Mai come nel caso di Mister Noir, autore e personaggio si mescolano, si separano, si differenziano ma poi tornano a riunirsi attraverso il filo dell’ironia: ha recentemente compiuto vent’anni questo eroe protagonista di thriller umoristici, che ha la stessa disabilità del proprio creatore, Sergio Rilletti. In questa intervista allo stesso Rilletti, ci piace riflettere sul linguaggio “politicamente scorretto”, con un occhio anche al Festival di Sanremo
![Sergio Rilletti](https://superando.it/wp-content/uploads/2025/02/riletti-sergio.png)
Creato da Sergio Rilletti, Mister Noir è l’eroe con disabilità protagonista di thriller umoristici del quale in questi anni abbiamo avuto frequentemente occasione di occuparci (grazie a questo link si possono rintracciare una serie di nostri conributi).
Il 16 ottobre dello scorso anno Mister Noir, che ha la tetraparesi spastica, così come il suo creatore, ha compiuto vent’anni di avventure e per celebrare al meglio l’anniversario, è uscito Mister Noir: Hate & Love (Oakmond Publishing), primo vero e proprio romanzo della serie, acquistabile sia in cartaceo che in e-book. L’occasione ci è sembrata quanto mai propizia per incontrare proprio Sergio Rilletti.
Mister Noir è secondo una sua definizione ricorrente il «primo eroe disabile seriale della storia della letteratura italiana»: scusi, ma non volevamo smontare lo stereotipo del “Supercrip”, del “disabile eroe”, a cui troppo spesso danno spazio gli organi d’informazione? In altre parole, qual è la differenza tra un “eroe disabile” e un “disabile eroe”?
«La differenza è molto semplice, ed è la stessa che passa tra una scelta di vita e un’azione occasionale. Mister Noir, personaggio inventato da me e affetto da tetraparesi spastica – esattamente come me -, è un detective privato che ha deciso di mettere quotidianamente a repentaglio la propria vita per aiutare gli altri, quindi è un eroe – accidentalmente – disabile. Viceversa, il detenuto in carrozzina che anni fa, nel carcere di Rebibbia, è intervenuto impedendo al proprio compagno di cella (normodotato) di impiccarsi, è un disabile eroe!».
Nei noir, come sono le storie di Mister Noir, ricorrono anche espressioni “politicamente scorrette”. Persino nel racconto autobiografico Solo!, ad esempio, ritroviamo «Ma che branco di handicappati!», dove la frase ha una precisa funzione narrativa. In un momento storico, in cui si sottolinea come l’uso delle parole abbia una responsabilità diretta nel discriminare le persone con disabilità, non pensa che anche con i suoi testi si possa condurre una battaglia per una società più inclusiva?
«Assolutamente sì, e il linguaggio politicamente scorretto, se usato in maniera ironica, può contribuire a farlo, creando un ribaltamento di prospettiva; e la mia corposa antologia di racconti e di romanzi brevi Mister Noir (edita da Oakmond Publishing), che contiene anche Inseguimento a ruota – che avevo scritto originariamente per il sito della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) – e altre storie basate su fatti che mi sono realmente accaduti, ne è la prova! Anche la mia esclamazione “Ma che branco di handicappati!“, contenuta in Solo! e riferita al gruppo di “normodotati” che, prima, mi aveva mollato da solo in mezzo al Parco di Monza e che, poi, non aveva neanche pensato di ritornare nel punto in cui mi aveva abbandonato, è da intendersi in tal senso».
![Mister Noir](https://superando.it/wp-content/uploads/2025/02/rilletti-mister-noir.png)
In generale cosa pensa del linguaggio sulla disabilità e dell’uso delle parole nel contribuire o meno a discriminare ulteriormente le persone con disabilità?
«Non è mai una parola in sé a essere giusta o sbagliata, ma è come viene utilizzata. Una frase come “Che bell’amica sei!” può cambiare radicalmente significato a seconda che la si pronunci col tono dolce o aspro! Allo stesso modo, ritengo che la continua ricerca di un linguaggio sempre più formalmente impeccabile, che di fatto inibisce la spontaneità, sia di ostacolo a qualsiasi tipo di integrazione. Non solo riguardo alle persone con disabilità, ma proprio riguardo a qualsiasi persona. Il grande Andrea G. Pinketts l’aveva capito benissimo, e il roboante ed entusiastico “Ciao, Bastardo!” con cui mi salutava ogni volta che mi vedeva, non era affatto un insulto, ma un super-complimento, col quale lui, col suo vocione, comunicava a tutto il mondo circostante che io ero un duro, uno che non mollava mai davanti alle avversità. Io stesso, come scrittore, non ho alcun problema a utilizzare il termine persona con disabilità e tutti i relativi sinonimi esistenti nel vocabolario, scegliendoli a seconda del contesto e dell’effetto che voglio creare, più uno, carrozzinato, che adopero per definire me stesso. Infine, c’è il mio Mister Noir, che, essendo intelligentissimo e molto ironico, usa il termine normodotato come sinonimo di persona non particolarmente arguta».
