Accessibilità a partire dalla montagna

Intervista a Oreste Giurlani di Barbara Pianca*
Forse è infatti proprio la “vocazione territoriale” a far sì che a coordinare in Toscana il Centro Regionale di Informazione e Documentazione (CRID) sulle barriere architettoniche sia l’Unione dei Comuni e delle Comunità Montane (UNCEM), della quale abbiamo intervistato il presidente Oreste Giurlani, animatore dello stesso CRID
Ragazzo con disabilità sulla pista da sci accessibile della Val di Luce, presso l'Abetone
Un ragazzo con disabilità sulla pista da sci accessibile della Val di Luce, presso l’Abetone

Presidente dell’UNCEM Toscana (Unione Nazionale dei Comuni e delle Comunità Montane), oltreché sindaco di uno dei 168 Comuni che l’UNCEM stessa rappresenta e che insieme costituiscono più del 50% di quelli presenti nella Regione, è stato Oreste Giurlani, in qualità di rappresentante di questo ente, a promuovere il CRID (Centro Regionale di Informazione e Documentazione), strumento che dalla fine del 2011 fornisce informazioni, valutazioni e consulenze sulle problematiche connesse al superamento delle barriere architettoniche. «Il CRID – puntualizza lo stesso Giurlani – è uno strumento che lavora per tutta la Regione Toscana e non è dedicato solo alle Comunità Montane. L’ente che rappresento è coinvolto, in quanto promotore e oggi co-gestore».

Perché l’iniziativa è partita proprio dalle Comunità Montane?
«Forse perché da noi le questioni relative all’accessibilità sono particolarmente delicate, perché non si tratta “solo” di garantire l’assenza di barriere nelle strutture pubbliche e ad uso pubblico, ma è anche una questione di territorio: la montagna, infatti, non è facile da affrontare per chi ha problemi di ridotta mobilità o altri tipi di disabilità fisica. Per questo abbiamo probabilmente sviluppato una maggiore sensibilità rispetto a tale tema».

Com’è la montagna toscana per le persone con disabilità?
«Ci sono varie aree attrezzate per passeggiate in natura per tutti, come nelle zone protette sopra a Prato, o ancora nel Parco delle Alpi Apuane. In particolare nella Val di Luce, sull’Abetone, abbiamo una pista fruibile dagli sciatori con disabilità, inserita, tra l’altro, all’interno del Progetto Sci senza barriere, nato nel 2005 e che ha reso quel sito una delle stazioni di riferimento in Italia per lo sci praticato da disabili.
Attualmente vi sono disponibili dodici ausili, tra monosci e dualski, che vengono dati in uso gratuito. Vi è poi una confortevole casetta di legno riscaldata dove potersi cambiare, tutti gli impianti sono accessibili agli sciatori seduti e gli addetti sono stati debitamente formati. Nel 2011, la Regione Toscana, grazie al progetto, ha formato anche trentadue maestri specializzati per l’insegnamento dello sci seduto».

Quando nasce il CRID?
«Il progetto per la sua realizzazione risale a quattro anni fa, mentre la sua esistenza effettiva conta un anno e un po’ di mesi».

A quale esigenza risponde la creazione di esso?
«Poiché in Toscana non esiste un osservatorio per l’accessibilità, abbiamo deciso di costituire un ente che fungesse da centro di raccolta documentazione, ma anche da osservatorio della realtà regionale. Inoltre, volevamo rispondesse subito a un’esigenza concreta. Infatti, secondo la legge [41/86, N.d.R.], ogni Comune dovrebbe adottare un PEBA, e cioè un Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche. In Toscana eravamo indietro perché mancavano ancora delle Linee Guida di riferimento a livello regionale, che ogni Comune potesse poi seguire nella realizzazione del proprio PEBA. Uno dei primi compiti del CRID è stato proprio quello di definirle, in collaborazione con l’Università di Firenze e la Provincia di Pistoia.
Oggi il CRID affianca i Comuni anche mettendo a disposizione professionisti, come architetti, esperti e legali, che aiutino a concretizzare l’impegno. Entro il 2014 vorremmo che ognuno dei circa trecento Comuni avesse adottato il proprio PEBA».

Oreste Giurlani
Oreste Giurlani, presidente dell’UNCEM Toscana (Unione Nazionale dei Comuni e delle Comunità Montane)

Qual è il rapporto del CRID con il CRIBA Emilia Romagna (Centro Regionale d’Informazione sul Benessere Ambientale), il primo ente di questo tipo ad essere sorto in Italia, del quale ci siamo già ampiamente occupati anche su queste stesse pagine?
«Nel periodo della fondazione del CRID, abbiamo beneficiato delle competenze emiliane e tuttora la collaborazione continua. Vorremmo collegare tutti questi centri presenti in Italia. Sono ancora pochi, ma bisognerebbe facessero rete, perché il discorso dell’accessibilità ha una connotazione nazionale e sarebbe necessario uscire dall’ottica regionale, se questo significa chiusura».

Quali sono le principali attività compiute finora dal CRID?
«Le Linee Guida dei PEBA, senz’altro, ma anche una grossa raccolta documentale. Ci siamo infatti forniti di una banca dati aggiornata, a disposizione sia del privato che del pubblico. Forniamo dati sull’accessibilità di vario tipo e abbiamo cercato di allargare le tipologie, non comprendendo solo le persone con disabilità, ma anche gli anziani, le mamme in gravidanza, i malati di Alzheimer eccetera. Stiamo lavorando, inoltre, sull’accessibilità dei territori, per sapere quali siano i Comuni accessibili, anche relativamente all’accoglienza negli alberghi e nelle altre strutture ricettive. Il CRID, infine, fornisce consulenza sulla normativa specifica e organizza incontri sul territorio con i Sindaci e la cittadinanza, sollecitando pareri e avviando confronti».

Qual è il vostro motivo di maggiore orgoglio?
«Quello di avere creato un sistema che dà risposte concrete alla questione dell’accessibilità, che è un tema molto grosso. E quello di essere stato il “motorino di avviamento” del processo, grazie al quale, con tutta probabilità, per il 2014 ogni Comune toscano sarà dotato del PEBA».

Com’è organizzato l’ufficio del CRID?
«Ci sono due persone stabili presso la sede, ospitata all’interno del Centro di Addestramento Cani per Persone non Vedenti a Scandicci (Firenze). Non solo si tratta di un luogo accessibile, ma esso è anche servito dalla mobilità pubblica. Ci arriva infatti la tramvia di Firenze».

Quali sono i principali ostacoli che il CRID incontra, nel perseguire i propri scopi?
«All’inizio ci abbiamo messo un po’ per far capire alla stessa Regione e agli Enti Locali l’importanza dell’istituzione di questo ente. Ma ora che i numeri ci danno ragione, non incontriamo più resistenze e anche la Regione si sta mostrando sempre più sensibile. Certo, il passaggio culturale è impegnativo. È nostro obiettivo comunicare con tutti i Sindaci, per trasmettere il concetto per cui sull’accessibilità bisogna investire. Compito di un Sindaco, infatti, è anche quello di sviluppare una certa sensibilità per gli investimenti e per decidere dove dirottare i fondi. Il nostro lavoro di comunicazione non è semplice. Informare il territorio è impegnativo, in alcune zone non arriva internet e non tutti i Cittadini sono a conoscenza dell’esistenza di questo strumento. Senz’altro, questo aspetto è da approfondire».

La presente intervista è già apparsa in «DM» n. 179, periodico nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolari) e viene qui ripresa, con alcuni riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: centro.documentazione@regione.toscana.it.

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