«È unicamente a suon di cause legali che gli Italiani, da qualche anno a questa parte, ottengono il rispetto di diritti, inclusi quelli costituzionali che, in altri Paesi realmente civili, vengono dati per scontati. Ed è proprio alla Costituzione, la Legge italiana per eccellenza, quella cui deve riferirsi tutta la normativa, che un gruppo di cittadini ha deciso di appellarsi perché non venga cancellato quanto stabilito tra i suoi principi fondamentali, all’articolo 3: il diritto alla «rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana».
Inizia così la nota diffusa dai promotori – persone con disabilità e le loro famiglie – di un ricorso collettivo nazionale contro l’Amministrazione Statale, cui possono partecipare tutti i cittadini, in opposizione al nuovo ISEE, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente necessario per accedere a prestazioni sociali agevolate, recentemente regolamentato dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 159/13 (Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.19 del 24-1-2014), alla cui entrata a regime, per altro, come abbiamo sottolineato nei giorni scorsi, sono ancora necessari alcuni non trascurabili passaggi.
A proposito di quel Decreto, dichiarano ancora i promotori dell’azione legale, «in esso sono stati fissati gli elementi utili a fotografare la “ricchezza” delle famiglie, individuata anche nelle indennità di accompagnamento e nei sostegni economici per l’assistenza domiciliare alla persone non autosufficienti, che vengono considerati alla stessa stregua delle plusvalenze di Borsa o dei redditi d’impresa. Altro elemento preoccupante è poi l’aver cancellato il coefficiente di riparametrazione che precedentemente considerava il disagio delle famiglie con disabilità. Ma del resto è tutto quel Decreto ad essere infarcito di iniquità, disattenzioni e inasprimenti».
«Attraverso questa causa – è la conclusione – i ricorrenti contesteranno l’impianto stesso del Decreto nella parte in cui considera reddito il sostegno sociale alla disabilità sancito dalla Costituzione; fissa un tetto massimo alle spese effettivamente sostenute e le limita a quelle deducibili dalla dichiarazione dei redditi; non consente l’intera detrazione delle spese sostenute per l’assistenza personale; discrimina in modo ingiustificato l’entità delle detrazioni tra disabili minorenni e disabili maggiorenni».
A curare il ricorso – per il quale sono stati avviati uno specifico blog e anche una pagina Facebook, denominati entrambi Stop al nuovo ISEE – sarà il costituzionalista e docente universitario Federico Sorrentino. (S.B.)
Per ogni ulteriore informazione – e per eventuali adesioni -, si rimanda allo specifico blog Stop al nuovo ISEE e alla pagina Facebook dal medesimo titolo. Si può anche contattare l’indirizzo: presidenza@famigliedisabili.org.
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