La notizia che il Parlamento Italiano ha ratificato ieri, 24 febbraio 2009, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità [se ne legga, in questo sito, cliccando qui, N.d.R.], fa ben sperare per i diritti delle persone con disabilità, anche se, purtroppo, ancora una volta in Italia nessuna notizia è trapelata in merito, come del resto “coerentemente” era già successo, sia nel dicembre del 2006, all’atto dell’approvazione a New York da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sia alla cerimonia di apertura alle firme, il 30 marzo 2007, cui l’Italia aveva partecipato. In quelle occasioni, invece, vari quotidiani agenzie, radio e TV nel mondo avevano dato grande rilievo all’evento.
Nella nostra comunicazione, dunque, sembra ancora prevalere lo stile pietistico che definisce la persona con disabilità come “vittima” oppure quello “eroico”, comunque distante dalla realtà. Speriamo perciò che possa presto diventare realtà quanto previsto dalla stessa Convenzione all’articolo 8, ove si scrive che gli Stati Parte dovranno incoraggiare «tutti i mezzi di comunicazione a rappresentare le persone con disabilità in modo conforme agli obiettivi della presente Convenzione».
Per quanto riguarda poi la realtà di Torino, recentemente alcuni importanti atti sono stati sanciti nella direzione dei diritti umani delle persone con disabilità, da parte delle Istituzioni del capoluogo piemontese, e ora abbiamo ancora più motivi perché possano diventare sempre più realtà concreta. Ricordo ad esempio che il 9 febbraio scorso il Consiglio Comunale di Torino ha approvato l’Ordine del Giorno denominato Convenzione ONU sui diritti delle donne e uomini con disabilità, in cui si impegna ad adottare i princìpi della Convenzione, ponendoli alla base di ogni azione politica futura rivolta alla disabilità e a coinvolgere le persone con disabilità e le loro organizzazioni – paritariamente rappresentate per genere – nei processi di promozione, implementazione e monitoraggio continuo del Trattato, nei differenti settori dell’Amministrazione e a diversi livelli.
Per l’occasione è stato anche preso l’impegno di promuovere attività di sensibilizzazione, informazione e formazione, finalizzate a rappresentare le persone con disabilità in modo coerente con i principi della Convenzione. E su questo – ne abbiamo già parlato all’inizio – sappiamo quanto la strada sia in salita, ma assolutamente necessaria per uscire dall’invisibilità.
Lo stesso Ordine del Giorno invitava tra l’altro anche il Parlamento italiano a ratificare la Convenzione e la Regione Piemonte ad adottarne i princìpi.
Si tratta di un provvedimento che si inserisce coerentemente in un percorso avviato fin dal 2004 da parte dell’Amministrazione Comunale di Torino, per promuovere i diritti umani e le libertà fondamentali delle donne e uomini con disabilità. Infatti, la Mozione n. 44 – approvata appunto nel 2004 – e riguardante Le donne con disabilità, anticipava, per lo meno nei contenuti, la Convenzione ONU, sia perché prevedeva un nuovo approccio alla disabilità basato sui diritti umani, sia perché sottolineava la doppia discriminazione delle donne con disabilità – determinata dal genere e dalla disabilità – oltre all'”invisibilità” come donne e come persone con disabilità, unità alla loro povertà di diritti. Al contempo quel documento prevedeva strategie precise per superare tali problemi.
Il 12 marzo 2007, poi, con l’Ordine del Giorno Convenzione Internazionale sui Diritti delle Persone con Disabilità, il Comune di Torino invitava il Parlamento Italiano ad una rapida approvazione del Trattato, chiedendo anche che nel processo di ratifica e monitoraggio venissero coinvolte le associazioni delle persone con disabilità e auspicando una piena applicazione del documento, attraverso il recepimento dei suoi princìpi innovativi in tutte le leggi e le politiche attive, con particolare attenzione alle donne e ragazze con disabilità, “categorie” sottoposte a discriminazioni plurime.
Oggi, con la ratifica della Convenzione da parte del Parlamento Italiano, ci attendiamo che le prescrizioni dei cinquanta articoli contenuti nel Trattato si traducano in prassi, con politiche e programmi concreti a beneficio delle donne e degli uomini con disabilità di Torino e di ogni altra parte dell’Italia e del mondo.
*DPI Italia (Disabled Peoples’ International). Componente del Gruppo Donne della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), del Consiglio Direttivo della FAIP (Federazione Associazioni Italiane Para-Tetraplegici) e di quello della FISH Piemonte.
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