazione agli incontri di cui si parla nel presente testo è riservate ai sibling adulti che abbiano compiuto almeno 20 anni ed è gratuita. Per informazioni: siblings@fondazionepaideia.it. A questo link è disponibile un’ampia scheda sulla Fondazione Paideia. Per ulteriori informazioni e approfondimenti: lrondana@maybepress.it (Luna Rondana).
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