Cosa chiediamo veramente

Intervista a John Evans*
Presidente fino al 2007 di ENIL (European Network on Independent Living), l'inglese John Evans è sempre una delle più autorevoli figure europee in ambito di Vita Indipendente delle persone con disabilità. L'abbiamo incontrato a Bruxelles e con lui abbiamo parlato della Convenzione ONU sulla disabilità, della recente Strategia inglese per la Vita Indipendente e di altro ancora

John EvansIn occasione della cosiddetta “Settimana della consapevolezza sulla disabilità”, gruppo di incontri organizzati nel dicembre 2007 a Bruxelles dalle istituzioni europee (di cui abbiamo a suo tempo riferito, con il testo disponibile cliccando qui), in occasione della Giornata Mondiale delle Persone con Disabilità, abbiamo incontrato John Evans, per molti anni presidente di ENIL (European Network on Independent Living), al quale abbiamo rivolto alcune domande sullo specifico convegno cui partecipava nella capitale belga, oltre che sulla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Allo stesso Evans abbiamo chiesto anche di parlarci della Strategia sulla Vita Indipendente, lanciata recentemente dal governo inglese (se ne legga, nel nostro sito, al testo intitolato Gran Bretagna: si lavora a lunga scadenza disponibile cliccando qui).

Ha apprezzato l’argomento scelto per la Conferenza Europea di Bruxelles di dicembre?
«Il tema era Persone con disabilità: giocatori attivi nel mercato interno e credo fosse importante affrontarlo dalla prospettiva delle persone con disabilità e delle loro organizzazioni. Era inoltre la prima volta che esso veniva trattato nel corso di un importante evento pubblico europeo.
D’altro canto – considerata l’enorme vastità dell’argomento “mercato interno” – il tempo a disposizione è stato certamente insufficiente e forse sarebbe stato più opportuno dividere la conferenza in tre momenti distinti, ciascuno dei quali dedicato a un tema specifico. Praticamente impossibile, quindi, arrivare a conclusioni concrete e il programma stesso prevedeva troppe presentazioni e poche discussioni o dibattiti.
Personalmente ho partecipato alla sessione sul libero movimento, durante la quale, per la prima volta, ho sentito parlare delle difficoltà che le persone con disabilità incontrano in ambito di occupazione ed educazione, nel tentativo di ottenere libertà di movimento da uno Stato all’altro. Un confronto utile che spero non si esaurisca con quell’incontro.
In generale, poi, è stato un peccato che non fossero presenti più componenti dell’Europarlamento: infatti, molti di quelli di cui si parlava erano temi politici che richiedono soluzioni politiche. Dal canto suo, la Commissione Europea rende di solito rapidamente disponibili nel proprio sito internet i vari report, gli appunti e le presentazioni raccolte, ma questo non basta certo a cambiare le politiche.
Penso quindi che se queste conferenze fossero organizzate mirando di più allo sviluppo di pratiche appropriate e di cambiamenti concreti negli Stati Membri, allora sì che sarebbero davvero “rivoluzionarie”. Al momento l’aspetto più utile resta perciò l’opportunità di incontrarsi e “fare rete” con persone di altre organizzazioni o istituzioni europee, ciò che può senz’altro portare a nuove idee e rapporti professionali».

Che tipo di aiuto potrà venire alla Vita Indipendente dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità?
Il Parlamento Europeo di Strasburgo, in occasione dell'evento «Freedom Drive 2007», promosso da ENIL (European Network on Independent Living)«Il potenziale della Convenzione nel sostenere la Vita Indipendente è enorme, in particolare dove non esiste alcuna legislazione sul tema. Essa potrebbe quindi mettere in molti Paesi le persone con disabilità in condizione di vivere in modo indipendente e ritengo che sia proprio per obiettivi come questi che il documento è stato realizzato, oltre che per proteggere le persone con disabilità dalla discriminazione e dalla violazione dei loro diritti.
Viviamo un momento in cui le varie organizzazioni devono essere unite a livello nazionale e mettere pressione ai governi per una ratifica della Convenzione rapida e senza riserve.
Questa Convenzione non è importante solo per la Vita Indipendente, ma per tutti gli aspetti della vita delle persone con disabilità e per superare le barriere e la discriminazione che esse affrontano regolarmente».

Recentemente è stata presentata in Gran Bretagna la Strategia per la Vita Indipendente, quasi come una “rivoluzione”. Che ne pensa?
«La Strategia per la Vita Indipendente presentata in Gran Bretagna potrebbe avere degli effetti ad ampio raggio, ma al tempo stesso portare qualche problema.
In quanto prodotta dall’Ufficio per le Questioni sulla Disabilità (ODI) del Ministero per il Lavoro e le Pensioni, essa è significativa. Nel nostro Paese, infatti, alcuni provvedimenti del Governo sulla Vita Indipendente e la disabilità sono di alto livello, se paragonati ad altri in Europa, anche perché l’ODI ha assunto varie persone con disabilità ed esperti all’interno del team di revisione e controllo.
La questione principale sulla Strategia è che essa dimostra un impegno assunto dal governo inglese a realizzare la Vita Indipendente. Le persone, però, sentono che attendere fino al 2025 perché essa si realizzi è troppo. Abbiamo imparato infatti, dalla precedente legislazione sulla disabilità, che serve sì molto tempo per giungere a provvedimenti così “rafforzanti” (empowering), ma certamente non così tanto.
E in ogni caso il maggiore sforzo del movimento per la Vita Indipendente nel Regno Unito non è tanto rivolto a questa Strategia e ai suoi potenziali effetti, quanto alla campagna che cerca di fare approdare in Parlamento un Progetto di Legge sulla Vita Indipendente. Le persone con disabilità vi lavorano da oltre tre anni e continueranno a farlo. Tale norma, infatti, garantirà loro un diritto statutario a vivere in modo indipendente, fornendo più sicurezza per il futuro.
L’altro aspetto della questione che interessa le persone con disabilità è la reale capacità di mettere in pratica a livello regionale e locale i maggiori obiettivi della Strategia, dopo le frequenti delusioni degli anni scorsi, dovute principalmente al fatto che il governo nazionale non stanzia fondi sufficienti e per quelli locali è sempre più difficile mettere in pratica determinate politiche con risorse limitate. Questo interessa veramente le persone con disabilità, ben consapevoli di poter vivere in modo realmente indipendente solo con il supporto finanziario necessario». (Crizia Narduzzo)

*Presidente fino al 2007 di ENIL (European Network on Independent Living).
La presente intervista è tratta dal n. 165 (marzo 2008) di «DM», periodico nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e viene qui riprodotta per gentile concessione di tale testata.

Share the Post: