Come annunciato nei giorni scorsi (se ne legga cliccando qui), dal 2 al 4 settembre, presso il Quartier Generale delle Nazioni Unite a New York, si è svolta la seconda Conferenza degli Stati Parti sulla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, una tre giorni di lavoro che ha visto la partecipazione di rappresentanti di molti dei Paesi che hanno già ratificato il Trattato, di Stati firmatari – tra cui anche gli Stati Uniti – e ovviamente di rappresentanti delle organizzazioni di persone con disabilità.
Mentre nel corso della prima Conferenza – svoltasi nell’ottobre del 2008 – l’attenzione si era focalizzata per lo più su questioni procedurali e soprattutto sull’elezione del primi membri del Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità (sulla formazione di quest’ultimo organismo, nel novembre del 2008, si legga in questo sito il testo disponibile cliccando qui), questo secondo meeting ha invece preso in analisi temi sostanziali. In particolare, gli Stati si sono impegnati in discussioni che hanno principalmente interessato le misure legislative mirate all’implementazione e alla concreta applicazione della Convenzione.
«L’effettiva implementazione della Convenzione – ha dichiarato nella sessione d’apertura Jan-Peter Strömgren, presidente dell’IDA (International Disability Alliance) – richiede molto più che misure legislative, ma tali misure giocano comunque un ruolo chiave».
La prima sessione è stata aperta ufficialmente dal rappresentante del Messico all’ONU Claude Heller, presidente della Conferenza, cui sono seguiti gli interventi di ministri, parlamentari e rappresentanti di alto profilo di Giordania, Sudafrica, Malawi, Kenya, Ungheria, Thailandia, Australia, Cile, Costarica, Argentina, Messico, Nuova Zelanda, Belgio, Germania, Brasile, Egitto, Qatar, Austria, Ecuador, Corea del Sud, India, Cina, Italia, Bangladesh, Filippine, Sudan, Repubblica Dominicana, Nicaragua e Cuba, i quali hanno riflettuto sulle loro recenti esperienze nell’implementazione della Convenzione e in particolare sugli sforzi compiuti per assicurare che la propria legislazione a livello nazionale fosse coerente con le disposizioni contenute nel Trattato. I partecipanti hanno evidenziato inoltre alcuni esempi di strategie nazionali sulla disabilità e di misure legislative e programmatiche intraprese per promuovere l’inclusione delle persone con disabilità all’interno delle loro società, oltre a soffermarsi su alcune azioni realizzate per monitorare l’efficacia delle iniziative illustrate.
Un tema particolarmente ricorrente durante tale il è stato quello della necessità, da parte dei Governi, di consultare le persone con disabilità e le loro organizzazioni, sin dalla fase iniziale dei processi per lo sviluppo di strategie nazionali, in modo che queste ultime possano riflettere chiaramente i contributi di chi vive in prima persona l’esperienza della disabilità. Un buon numero di speaker ha riconosciuto che i propri Paesi non sono ancora in una condizione di piena conformità con i principi del Trattato, ma hanno garantito il loro impegno per continuare a lavorare alla realizzazione di quanto fissato dalla Convenzione.
Successivamente, il principe Ra’ad bin Zeid Al-Hussein di Giordania ha presieduto una tavola rotonda dedicata all’accessibilità e ai cosiddetti “accomodamenti ragionevoli” e alla quale hanno partecipato Monsur Ahmed Chowdhury (Bangladesh) e Ana Peláez Narváez (Spagna), entrambi membri del Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità e per i rappresentanti della società civile Anne Hawker di Rehabilitation International) e Wilfredo Guzman Jara, presidente di DPI (Disabled Peoples’ International). Qui i relatori hanno individuato una varietà di meccanismi per il raggiungimento dell’accessibilità e degli accomodamenti ragionevoli. Tre, in particolare, quelli riferiti da Guzman Jara, vale a dire gli investimenti pubblici, un fondo di supporto delle Nazioni Unite e vari passaggi di collaborazione tecnica.
La seconda giornata dei lavori – anticipata da una pre-sessione sui bisogni dei bambini e giovani con disabilità, patrocinata dalla delegazione australiana – si è aperta con una nuova tavola rotonda, centrata questa volta sull’eguale riconoscimento davanti alla legge e sull’accesso alla giustizia da parte delle persone con disabilità. A presiederla sono stati l’ambasciatore della Nuova Zelanda Don McKay e il ministro per le Donne, i Bambini, i Giovani e le Persone con Disabilità del Sudafrica Noluthando Mayende-Sibiya.
La sessione è stata integrata dalle presentazioni di Maria Soledad Cisternas Reyes (Cile) ed Edah Wangechi Maina (Kenya), ambedue membri del Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità, di Tina Minkowitz dello WNUSP (World Network of Users and Survivors of Psychiatry) e di Tirza Liebowitz di Survivor Corps), seguite dalle repliche degli Stati Parti. In molti hanno dichiarato di considerare i temi in oggetto di grande importanza e anche che il loro approccio all’implementazione di essi sarà estremamente attento. Alcuni relatori hanno comunque notato come ci sia ancora molto da fare in numerosi Paesi, per arrivare al radicale cambiamento culturale chiaramente formulato nella Convenzione.
