Tutt’altro che «pericolose per la cittadinanza», le persone con disabilità, anzi, «è proprio per tutelarle che abbiamo proposto la nostra interrogazione al XII Municipio di Roma». È questo il senso del messaggio di Michele De Maio, presidente del Comitato di Quartiere di Vitinia, frazione di Roma, riferito al testo da noi pubblicato qualche giorno fa, con il titolo Dopo di noi? No grazie, i disabili sono «troppo pericolosi»… (disponibile cliccando qui). E si tratta di un chiarimento che riceviamo con particolare piacere, da noi stessi auspicato, quando, in conclusione dell’articolo, avevamo aperto come sempre le nostre pagine a tutti coloro che vi erano stati citati.
La segnalazione della vicenda era venuta dall’Ufficio Stampa dell’AISA (Associazione Italiana per la Lotta alle Sindromi Atassiche) e riguardava la mancata accettazione – da parte del Comitato di Quartiere di Vitinia – della Delibera 17/09 del Consiglio Municipale (provvedimento adottato il 6 aprile 2009 dal Municipio XII di Roma, disponibile cliccando qui), ove si era deciso che i locali dell’ex Delegazione Municipale di Vitinia venissero riutilizzati per attivarvi il progetto denominato Ciao Mamma, vado a vivere da solo, iniziativa di tipo residenziale rivolta a persone con disabilità anche gravi. Molto più urgente e necessario – ciò che sarebbe stato noto da tempo, anche alla precedente Amministrazione Comunale – veniva ritenuta la creazione di un asilo nido.
Dura era stata la risposta all’interrogazione da parte di Marco Cacciotti, presidente del Consiglio del Municipio Roma XII, che aveva scritto: «È legittimo impegnarsi affinché venga realizzato un asilo, non è invece accettabile contestare il progetto che vogliamo attivare in questi locali, creando un allarmismo assolutamente ingiustificato per non dire discriminatorio nei confronti di chi nella vita è stato più sfortunato».
Ebbene, per completare l’informazione mancava la successiva risposta di Michele De Maio allo stesso Cacciotti – inviataci anch’essa dall’Ufficio Stampa dell’AISA – che sposta notevolmente la prospettiva di questa storia. Ne riprendiamo le parti essenziali: «Il tono da me usato nelle interrogazioni – scrive De Maio – è il tono della disperazione, quella di un Quartiere che non ha nulla. Non ho mai paventato che la presenza di persone disabili fosse un pericolo per la popolazione e ciò alla luce di due fatti inoppugnabili: la presenza già da anni a Vitinia di una Casa di Accoglienza per ragazze in difficoltà; la perdita di mio figlio affetto da problemi similari. Se qualche mamma scalmanata ha proferito qualche frase inadeguata, mi dissocio, e sono sicuro di parlare a nome di tutto il Comitato, da questa, pur consapevole che la disperazione può giustificare, a volte, un comportamento irrazionale».
«Nessuno vuol discriminare – continua il presidente del Comitato di Quartiere – chi nella vita è stato più sfortunato. Non riusciamo però a capire cosa l’Amministrazione in carica stia facendo per Vitinia, oltre le manutenzioni dovute e pur “dimenticate” negli ultimi tempi. Conosco a menadito come funziona un Centro Diurno. Ma non ne ho visto nessuno, in tre anni di mio calvario, con le fattezze di quello che si propone per questi poveri ragazzi: oltre a dei locali inadeguati, il disturbo continuo per gli schiamazzi provenienti da tre plessi scolastici collocati nel raggio di trenta metri e la presenza di un Centro Anziani sotto i piedi… e il via vai da parte dei cittadini di un Centro analisi situato invece sulla loro testa. E questi sarebbero locali adatti a un Centro Residenziale per portatori di handicap? Sarebbe il caso che le Amministrazioni in carico facessero veramente il loro dovere dando a queste persone la dignità che meritano, mortificata dai palliativi utilizzati con la scusa di venire loro incontro e indirizzando finalmente, a loro sostegno, fondi spesi in cose molto meno importanti! [grassetti nostri in questa e nelle altre citazioni, N.d.R.]».
«La popolazione di Vitinia – conclude De Maio – ha un altissimo senso del vivere civile. tanto che è stata costretta ad eleggere un Comitato per far sentire la sua voce, a lungo soffocata dalle inadempienze e da promesse mai mantenute. Però i portatori di handicap vitiniesi, liberi di muoversi per Vitinia e sostenuti dalla benevolenza della gente, non riescono nemmeno a muoversi, su marciapiedi oppressi da cordoli e senza inviti a facilitare il movimento con le loro carrozzelle, né hanno un giardino pubblico ove respirare aria pulita, bensì 50 metri quadri in tutto nei quali sono concentrati tutti i bambini di Vitinia. Da parte nostra ostacolare l’applicazione della delibera vuol dire: fare in maniera, civile, legale e democratica opposizione perché la stessa non venga applicata per tutti i difetti che in essa abbiamo riscontrato e non per pregiudizi».
In sostanza, si dichiara, «i ragazzi che saranno ospiti del Centro Diurno saranno presto costretti a confrontarsi con gli stessi problemi che da anni affliggono Vitinia». Tra l’altro sembra che il Comitato di Quartiere abbia appreso della chiusura della Delegazione Comunale e della destinazione dei locali lasciati liberi solamente tramite internet.
Riguardo infine alla richiesta dell’asilo nido, è utile riportare anche alcuni brabi di un’ulteriore lettera inviata nei giorni scorsi da Michele De Maio al Sindaco di Roma e agli altri esponenti istituzionali interessati: «Il Comitato di Quartiere di Vitinia, come già ha avuto modo di rappresentare in altre occasioni, considera di assoluta priorità ed urgenza la creazione nel Quartiere di un nido per bambini sotto i tre anni». Attualmente, infatti, «le famiglie di Vitina possono solo fare richiesta di un posto nei nidi dei Quartieri limitrofi, dove però vengono messi in coda, non abitando nel bacino di utenza. Qualora riuscissero comunque ad avere l’ammissione per il proprio figlio, sarebbero, in ogni caso, costrette a spostamenti con mezzi privati, in orari nei quali il traffico è sempre più elevato. È infatti noto a tutti che a Vitinia non esistono collegamenti pubblici con i Quartieri viciniori». Inoltre si segnala che «per le diverse Associazioni o esigenze di persone diversamente abili esistono nel territorio del Municipio varie altre possibilità di cui sicuramente gli Amministratori sono a conoscenza, e che, se lo ritengono utile, siamo disponibilissimi ad indicare loro; facciamo presente, a titolo di collaborazione, che i locali della ex Delegazione non sono, a nostro avviso, idonei per ospitarvi persone adulte che hanno bisogno di particolare assistenza».
Anna Fabbricotti dell’Ufficio Stampa di AISA è stata formalmente invitata a recarsi nella frazione romana, per verificare di persona la situazione di degrado e il disagio vissuto e oggi «si scusa per essersi fatta voce di posizioni per lo meno poco obiettive sull’intera vicenda». Da parte nostra riteniamo che ora il quadro dell’intera situazione sia ben più chiaro e completo. (S.B.)
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