Da ora e fino al 2011 il Kosovo ha un Piano Nazionale sulla Disabilità (PAD) di durata biennale, cui riferirsi per sviluppare le politiche sociali sul territorio.
L’eleborazione dell’importante documento – ancora in bozza nell’inverno scorso, quando ce ne parlava Elisabetta Belloni, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano – è avvenuta attraverso un processo partecipativo. La Cooperazione Italiana ha messo infatti a disposizione della giovane Repubblica Kosovara un team di esperti che hanno coordinato i momenti di incontro tra le istituzioni centrali e territoriali e le associazioni di persone con disabilità, coordinate da Enver Kurtalani, presidente della Coalizione delle Associazioni Nazionali Kosovare.
Il PAD «costituisce un ambiente favorevole per il rispetto dei diritti delle persone con disabilità», spiega il vice primo ministro del Governo, Z. Rame Manaj. Infatti esso si ispira al rispetto dei diritti umani sancito dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e si tratta di uno dei primi documenti del genere approvati nel mondo dopo l’entrata in vigore della Convenzione stessa.
La stessa partecipazione diretta delle organizzazioni delle persone con disabilità è un elemento essenziale previsto dalla Convenzione (articolo 4, comma 3) e incluso nelle pratiche europee. Come spiega Giampiero Griffo, uno degli esperti inviati dal nostro Ministero degli Esteri, il piano si incentra sui principi di «non discriminazione ed eguaglianza di opportunità, empowerment [letteralmente “rafforzamento della consapevolezza”, N.d.R.] delle capacità, adeguamento dell’ambiente costruito e tecnologico, valorizzazione delle diversità umane di cui la disabilità è parte». Il suo contenuto è stato sviluppato intorno al lavoro di sei gruppi tematici centrali, riguardanti i temi dell’educazione, dell’accessibilità, del lavoro, della salute, della protezione sociale e delle statistiche.
Il PAD del Kosovo è stato presentato in una cerimonia al Grand Hotel di Pristina, cui hanno partecipato, accanto alle istituzioni, le principali associazioni kosovare. Nello stesso giorno è stata anche inaugurata al Teatro nazionale di Pristina una mostra fotografica – curata da due giovani fotografi locali – su alcune attività associative quali laboratori artigiani, centri di abilitazione e riabilitazione, attività economiche e culturali e progetti di supporto all’inclusione scolastica e sociale.
L’Italia continuerà ad affiancare il Kosovo anche nella fase di monitoraggio del Piano nel suo processo di implementazione, durante i prossimi due anni, collaborando alla definizione di un sistema «che includa una modalità di raccolta dati, la valutazione dei risultati conseguiti basata su criteri scientifici, coerenti con l’impostazione culturale del piano, il coinvolgimento delle organizzazioni di persone con disabilità e loro familiari». (Barbara Pianca)
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