Ma chi è una persona umana?

di Giorgio Genta*
Il sospetto è che dietro l'iterazione di argomenti contrari alla vita di neonati con gravi o gravissime disabilità - com'è accaduto in un recente convegno a Firenze - si nasconda un tentativo di "mercantilizzazione" della vita umana e si tratta di un concetto assai pericoloso, specie in tempi di recessione economica globale

Oriella Orazi, Il principio della vita, 2000, olio, 30x40 cm«I feti, i neonati fortemente prematuri, i ritardati mentali gravi e coloro che sono in stato vegetativo permanente non sono persone». «Tali entità fanno parte della specie umana, ma non sono persone». «È persona chi ha senso morale, autocoscienza e razionalità»: queste affermazioni del neonatologo Gianfranco Vazzoler (della Consulta di Bioetica di Pordenone) al convegno Le sfide della neonatologia alla bioetica e alla società: le buone ragioni della carta di Firenze [il nostro sito ha presentato tale evento con il testo disponibile cliccando qui, N.d.R.]hanno suscitato fortissime polemiche e prese di posizione all’insegna della non condivisione.
«Senza alcun fondamento scientifico ed etico», le ha definite Gianpaolo Donzelli, ordinario di Neonatologia all’Università di Firenze, che pure si esprime a favore delle libertà di pensiero e di espressione anche su temi così delicati e controversi e quindi anche sulla libertà di prendere le distanze da ciò che non si condivide.
Altro motivo di grandi polemiche si è acceso attorno alla presenza di Eduard Verhagen, uno degli estensori del cosiddetto Protocollo di Groningen, documento che tratta anche di eutanasia pediatrica.

Da sempre schierate – con un approccio razionale e non confessionale – a favore della difesa della vita e della ricerca della miglior vita per i più gravi, le nostre famiglie sospettano che dietro l’iterazione di argomenti del genere si possa nascondere un tentativo di “mercantilizzazione” della vita umana: le cure ai prematuri e in genere ai gravissimi costano e costano molto e più di uno pensa e dice che tali costi distolgono risorse da settori di cura più proficui.
Si tratta però di un concetto assai pericoloso, soprattutto in tempi di recessione economica globale!

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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