Poco visibili nella nostra normalità

di Giorgio Genta*
E se alzassimo la voce, cercando di diventare più "visibili" all'esterno del mondo con disabilità? Se organizzassimo una sorta di "Telethon alla rovescia", ove le persone con disabilità potessero offrire il loro lavoro e la loro ricerca per il progresso della società, dandosi da fare per renderlo noto a tutti gli interessati? E ove si facesse sapere quanti milioni di persone con disabilità ci sono in Italia, dando spazio alle Associazioni che le rappresentano e a quello che fanno?

Ombra sfuocata di persona in carrozzinaÈ veramente difficile aggiungere qualcosa a quanto, con rassegnata saggezza, scrive in Superando il “cavaliere a rotelle” Franco Bomprezzi, in particolare quando dice che «senza la pressione dell’opinione pubblica attraverso i media, tre milioni di italiani rischiano di rimanere nella marginalità sociale e politica, vanificando il lavoro di anni» [il testo cui ci si riferisce è disponibile cliccando qui, N.d.R.]. Ma un tentativo forse si potrebbe fare: e se alzassimo la voce? O meglio, se cercassimo di aumentare la nostra visibilità all’esterno del nostro mondo con disabilità?
Potremmo, ad esempio, “celebrare” la ritrovata unità d’azione tra FAND (Federazione Nazionale tra le Associazioni dei Disabili) e FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) con una bella pagina intera su alcuni quotidiani a larga tiratura (e magari con qualche bell’articolo dedicato sui settimanali), per spiegare agli altri chi siamo, cosa pensiamo e cosa vogliamo fare.
Perché forse una parte cospicua del problema sta nell’essere poco visibili nella nostra normalità (cioè nella vita normale di una persona con disabilità), al di la dei soliti “eroismi esistenziali” che tanto piacciono ai media (ma solo per i cinque minuti di una trasmissione o di un articolo…).
Una bella presentazione: quali sono le nostre Federazioni e le nostre Associazioni, quante persone rappresentano, quali sono le loro mission, cos’hanno fatto di utile per la società sino ad oggi e cosa si propongono di fare. E soprattutto quanti milioni siamo di persone con disabilità in Italia e cosa reclamiamo per l’esigibilità dei nostri diritti.
Una sorta di “Telethon alla rovescia”, ove le persone con disabilità offrono il loro lavoro e la loro ricerca per il progresso della società e si danno da fare per farlo sapere a tutti gli interessati.
Costerà molto? Che importa! I soldi per le cose davvero importanti si trovano sempre. (o almeno noi li abbiamo sempre trovati per i nostri convegni, le nostre conferenze, le nostre pubblicazioni e come noi moltissime altre Associazioni) e crediamo che questa sia una cosa importante davvero. E voi?

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

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