In Festival o morte, racconto ambientato e scritto durante il Festival di Sanremo del 2010, mi ha colpito l’espressione «Mr. Noir aveva dato per scontato, ragionando come un qualsiasi investigatore “normodotato”…». Come ragiona, invece, un investigatore con disabilità?
«Innanzitutto diciamo che una persona con una disabilità motoria, vivendo in una condizione di perenne menomanza, ragiona automaticamente in modo diverso, prevedendo problemi e relative soluzioni che i “normodotati”, per quanto si immedesimino, non riescono a immaginare e, a volte, nemmeno a capire! Per quanto riguarda la battuta di Mister Noir che ha in parte citato, è, appunto, una battuta: dato che lui, che non è sicuramente la quintessenza della modestia, si considera mentalmente un superdotato, resosi conto di aver fatto una deduzione ovvia, ma errata, si è paragonato a un semplice detective normodotato».
![Sergio Rilletti con i due volumi di Mister Noir finora usciti](https://superando.it/wp-content/uploads/2025/02/rilletti-con-libri.png)
È cambiato, secondo lei, il modo di parlare di disabilità in TV, in particolare in trasmissioni tanto seguite, come appunto il Festival di Sanremo, in corso in questa settimana?
«Devo ammettere che certi programmi dedicati al mondo della disabilità, come Il cacciatore di sogni e O anche no!, si vedono proprio volentieri, ma, secondo me, oltre che parlare di disabilità bisognerebbe pure mostrarla… in diretta.
Parlando specificatamente di musica, è sicuramente lodevole che il gruppo dei Ladri di Carrozzelle, che esiste dal 1989, sia ospite fisso di O anche no! – che, oltretutto, vanta diverse rubriche condotte da ospiti fissi con disabilità -, ma perché questa band non viene invitata anche altrove? Quando il compositore Ezio Bosso partecipò come ospite al Festival di Sanremo 2016, incantò tutti, ma solo attraverso il suo programma Che storia è la musica si è potuta apprendere la sua vera essenza di musicista e di persona.
A Sanremo 2020, Le Vibrazioni, in gara, hanno ampiamente dimostrato che si può interpretare una canzone rock come Dov’è anche attraverso la Lingua dei Segni, ma è un peccato che questa versione non sia presente anche nel loro video ufficiale.
Pierangelo Bertoli ormai è considerato un pilastro fondamentale della canzone italiana; mentre, oggi, la giovane cantante Frida Bollani Magoni, affetta dall’amaurosi congenita di Leber, ma dotata di orecchio assoluto, può già vantare una carriera di tutto rispetto, ma in televisione si vede poco! Insomma, parliamo sì di disabilità, perché ce n’è davvero bisogno, ma mostriamola anche… esattamente come Andrea Bocelli non ha alcun problema a mostrarsi in tutto il mondo».
Vent’anni dopo le sue prime avventure, quali saranno le nuove sfide di MIster Noir?
«Innanzitutto, il 16 ottobre scorso, per celebrare degnamente il ventennale della sua nascita editoriale, è uscito il primo romanzo vero e proprio che lo vede protagonista, Mister Noir: Hate & Love (sempre edito da Oakmond Publishing), una colossale avventura tra Milano, Albisola Superiore, ed Ellera, in provincia di Savona, che fonde temi d’attualità legati al mondo dei giovani – quali i giochi di ruolo virtuali e le famigerate challenge – e il genere Urban Fantasy. Poi, sono già al lavoro su una nuova antologia delle avventure di Mister Noir, che unirà storie di pura fantasia ad altre che partiranno da vicende che mi sono realmente accadute: uno stimolo molto forte per me, perché mi permette di affrontare tematiche che altrimenti rischierebbero di rimanere nell’ombra! Infine, nel 2026 decorrerà il ventennale di Solo!, e io mi sto già attrezzando per celebrarlo come si deve!». (Carmela Cioffi)
Articoli Correlati
- Storie di educatori da rieducare «Quando avevo 20 anni – scrive Sergio Rilletti, scrittore che ha creato Mister Noir, eroe con disabilità protagonista di thriller umoristici -, ammiravo gli educatori e mi chiedevo: “Chissà che…
- "Mister Noir", l’eroe con disabilità protagonista di thriller umoristici Scrittore che ha creato Mister Noir, eroe con disabilità protagonista di thriller umoristici che quest’anno celebra il diciottesimo anniversario di vita editoriale, Sergio Rilletti sarà il 1° aprile al centro…
- Buon compleanno, Mister Noir! Recentemente Mister Noir, l’eroe protagonista di thriller umoristici che ha la stessa disabilità del proprio creatore, Sergio Rilletti, ha compiuto vent’anni di avventure e per celebrare al meglio l’anniversario è…