Oltre mille studenti e studentesse sotto i 18 anni, in cinque Regioni italiane (Campania, Lazio, Lombardia, Marche e Trentino Alto Adige) sono stati coinvolti nel progetto nazionale denominato INCLUSI. Dalla scuola alla vita, andata e ritorno, avviato tre anni fa allo scopo di costruire percorsi innovativi e inclusivi per i minori con disabilità e bisogni educativi speciali.
Promossa da una rete di settanta organizzazioni del Terzo Settore, l’iniziativa, recentemente conclusasi, era stata selezionata dall’Impresa Sociale Con i Bambini, nell’àmbito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. «La scuola – sottolineano i partner – è un luogo sociale dove i percorsi individuali si intrecciano in una dimensione collettiva, il primo dove ci si allena alle relazioni e si mettono le fondamenta della cittadinanza. Ma non ci deve essere una separazione tra “dentro e fuori” la scuola: l’inclusione è una responsabilità collettiva che si raggiunge attraverso la collaborazione tra la scuola, le famiglie e il territorio, e nel territorio un potente e competente alleato di docenti e personale scolastico è il Terzo Settore, in particolare la cooperazione sociale con i propri educatori e pedagogisti. Abbiamo lavorato con le scuole perché l’inclusione non sia solo “sostegno a chi ha una fragilità”, ma sia anche “educazione di tutti gli studenti” alle differenze, al rispetto e alla cura reciproca, a una cittadinanza accogliente».
Nel dettaglio, sono state 37 le scuole coinvolte, con 1.041 studenti/studentesse – per l’81% frequentanti la scuola secondaria di primo grado e per il 41% con fragilità certificata – e 549 adulti, tra insegnanti (42%), educatori (23%) e genitori (35%).
L’evento finale del progetto si è avuto nei giorni scorsi a Trento, con il coinvolgimento di 500 studenti/studentesse del territorio in laboratori e giochi ideati prendendo spunto dalle azioni sviluppate nei tre anni dell’iniziativa, per definire e continuare a promuovere una vera scuola inclusiva. «INCLUSI – è stato detto infatti – lascia in eredità a insegnanti, educatori e genitori gli strumenti e le metodologie per promuovere una scuola e una comunità in cui tutti possano esprimere la loro potenzialità e i loro sogni, e possano partecipare attivamente alla costruzione di una società più equa ed inclusiva».
Tra le varie azioni prodotte, da segnalare la pubblicazione delle linee guida per la comunicazione inclusiva, una serie podcast, la campagna video contro il bullismo, la nuova funzione educativa del Mentor, un gioco formativo.
Utili per insegnanti, operatori, familiari e ragazzi con e senza disabilità, le linee guida sui diritti dei ragazzi con disabilità, su basano sull’acquisizione di metodi alternativi di comunicazione come la CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) e l’ETR (Easy to Read, ossia “facile da leggere e da comprendere”).
INCLUSI, poi, è anche il nome dato al podcast, composto da cinque puntate dedicate a raccontare «storie di ogni giorno, storie di tutti, storie di impegno per un mondo sempre più simile a ognuno di noi», ove ogni episodio è dedicato a uno specifico argomento, supportato da una testimonianza e da un esperto, come nel caso di Narrazione inclusiva, con la voce di Alessandro, fratello minore di Matteo, un giovane con disabilità neurodivergente, e di Fabio Filofosi, ricercatore in Pedagogia Speciale all’Università di Trento, che spiega come le parole e i gesti influenzino la percezione della disabilità e come la comunicazione delle differenze possa avvicinare le persone invece che allontanarle.
Sport e integrazione è invece il titolo dell’episodio che coinvolge Nunzio, giovane appartenente alla squadra di calcio paralimpica Academy Calcio Sant’Anastasia di Napoli, insieme all’allenatore Alessandro Guadagno e a Mario Sicignano, presidente delle Cooperative Prodoos e Neapolis, che raccontano come il calcio possa essere anche uno strumento per rompere stereotipi e offrire nuove opportunità di integrazione e di crescita.
Al video animato Riempire il vuoto, insieme contro il bullismo, realizzato da giovani con autismo, sotto la guida dei professionisti dell’agenzia Out of the blue, e dedicato agli insegnanti, per supportarli nel contrastare ogni forma di bullismo, e in particolare quello nei confronti degli studenti e delle studentesse con disabilità o in situazione di maggiore fragilità, abbiamo dedicato un paio di settimane ampio spazio in altra parte del nostro giornale, così come, qualche tempo fa, a Mentor, nuova funzione nata nell’àmbito dei servizi alla persona e del supporto sociale, allo scopo di accompagnare ragazze e ragazzi con disabilità che frequentano gli ultimi anni delle scuole superiori a orientarsi nel mondo del lavoro. Tale percorso formativo si è rivolto a educatori, insegnanti, psicologi e assistenti sociali, divenuti i primi dieci Mentor d’Italia, che hanno coinvolto nella prima fase di lavoro settanta ragazze e ragazzi con disabilità.
E infine, il gioco formativo per professionisti (insegnanti ed educatori) che simula diverse situazioni “critiche” nei processi di inclusione, sollecitando le squadre di partecipanti ad assumere una visione di cooperazione e condivisione delle competenze e punti di vista.
Ideato da un gruppo multidisciplinare composto da dirigenti scolastici, insegnanti curricolari e di sostegno, educatori di ogni ordine e grado scolastico, il gioco è stato sperimentato in vari contesti educativi, con la supervisione scientifica dell’ODFLab, il Laboratorio di Osservazione Diagnosi Formazione dell’Università di Trento. (S.B.)
Tutti i materiali ideati e sviluppati all’interno del progetto Inclusi si trovano a questo link. Per ulteriori informazioni: Silvia Panzarin (silvia.panzarin@leacrobate.it).
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