Istituzionalizzazione delle persone con disabilità: un preoccupante arretramento

Un recente studio di Eurofound, Agenzia dell’Unione Europea, ha evidenziato come negli ultimi dieci anni il numero di persone con disabilità che vivono in ambienti segreganti, sia aumentato in molti Stati Membri dell’Unione, in particolare in Francia e in Polonia, ma anche in Italia. Secondo il Forum Europeo sulla Disabilità è «un allarmante fallimento da parte dei Paesi dell’Unione Europea nel sostenere la vita indipendente delle persone con disabilità»

Pubblicato nell’ottobre scorso e disponibile a questo link (in lingua inglese), uno studio di Eurofound, la Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, che è un’Agenzia dell’Unione Europea, ha evidenziato come il numero di persone con disabilità che vivono in ambienti segreganti, sia aumentato in molti Stati Membri dell’Unione. Si stima infatti che attualmente siano un milione e 400.000 i bambini e gli adulti con disabilità di età inferiore ai 65 anni segregati in tali contesti, rispetto al milione e 100.000 stimati dieci anni fa.

Nel collocare in una sorta di “sala della vergogna” Paesi come la Francia (numero di persone con disabilità che vivono in istituti più che raddoppiato negli ultimi dieci anni), la Polonia (aumento di oltre l’80%), Malta e il Portogallo, l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, parla di «allarmante fallimento da parte dei Paesi dell’Unione Europea nel sostenere la vita indipendente delle persone con disabilità, constatando anzi che molti Stati stanno in realtà andando proprio nella direzione opposta rispetto al loro impegno dichiarato per i diritti delle persone con disabilità».

E l’Italia? Purtroppo anche il nostro Paese risulta tra quelli dell’Unione Europea che hanno fatto registrare negli ultimi dieci anni un aumento del numero di persone con disabilità negli istituti, insieme a Croazia, Danimarca, Lussemburgo, Svezia, Irlanda, Slovacchia, Slovenia e Paesi Bassi.
Dati positivi, invece, si sono avuti in 11 Stati Membri dell’Unione, a partire da Finlandia, Grecia ed Estonia, dove vi sono state le maggiori riduzioni di persone in istituti.

Infine, nello specifico dei bambini e delle bambine con disabilità, il numero di quelli e quelle segregati in istituti è salito a 466.000, aumentando in 11 Stati dell’Unione, innanzitutto a Cipro (più del doppio rispetto a un anno fa), ma anche nei Paesi Bassi, in Croazia, Germania, Irlanda, Svezia, Lussemburgo, Francia, Finlandia, Italia e Spagna. (S.B.)

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