Gruppo formato da persone con esiti di coma, operatori e volontari, la compagnia teatrale degli Amici di Luca – della quale il nostro sito ha avuto spesso occasione di occuparsi (se ne legga ad esempio un ampio servizio che ne tratteggia la storia, arricchito da testimonianze dirette dei protagonisti, cliccando qui) – è nata a Bologna nel maggio del 2003, all’interno del Laboratorio Il gioco del teatro in situazioni di post-coma, creato dall’associazione Gli Amici di Luca e condotto dal regista Vincenzo Toma, con l’obiettivo di favorire la riabilitazione e l’integrazione sociale. Da allora, di strada se n’è fatta parecchia, con il coordinamento pedagogico di Antonella Vigilante, fino ad arrivare all’attuale laboratorio permanente, condotto da Stefano Masotti presso la Casa dei Risvegli Luca De Nigris, struttura pubblica dell’Azienda USL di Bologna.
Cinque gli spettacoli finora realizzati e rappresentati in numerose città italiane, vale a dire Sonno muto (2003), Qualcosa è cambiato (2004), Esiti (2006), La partenza degli arrivi. Nulla di ciò che sembra è… (2006) e Ritorno (2007). «Il laboratorio – sottolinea Fulvio De Nigris, fondatore degli Amici di Luca e direttore del Centro Studi per la Ricerca sul Coma – presenta un forte aspetto aggregativo e costituisce un momento di integrazione e risocializzazione che permette alle famiglie di uscire dal proprio ambito per affrontare il mondo esterno».
Ora – esattamente mercoledì 27 maggio a Bologna (Teatro Dehon, Via Libia, 59, ore 21) – Gli Amici di Luca presenteranno Metamorfosi, studio preliminare per lo spettacolo che debutterà il 7 ottobre nell’ambito dell’undicesima Giornata Nazionale dei Risvegli per la Ricerca sul Coma – Vale la Pena, per la regia di Antonio Viganò.
«Metamorfosi – spiega lo stesso Viganò – è il titolo non solo di uno spettacolo, ma un tema che ci interrogherà per tutto il percorso che affronteremo fino all’undicesima Giornata dei Risvegli. Quello che presenteremo il 27 maggio sarà un primo stadio del lavoro teatrale, una prova aperta al pubblico, dove mostreremo le riflessioni e le interrogazioni che il testo di Franz Kafka ci ha suggerito. Mostreremo anche le risposte alle interrogazioni che gli attori hanno avuto e che ci hanno restituito, producendo parole, scritti, movimenti e gesti. Vogliamo incontrare il pubblico per mostrare “grumi di emozioni”, bolle drammaturgiche, pezzi isolati di un puzzle non ancora completamente assemblato. Un incontro perché il pubblico che ci conosce e ci segue possa condividere questo processo di lavoro; un momento non solo per interrogare noi stessi, ma per interrogare un’intera città, le sue varie espressioni artistiche, i suoi uomini di cultura, letterati e artisti, affinché ci regalino come loro vedono, interpretano, si immaginano questo tema così grande che si chiama “Metamorfosi”». (S.B.)
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