In seguito, gli organizzatori della Conferenza e l’Internazional Disability Alliance hanno promosso una sessione informale nel corso della quale si è parlato del significativo impatto dell’attuale crisi economica globale sulle persone con disabilità e della necessità di assicurare l’inclusione delle persone con disabilità in ogni strategia intrapresa per fare fronte alla crisi stessa. Vari relatori hanno notato come l’attuale congiuntura economica abbia aggravato le già drammatiche circostanze socio-economiche strutturali in cui vivono le persone con disabilità, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
Sul fronte del lavoro è stata poi riaffermata la necessità di superare lo stereotipo e lo stigma che ha finora contraddistinto le persone con disabilità, in modo tale che le istituzioni e gli imprenditori del settore privato possano finalmente guardare a esse come “Cittadini a tutti gli effetti”, in grado di contribuire produttivamente alla società. Si è anche sottolineato che, nonostante l’attuale crisi economica sia davvero problematica, essa offre tuttavia una preziosa opportunità per stabilire princìpi e procedure per l’inclusione delle persone con disabilità nello sviluppo e nell’implementazione a livello nazionale di politiche e programmi economici.
Durante la giornata conclusiva della Conferenza, infine, i rappresentanti degli organismi delle Nazioni Unite hanno intrapreso un dialogo interattivo per fare il punto sul loro impegno nell’implementazione della Convenzione. Tra i relatori che hanno fornito il proprio contributo, da segnalare Thomas Stelzer, assistente del Segretario Generale del DESA (Dipartimento per gli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite), Craig Mokhiber dell’OHCHR (Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani), Amna Ali Al Suweidi (membro proveniente dal Qatar del Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità), Diana Alarcón dell’UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), Elizabeth Gibbons dell’Unicef e Michael Adlerstein dell’United Nation Capital Master Plan (il Piano per la Ristrutturazione del Palazzo di Vetro). I vari relatori hanno fornito esempi delle loro attività, nelle quali sono già concretamente impegnati a garantire una maggiore inclusività delle persone con disabilità.
Da ultimo, ci si è occupati del periodo e della sede da fissare per la prossima Conferenza degli Stati Parti. In tal senso, pur non essendo stata identificata una data specifica, si è convenuto che il nuovo incontro dovrebbe svolgersi nella prima settimana di settembre del 2010 e che innanzitutto vi verrà stabilita la composizione finale del Comitato per i Diritti delle Persone con Disabilità. (Giuliano Giovinazzo)
Si ringrazia per le notizie fornite Frank Mulcahy (Irlanda) di DPI (Disabled Peoples’ International).
– Giamaica (30 marzo 2007) – Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Cuba (6 settembre 2007) – Gabon (1° ottobre 2007) – India (1° ottobre 2007) – Bangladesh (30 novembre 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – Nicaragua (7 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Giordania (31 marzo 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Egitto (14 aprile 2008) – Honduras (14 aprile 2008) – Filippine (15 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Qatar (13 maggio 2008) – Kenya (19 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Australia (17 luglio 2008) – Thailandia (29 luglio 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Cina (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Turkmenistan (4 settembre 2008) – Nuova Zelanda (25 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008) – Vanuatu (23 ottobre 2008) – Lesotho (2 dicembre 2008) – Corea del Sud (11 dicembre 2008) – Ruanda (15 dicembre 2008) – Svezia (15 dicembre 2008) – Oman (6 gennaio 2009) – Azerbaijan (28 gennaio 2009) – Uruguay (11 febbraio 2009) – Germania (24 febbraio 2009) – Yemen (26 marzo 2009) – Guatemala (7 aprile 2009) – Marocco (8 aprile 2009) – Sudan (24 aprile 2009) – Isole Cook (8 maggio 2009) – Mongolia (13 maggio 2009) – Italia (15 maggio 2009) – Gran Bretagna (8 giugno 2009) – Belgio (2 luglio 2009) – Siria (10 luglio 2009) – Haiti (23 luglio 2009) – Burkina Faso (23 luglio 2009) – Danimarca (24 luglio 2009) – Serbia (31 luglio 2009) – Repubblica Dominicana (18 agosto 2009) – Malawi (27 agosto 2009).
Per quanto riguarda invece il Protocollo Opzionale alla Convenzione (testo che consentirà al Comitato sui Diritti Umani delle Persone con Disabilità di ricevere anche ricorsi individuali – di singoli o di gruppi di individui – e di avviare eventuali procedure d’inchiesta), a ratificarlo sono stati finora i seguenti 44 Paesi:
– Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Bangladesh (12 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008) – Ruanda (15 dicembre 2008) – Svezia (15 dicembre 2008) – Azerbaijan (28 gennaio 2009) – Germania (24 febbraio 2009) – Yemen (26 marzo 2009) – Guatemala (7 aprile 2009) – Marocco (8 aprile 2009) – Sudan (24 aprile 2009) – Isole Cook (8 maggio 2009) – Mongolia (13 maggio 2009) – Italia (15 maggio 2009) – Belgio (2 luglio 2009) – Repubblica Araba di Siria (10 luglio 2009) – Haiti (23 luglio 2009) – Burkina Faso (23 luglio 2009) – Serbia (31 luglio 2009) – Gran Bretagna (7 agosto 2009) – Repubblica Dominicana (18 agosto 2009) – Australia (21 agosto 2009).
Per ulteriori approfondimenti: www.un.org/disabilities.